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La storia della scienza e la nascita del metodo scientifico – Prof Storti

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<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>scienza</strong> e <strong>la</strong> <strong>nascita</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>metodo</strong> <strong>scientifico</strong><br />

Breve <strong>storia</strong> <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> <strong>scienza</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>nascita</strong> <strong>del</strong> pensiero<br />

<strong>scientifico</strong> e <strong>del</strong> <strong>metodo</strong><br />

sperimentale: Cartesio e<br />

Galilei<br />

Scienza e tecnica<br />

Tecnica e società


Linguaggio e <strong>scienza</strong><br />

Linguaggi settoriali (sottocodici, lessico,<br />

specificità, coerenza, fattori di<br />

differenziazione, monosemia, denotazione,<br />

nominalizzazione, internalizzazione)<br />

Lessico specifico e lingua comune (termini,<br />

parole, significato ristretto e al<strong>la</strong>rgato)<br />

Formazione <strong>del</strong> lessico (prestiti linguistici,<br />

formazione <strong>del</strong>le parole, suffissazione,<br />

prefissazione, rideterminazione<br />

Il linguaggio <strong>scientifico</strong> in Galilei


I linguaggi settoriali<br />

Un linguaggio settoriale è quello<br />

di discipline o attività:<br />

matematica, fisica, biologia,<br />

linguistica, informatica,<br />

economia, sociologia, ecc.<br />

Ognuna di esse possiede un suo<br />

vocabo<strong>la</strong>rio specifico, più o meno<br />

rigoroso.


I linguaggi settoriali (2)<br />

Un linguaggio settoriale si differenzia<br />

dal<strong>la</strong> lingua comune per:<br />

a) lessico specifico<br />

b) lessico comune ma usato con<br />

significati specifici<br />

c) i linguaggi settoriali possiedono<br />

diversi gradi di specificità e<br />

coerenza (tecnica vs. <strong>scienza</strong>;:<br />

scienze dure vs. scienze molli


I linguaggi settoriali (3)<br />

Caratteristiche <strong>del</strong> vocabo<strong>la</strong>rio <strong>scientifico</strong>:<br />

a) precisione (termini vs. parole);<br />

b) monosemia;<br />

c) legame molto stretto tra significante e<br />

significato


I linguaggi settoriali (4)<br />

Per formare il vocabo<strong>la</strong>rio tecnico-<strong>scientifico</strong><br />

ci sono tre modi principali:<br />

a) prestito linguistico (dal <strong>la</strong>tino, dal greco,<br />

dall’inglese;<br />

b) procedimenti di formazione <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> parole<br />

(es. suffissazione,prefissazione,<br />

composizione);<br />

c) Rideterminazione di vocaboli <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> lingua<br />

comune.


<strong>La</strong> prosa scientifica in Galilei<br />

<strong>La</strong> prosa scientifica di Galilei mette insieme<br />

creazione letteraria e conoscenza sistematica<br />

<strong>del</strong> mondo. È un nuovo <strong>metodo</strong> di<br />

esposizione che ha il fine di persuadere<br />

emotivamente gli uomini, oltre che di<br />

convincerli con <strong>la</strong> forza <strong>del</strong> ragionamento.<br />

Galilei intende comunicare con persone colte<br />

ed attente al progresso <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> conoscenza, ma<br />

non con specialisti; sceglie per questo il<br />

volgare, abbandonando il <strong>la</strong>tino filosofico<strong>scientifico</strong>.


<strong>La</strong> prosa scientifica in Galilei<br />

<strong>La</strong> prosa di Galilei si caratterizza per <strong>la</strong> ricerca di<br />

un'estrema precisione: <strong>la</strong> nuova <strong>scienza</strong> non<br />

può fermarsi all'indeterminatezza.<br />

Galilei utilizza un linguaggio esatto ma rifiuta<br />

di introdurre nuovi termini specialistici, e<br />

preferisce trasferire in ambiti tecnico parole<br />

<strong>del</strong> linguaggio comune. Per conseguire il suo<br />

intento, Galilei utilizza anche un partico<strong>la</strong>re<br />

strumento retorico: l'ironia, che crea momenti<br />

di distacco e sospensione.


