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Mattacchine - Numero 7 - C.O.E.S. onlus - Coesonlus.it

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mensile del C.O.E.S.<br />

Reg. Tribunale di Roma numero 357/2009 del 02.11.2009<br />

in questo numero:<br />

gennaio 2011 numero<br />

ciao fra bus | una breve riflessione sulla compartecipazione alla spesa per le prestazioni<br />

riabil<strong>it</strong>ative | le storie: s.d. - a. r. | associazione isidea | oggi “sottosopra”<br />

07


3ed<strong>it</strong>oriale<br />

7la denuncia<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

desideriamo ringraziare<br />

per la preziosa collaborazione:<br />

Patrizia ARGENTIN<br />

Maria Grazia D’AVINO<br />

5Ciao Fra Bus<br />

10la ricetta<br />

20oggi “sottosopra”<br />

“Il Mattacchione”<br />

rivista di carattere sociale<br />

Reg. Tribunale di Roma<br />

numero 357/2009 del 02.11.2009<br />

ed<strong>it</strong>ore: COES <strong>onlus</strong><br />

Presidente: Ileana Argentin<br />

Direttore responsabile: Marco Piazza<br />

progetto grafico: Paolo Di Stefano<br />

sede: via della nocetta, 162 - 00164 roma<br />

tel./fax 06.6631051 - 06.6637268<br />

www.coesnoprof<strong>it</strong>.<strong>it</strong> | coes<strong>onlus</strong>@yahoo.<strong>it</strong><br />

stampa: Tipar Arti Grafiche s.r.l.<br />

via tiburtina, 1321 - 00131 roma<br />

4il C.O.E.S. <strong>onlus</strong><br />

indice<br />

8una breve riflessione sulla compartecipazione alla spesa per le prestazioni riabil<strong>it</strong>ative<br />

17versi poetici<br />

11la storia<br />

23il film<br />

per eventuali donazioni:<br />

Banca PROSSIMA<br />

cod. IBAN: IT 94 J 03359 01600 100000002420<br />

intestato a: C.O.E.S. <strong>onlus</strong><br />

18spazio aperto<br />

24oroscopo


cari amici<br />

e care amiche,<br />

certo che continuo a preoccuparmi dei diversamente abili. Certo che mi preoccupo dell'assistenza<br />

sociale, del ruolo e destino degli operatori sociali, delle strutture ospedaliere, di una cultura<br />

ricettiva e rappresentativa di tutte le realtà, anche le più dolorose. A volte dimentico, però,<br />

come si è un po' tutti disabili. Non solo ci si nasce, ci si diventa. Tutti. Nessuno escluso. Ognuno<br />

di noi a cercare di dirimere controversie, sciogliere i bandoli di una matassa incomprensibile e<br />

dannosa. Mi è cap<strong>it</strong>ato di presentare un libro, "Il comune della gente" di David Giacanelli, ed<strong>it</strong>o<br />

dalla case ed<strong>it</strong>rice Sangel proprio negli ultimi giorni. E' accaduto nella sezione del part<strong>it</strong>o democratico<br />

dell'Esquilino. Sangel Edizioni è un piccolo ma efficace ed<strong>it</strong>ore che dà spazio al nuovo<br />

improntato prevalentemente al sociale. Ebbene il libro, un breve romanzo, ci mostra molte storie.<br />

In un momento storico in cui ci lamentiamo che non esistono contenuti e persone da raccontare,<br />

il libro ci offre un'occasione per smentirci. Il romanzo parla tra l'altro di precarietà,<br />

dei sogni infranti di adolescenti che nel frattempo sono diventati uomini e donne maturi, del<br />

desiderio di patern<strong>it</strong>à e matern<strong>it</strong>à, di testamento biologico, di leggi anacronistiche e di scollamento<br />

sempre crescente tra governanti e governati. Lo spunto mi è utile perché, concentrata<br />

in prevalenza a lottare per i portatori di handicap, mi rendo conto ancora una volta che<br />

l'Handicap, il lim<strong>it</strong>e, il dolore e ogni forma di divers<strong>it</strong>à sono sempre dentro di noi. Una condizione<br />

universale che è bene sempre attrezzarsi a sapere vivere. Il comune della gente sottolinea<br />

proprio la straordinaria forza e attaccamento alla v<strong>it</strong>a che si possono respirare oggi, nonostante<br />

tutto. Nella gente comune, che indossa con forza il proprio straordinario anonimato, e lo fa<br />

ogni giorno, si trovano anche le risposte al vuoto anestetico odierno. Che si sopravvive comunque<br />

