Per Annetta, nel ricordo della sua e nostra Sorano - di Anna Manao
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A me annoiava un po’ l’ambaradan <strong>di</strong><br />
quelle occasioni, ma mi guardavo<br />
bene dal <strong>di</strong>rglielo chiaramente perché,<br />
giustamente, mi avrebbe accusato <strong>di</strong><br />
snobismo … Le piaceva intrattenersi<br />
con tutti e da tutti imparava. Non<br />
sentiva, né faceva sentire, la <strong>di</strong>stanza<br />
tra quelli che sanno e gli<br />
altri….perché, ben consapevole dei<br />
suoi limiti e riconoscendo le<br />
competenze altrui, non parlava a<br />
sproposito, né era una sprovveduta.<br />
D’altronde lei aveva qualcosa da<br />
insegnare a tutti e <strong>di</strong> ciò era<br />
perfettamente conscia: da ciò la<br />
<strong>di</strong>gnità che traspariva da tutto il suo<br />
portamento.<br />
Ma l’<strong>Annetta</strong> che ricorda il mio cuore<br />
non è la pasionaria civile o<br />
l’intellettuale grande che avrebbe<br />
potuto essere. E’ l’<strong>Annetta</strong> che mi è stata vicino nei momenti bui, curando le mie ferite senza<br />
niente in cambio e mostrandomi che oltre il buio c’è ancora la vita.<br />
Cara, carissima regina <strong>di</strong> un regno senza re, ti vogliamo bene.<br />
<strong>Anna</strong> <strong>Manao</strong><br />
Venezia 19 ottobre 2012<br />
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