Scienza e fede<br />

«"[...] nelle dispute di problemi naturali non si<br />

dovrebbe cominciare dal<strong>la</strong> autorità di luoghi <strong>del</strong>le<br />

Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle<br />

dimostrazioni necessarie: perché, procedendo di<br />

pari dal Verbo divino <strong>la</strong> Scrittura Sacra e <strong>la</strong><br />

natura, quel<strong>la</strong> come dettatura <strong>del</strong>lo Spirito Santo,<br />

e questa come osservantissima esecutrice de gli<br />

ordini di Dio [...]."»<br />

(Galileo Galilei, "Lettera a Madama Cristina di Lorena")


Scienza e dubbio<br />

‘Dubium sapientiae initium. ‘<br />

("Meditationes de prima philosophiae", René Descartes)


Il <strong>metodo</strong> cartesiano<br />

1) Non prendere mai niente per vero, se non<br />

ciò che io avessi chiaramente riconosciuto<br />

come tale; ovvero, evitare accuratamente<br />

<strong>la</strong> fretta e il pregiudizio, e di non<br />

comprendere nel mio giudizio niente di più<br />

di quello che fosse presentato al<strong>la</strong> mia<br />

mente così chiaramente e distintamente<br />

da escludere ogni possibilità di dubbio.<br />

2) Dividere ognuna <strong>del</strong>le difficoltà sotto<br />

esame nel maggior numero di parti<br />

possibile, e per quanto fosse necessario<br />

per un'adeguata soluzione.


Il <strong>metodo</strong> cartesiano<br />

3) Condurre i miei pensieri in un ordine tale<br />

che, cominciando con oggetti semplici e<br />

facili da conoscere, potessi salire poco<br />

al<strong>la</strong> volta, e come per gradini, al<strong>la</strong><br />

conoscenza di oggetti più complessi;<br />

4) fare in ogni caso <strong>del</strong>le enumerazioni così<br />

complete, e <strong>del</strong>le sintesi così generali, da<br />

poter essere sicuro di non aver<br />

tra<strong>la</strong>sciato nul<strong>la</strong>."


SUPERARE ARISTOTELE E LA<br />

TRADIZIONE<br />

<br />

(G. Galilei, Lettera a Fortunio Liceti, 15 settembre 1640)


<strong>La</strong> lingua <strong>del</strong>l’universo<br />

<strong>La</strong> filosofia è scritta in questo grandissimo<br />

libro che continuamente ci sta aperto davanti<br />

agli occhi <strong>–</strong> io dico l’Universo <strong>–</strong> ma non si può<br />

capire se prima non si impara ad intendere <strong>la</strong><br />

lingua, e conoscere i caratteri ne’ quali è<br />

scritto […] Il libro è scritto in lingua<br />

matematica e i caratteri son triangoli, cerchi,<br />

ed altre figure geometriche, senza i quali<br />

mezzi è impossibile intenderne<br />

umananamente paro<strong>la</strong>; senza questi è un<br />

aggirarsi vanamente per un oscuro <strong>la</strong>birinto.<br />

(G. Galilei, Il saggiatore, 1623)


Rifarsi alle dimostrazioni<br />

scientifiche e non all’autorità<br />

Né perciò io dico che no si deva ascoltare<br />

Aristotele, anzi il vederlo e diligentemente<br />

studiarlo, e solo disapprovo arrendersi a lui in<br />

maniera cieca, sottoscrivendo ogni suo detto e,<br />

senza cercarne ragione, si debba vere per legge<br />

che non si può cambiare, il che è un abuso che si<br />

porta dietro un altro disordine estremo. Perciò<br />

signor Simplicio e bene venire pure con le ragioni<br />

e le dimostrazioni vostre o di Aristotele e non<br />

con testi e nude autorità per ché i discorsi hanno<br />

da essere sopra al mondo <strong><strong>del</strong><strong>la</strong></strong> natura e non<br />

sopra un mondo di carta.<br />

(G.Galilei, Di<strong>la</strong>ogo dei massimi sistemi, 1632)


(Cartesio "Discorso sul<br />

<strong>metodo</strong>)

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