e le difficoltà tirano fuori da ognuno di noi la resistenza. Producono quella forza, che è anticorpo,<br />

che credevamo spar<strong>it</strong>a e annichil<strong>it</strong>a dall'assenza di valori e prospettive nuove. Tanto più<br />

soffro, tanto più mi rialzo e combatto. Tanto più spero, amo, rifletto. Alla fine, senza ragionare,<br />

senza troppe speculazioni, getto la maschera e le sovrastrutture perché devo vivere. Devo farlo<br />

e sono troppo impegnata a resistere e combattere per potermi buttare giù.<br />

Ileana Argentin<br />

2 | 3


C.O.E.S. ONLUS<br />

ENTE GIURICAMENTE RICONOSCIUTO<br />

CON D.P.R. 10 NOVEMBRE 1963 N. 2368<br />

00164 ROMA - VIA DELLA NOCETTA, 162<br />

DIREZ. AMMINISTRATIVA - DIREZ. SANITARIA<br />

TEL. 066631051 TEL/FAX 066637268<br />

S<strong>it</strong>o internet: www.coesnoprof<strong>it</strong>.<strong>it</strong> - E-mail: coes<strong>onlus</strong>@yahoo.<strong>it</strong><br />

Proposta formativa del Servizio Ambulatoriale per l'Età Evolutiva C.O.E.S. <strong>onlus</strong><br />

Dal settembre 2007 è attivo presso il Centro di Riabil<strong>it</strong>azione C.O.E.S - Via della Nocetta, 162 (RM) un servizio<br />

ambulatoriale dedicato a interventi riabil<strong>it</strong>ativi specifici per l'età evolutiva.<br />

Dopo una osservazione iniziale, effettuata dall'équipe riabil<strong>it</strong>ativa, si concorda con la famigliail progetto riabil<strong>it</strong>ativo<br />

ad hoc per il bambino ed, eventualmente, un parallelo intervento di counseling con i gen<strong>it</strong>ori.<br />

I nostri interventi sono quindi:<br />

- Valutazione neuropsicologica e psicodiagnostica<br />

- Valutazione logopedica<br />

- Valutazione psicomotoria<br />

- Logopedia<br />

- Psicomotric<strong>it</strong>à<br />

- Musicoterapia<br />

- Arteterapia<br />

- Riabil<strong>it</strong>azione Psichiatrica<br />

- Psicoterapia familiare e parent training<br />

Oltre agli interventi clinici, l'équipe del Servizio è disponibile ad incontrare il personale educativo che presta<br />

la propria opera presso asili nido, scuole materne e scuola primaria per affrontare insieme alcune tematiche<br />

specifiche dell'età evolutiva.<br />

Segreteria organizzativa del COES <strong>onlus</strong>:<br />

Patrizia Argentin Tel/Fax 06/6631051; 06/6637268<br />

Sono aperte le iscrizioni al Corso triennale di Musicoterapia<br />

per informazini: coesplay@yahoo.<strong>it</strong> - tel/Fax 06.6631051 - 06.6637268 - (ore 12.00-13.00 , 13.30-15.30)<br />

18<br />

dicembre<br />

2010<br />

Anche quest'anno il Coes ha organizzato la festa<br />

di Natale con tutti i gen<strong>it</strong>ori e amici, la Santa<br />

Messa con i ragazzi che frequentano il Centro, e i<br />

mercatini. C'erano diversi tavolini con i lavoretti tra<br />

cui anche il nostro con tante cose belle da comprare.<br />

Qualche cosa è stato venduto ed io mi sono<br />

messo a sbirciare ma anche ad aiutare.. infatti ho<br />

sugger<strong>it</strong>o di mettere dei prezzi a tutte le cose che<br />

c'erano sul tavolino. Ho r<strong>it</strong>agliato e scr<strong>it</strong>to i prezzi<br />

sul cartoncino e così la gente ha potuto guardare<br />

e comprare. Tra i lavoretti carini c'erano delle<br />

borse molto simpatiche, da chiedere quanto costavano,<br />

giusto per sapere.<br />

C'è stato un rinfresco con tante cose buone da<br />

mangiare, io qualche cosa ho mangiato: dei buoni<br />

dolci offerti, che a me piacciono moltissimo, ed<br />

anche per adesso è passata mezza festa.<br />

Ma la cosa che ha caratterizzato la giornata è che<br />

al coes e a tutti i ragazzi hanno regalato un pulmino<br />

tutto nuovo per le usc<strong>it</strong>e. È un regalo molto bello, di<br />

colore bianco con una scr<strong>it</strong>ta azzurra con la sigla<br />

Ciao Fra, una Associazione che si occupa di aiutare<br />

gli altri. Tutti sono rimasti attratti e contenti.<br />

Stefano C.


