01.06.2013 Views

La magia dell'orto in città - Ambiente Brescia

La magia dell'orto in città - Ambiente Brescia

La magia dell'orto in città - Ambiente Brescia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Una pratica antica<br />

Quando, dopo l’anno Mille, le genti del Bel Paese tornarono a vivere nelle <strong>città</strong> e diedero vita ai<br />

Comuni, ogni casa aveva sul retro un pezzo di terra per l’orto. O meglio ogni casa modesta del<br />

lavorante artigiano, del garzone di bottega, del piccolo merciaio, ché i Palazzi dei signori si<br />

ornavano di giard<strong>in</strong>i, godendo delle provviste che ogni giorno giungevano dai campi del contado di<br />

loro proprietà. Invece, per i semplici abitanti dei borghi, i “borghesi”, l’orto era una garanzia di<br />

sussistenza, essenziale.<br />

A tal punto che gli antichi Statuti comunali<br />

prevedevano quasi per decreto che tutti<br />

tenessero un piccolo orto dentro la <strong>città</strong>.<br />

Dunque, il tessitore, il falegname, il<br />

maniscalco, era anche un piccolo<br />

coltivatore.<br />

Siamo <strong>in</strong> piena R<strong>in</strong>ascita, nascono le<br />

banche moderne, si riscopre la<br />

circolazione monetaria, ma è ancora<br />

troppo vivo il ricordo delle terribili<br />

periodiche carestie e la gente sa che gli<br />

scudi o gli zecch<strong>in</strong>i non si mangiano, che<br />

per vivere ci vuole il cibo che solo la terra<br />

può offrire.<br />

Una tradizione che ha percorso i secoli f<strong>in</strong>o alle soglie del Novecento. Così mio padre, fabbricante<br />

di zoccoli per i contad<strong>in</strong>i, curava anche un grande orto, un frutteto e pers<strong>in</strong>o un campo a frumento.<br />

L’autarchia e gli “orti di guerra”<br />

Negli anni Trenta l’autarchia fascista, seguita alle “<strong>in</strong>ique sanzioni”, rilancia la pratica dell’orto<br />

domestico. Con lo scoppio del secondo conflitto il problema alimentare necessariamente si<br />

acutizza. Si cerca di farvi fronte con una campagna propagandistica massiccia tesa a diffondere, <strong>in</strong><br />

particolare nelle <strong>città</strong>, la pratica degli “orti di guerra”. Infatti, per sopperire alla mancanza di<br />

alimenti, ma soprattutto con la f<strong>in</strong>alità di mobilitare psicologicamente i cittad<strong>in</strong>i, vengono<br />

promossi i cosiddetti “orti di guerra”, spazi di terreno pubblici, ma anche privati, all’<strong>in</strong>terno della<br />

<strong>città</strong>, normalmente <strong>in</strong>utilizzati, (parchi, aiuole, aree spartitraffico, terreni <strong>in</strong>terni alle fabbriche, nei<br />

cortili delle scuole, perf<strong>in</strong>o piazze debitamente coperte da uno strato di terra) che venivano<br />

dest<strong>in</strong>ati alla coltivazione della verdura o dei cereali.<br />

“Orto di guerra” a Roma <strong>in</strong> via dell’Impero<br />

“Orto di guerra” <strong>in</strong> una fabbrica bresciana<br />

2

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!