CIAO<br />

FRA<br />

Bus<br />

Il primo progetto per l'associazione Ciao Fra è stato portato a termine e in tempi da record. Il gemellaggio<br />

COES-Ciao Fra nasce il 12 giugno, nella serata di debutto per la neonata associazione;<br />

primo traguardo: il Ciao Fra Bus.<br />

Nessuno poteva immaginare che solo sei mesi dopo l'obiettivo fosse portato a termine, eppure grazie<br />

all'aiuto di amici e soci, con una rapid<strong>it</strong>à sorprendente il 18 dicembre il Ciao Fra Bus è già pronto<br />

per la consegna.<br />

Naturalmente lo staff di Ciao Fra è orgoglioso che il primo progetto dell'associazione sia stato portato<br />

a termine con chiarezza e rapid<strong>it</strong>à, questo fa capire che questa avventura, solo agli inizi, può<br />

ottenere grossi traguardi.<br />

Un Bus per annullare le distanze. Ci piace pensare che un regalo così, per un centro come il COES,<br />

possa abbattere le barriere, oltre a portare il nome di Francesca e del COES in giro per l'Italia.<br />

Proprio questo è il motivo che ha spinto l'associazione a muoversi per questo obiettivo.<br />

I ringraziamenti per questo traguardo sono molti: partendo da tutti quelli che hanno contribu<strong>it</strong>o (da<br />

tutto il mondo!) con offerte, agli amici di Presstime.net che hanno regalato le scr<strong>it</strong>te del pulmino e<br />

a tutti quelli che hanno partecipato alla giornata della consegna, il 18 dicembre, in occasione della<br />

messa di Natale del centro, con la benedizione e le foto di r<strong>it</strong>o e con grande entusiasmo dei ragazzi<br />

e di tutti quelli che hanno partecipato.<br />

Rimandiamo al s<strong>it</strong>o www.ciaofra.org per vedere la clip della cerimonia della consegna e per essere<br />

aggiornati sulle prossime iniziative.<br />

Michele Cipriani<br />

4 | 5


Che bella giornata!<br />

Sì, è così che mi viene da dire ripensando<br />

alla giornata del 18 dicembre 2010 al<br />

COES. Una giornata piena di momenti<br />

significativi. Infatti, dopo l'accoglienza<br />

che puntualmente viene fatta all'interno<br />

dell'associazione per i nostri ragazzi, c'è<br />

stata la messa di Natale che, come ogni<br />

anno, viene celebrata.<br />

Contemporaneamente sono stati allest<strong>it</strong>i<br />

dei banchetti, gest<strong>it</strong>i da altre associazioni,<br />

per vendere piccoli oggetti realizzati<br />

nei laboratori delle varie strutture<br />

presenti. La giornata è stata caratterizzata<br />

da un clima di grande gioia, grazie<br />

soprattutto all''arrivo di un pulmino regalatoci<br />

dall'associazione Ciao Fra.<br />

Questo regalo rappresenta, per il<br />

Centro e i suoi osp<strong>it</strong>i, uno strumento<br />

fondamentale per poter vivere appieno<br />

la c<strong>it</strong>tà, con tutte le opportun<strong>it</strong>à che ci sono. Penso<br />

soprattutto alle varie attiv<strong>it</strong>à che i ragazzi svolgono:<br />

la piscina, il bowling, il canottaggio e alle tante<br />

altre occasioni di integrazione con il terr<strong>it</strong>orio. Il<br />

Ciao Fra Bus offre quindi la possibil<strong>it</strong>à di vivere<br />

una, anche se parziale, autonomia e quindi la possibil<strong>it</strong>à<br />

di sperimentarsi in nuove s<strong>it</strong>uazioni e relazioni.<br />

Questa giornata inoltre mi ha permesso di riflettere<br />

su quanto di buono e di bello c'è, in un momento<br />

storico così difficile e faticoso da un punto di<br />

vista socio-economico e culturale, soprattutto per<br />

il nostro settore.<br />

È grazie ad Associazioni come Ciao Fra, alla<br />

capac<strong>it</strong>à che ancora hanno le persone di "incontrarsi"<br />

e fare,<br />

costruttivamente,<br />

qualcosa per gli<br />

altri, che si fortifica<br />

il senso del nostro<br />

lavoro. Tutto questo<br />

ci permette di portare<br />

avanti i nostri<br />

impegni e i nostri<br />

obiettivi, primo fra<br />

tutti il benessere<br />

dei ragazzi, e<br />

soprattutto a non<br />

perdere di vista<br />

valori importanti.<br />

Grazie ancora a<br />

tutti!<br />

Patrizia Argentin


la denuncia<br />

Il decreto sulla compartecipazione alla spesa per gli utenti che accedono<br />

alle prestazioni di riabil<strong>it</strong>azione in regime residenziale e semi-residenziale<br />

di mantenimento ha creato molte tensioni tra i centri e tra le<br />

famiglie. Lo stato di difficoltà della san<strong>it</strong>à laziale si riflette<br />

pesantemente su tutti i soggetti coinvolti nel fornire e nel<br />

ricevere le prestazioni san<strong>it</strong>arie.<br />

La Regione ha ridisegnato il sistema san<strong>it</strong>ario nel tentativo<br />

di rispondere all'esigenza di ripianare e contenere la<br />

spesa, ma ha adottato come cr<strong>it</strong>erio centrale il taglio<br />

lineare senza operare "chirurgicamente" là dove si annidano<br />

gli sprechi e le cattive pratiche amministrative.<br />

L'allarme per una s<strong>it</strong>uazione potenzialmente cr<strong>it</strong>ica per<br />

gli utenti è stato segnalato dai centri di riabil<strong>it</strong>azione<br />

prima ancora che dalle famiglie e dagli utenti. E' evidente<br />

che ormai le coscienze e le capac<strong>it</strong>à di indignazione sono<br />

acquietate da anni di ignavia della rappresentanza pol<strong>it</strong>ica<br />

che preferisce non essere disturbata.<br />

"Non disturbare il manovratore" è la regola sia pure declinata con<br />

diverse sensibil<strong>it</strong>à in ragione della storia di ogni formazione pol<strong>it</strong>ica e<br />

addir<strong>it</strong>tura di ogni personaggio pol<strong>it</strong>ico in quel momento al governo della cosa<br />

pubblica.<br />

Era l'estate del 2010 quando si iniziò a ragionare sulla applicazione della compartecipazione<br />

alla spesa delle prestazioni di riabil<strong>it</strong>azione e in quel momento si pensò di provare un'azione<br />

dimostrativa che avrebbe dovuto sollec<strong>it</strong>are le sop<strong>it</strong>e coscienze ad affrontare in chiave<br />

di ferma protesta l'adozione del provvedimento, soprattutto perché era per l'appunto l'estate<br />

inoltrata e ancora non si aveva notizia delle modal<strong>it</strong>à applicative di un principio di per sé anche<br />

ragionevole ma che dovrebbe trovare forme di applicazione molto selettive.<br />

Alla forma di protesta hanno partecipato anche centri che non hanno nessun interesse immediato<br />

all'applicazione della compartecipazione non avendo utenti nei regimi di ricovero considerati.<br />

Chi scrive è certo che non tutti abbiano effettivamente fatto quello che si era deciso con ciò indebolendo<br />

una già modesta capac<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica e contrattuale dei centri di riabil<strong>it</strong>azione e delle famiglie e<br />

degli utenti disabili.<br />

Si era deciso di inviare delle lettere di dimissione da realizzarsi nel giro di qualche tempo, ad un<br />

numero di utenti tale che le ASL potessero rilevare il problema del malessere dei centri e degli utenti.<br />

Nulla è accaduto in chiave di mobil<strong>it</strong>azione generale, mentre alcuni episodi in chiave molto particolare<br />

testimoniano come la strumentalizzazione delle buone intenzioni sia una pratica comune e che se le<br />

buone intenzioni di due soggetti deboli, ma che hanno obiettivi parzialmente divergenti, trovano l'amplificazione<br />

di altri "giocatori" con intenzioni meno nobili o comunque divergenti dagli altri giocatori allora si<br />

scatena una tempesta perfetta che si abbatte sui deboli.<br />

E' la dimostrazione che "le strade dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni" e che il potere non<br />

ama essere disturbato in particolare se c'è la sproporzione tra il Potere e il "sudd<strong>it</strong>o" dovuta alla mancanza<br />

di rappresentanza del soggetto debole.<br />

Alla fine si comprende come sia inutile anzi sia controproducente provare a salvare chi non vuole essere<br />

salvato collocandosi nell'alveo del bene comune, perché ha già deciso, partecipando appieno allo spir<strong>it</strong>o<br />

del tempo (poiché è il tempo del trionfo dell'individualismo più sfrenato) di essere in grado di risolvere<br />

in chiave di tornaconto personale qualunque s<strong>it</strong>uazione problematica che si presenti.<br />

Da tutte queste considerazioni ne ricavo un solo insegnamento: l'incapac<strong>it</strong>à di vedere appena oltre il<br />

proprio piccolo risultato utile costringe tutti ad accettare la logica del dominio anche arb<strong>it</strong>rario del più<br />

forte.<br />

Le scelte di governo del sistema della riabil<strong>it</strong>azione già sono diventate di totale appannaggio della<br />

Amministrazione Regionale, realizzate in modo autor<strong>it</strong>ativo, affidandosi al solo conforto di strutture tecniche<br />

che rappresentano una visione parziale della realtà, la quale è invece molto più articolata e molto<br />

più corrispondente alla realtà effettuale.<br />

La logica di potere scende lungo la scala amministrativa e si manifesta ad ogni livello decisionale e di<br />

controllo in modo tale che si rende indeterminato il quadro di riferimento normativo e perciò si rende<br />

molto più discrezionale l'intervento di chi ha il potere di intervenire.<br />

6 | 7


UNA BREVE<br />

RIFLESSIONE<br />

SULLA<br />

COMPARTECIPAZIONE<br />

ALLA SPESA PER LE<br />

PRESTAZIONI RIABILITATIVE<br />

Io mamma di una creatura diversamente abile di 39 anni, oggi mi sento come se, sulla testa di noi gen<strong>it</strong>ori,<br />

ci cade una trave e, mi domando: cosa significa la parola sociale? Forse significa" vi tolgo la pensione"? E<br />

sì! perché vi pagate quelle ore di respiro nei luoghi di assistenza!<br />

Quanta dolorosa tristezza per noi gen<strong>it</strong>ori anziani che viviamo disagi e sol<strong>it</strong>udine ogni giorno. Forse non<br />

sapete che alcune famiglie vivono solo con quei pochi denari del figlio disabile? Certo si può pensare di<br />

tenere in casa i nostri figli, ma allora si pensa di farla fin<strong>it</strong>a perché siamo stanchi mentalmente e fisicamente.<br />

Le forze per andare avanti e combattere ancora le difficoltà di una v<strong>it</strong>a sono fin<strong>it</strong>e!<br />

Grazie signora Polverini, non dimentichi l'articolo 32 della Cost<strong>it</strong>uzione: "La Repubblica tutela la salute<br />

come fondamentale dir<strong>it</strong>to dell'individuo e interesse della collettiv<strong>it</strong>à e garantisce cure gratu<strong>it</strong>e agli indigenti"<br />

Così è stata scr<strong>it</strong>ta il giorno 1° dicembre 2010 questa testimonianza e così viene qui riproposta.<br />

Non sono bastati alcuni incontri per tranquillizzare questa mamma, per farle accettare che la questione di<br />

cui stiamo parlando è sì molto complessa e preoccupante, ma di certo non giustifica il pensiero di tenere<br />

in casa il proprio figlio, togliendolo dai Centri di Riabil<strong>it</strong>azione e tantomeno è il caso di pensare di procurare<br />

la morte a sé stessi e forse anche al proprio congiunto!<br />

In questo periodo la "minaccia" di farla fin<strong>it</strong>a l'ho sent<strong>it</strong>a più spesso che nel passato, da parte di mamme di<br />

ragazzi disabili.<br />

Non è bastato dire a questa e ad altre mamme e papà, che nessuno vuole togliere loro la pensione e neppure<br />

l'assegno di accompagno del figlio, ma che la questione è da analizzare con calma, per comprenderne<br />

la portata e gli effetti, per ogni c<strong>it</strong>tadino disabile interessato e per ogni famiglia coinvolta. Rimane nei familiari<br />

dei nostri pazienti una diffidenza, anche nei confronti di noi operatori, che non si piega alle nostre<br />

spiegazioni e al tentativo di rassicurarli.<br />

I familiari dei nostri ragazzi ora non si fidano più dei Centri di Riabil<strong>it</strong>azione, perché sono proprio questi<br />

che li hanno informati della recente normativa in vigore e della necess<strong>it</strong>à di fornire ai Centri una documentazione<br />

dalla quale si può evincere se e quanto ogni paziente disabile, in carico con modal<strong>it</strong>à di mantenimento<br />

presso un Centro di Riabil<strong>it</strong>azione diurno o residenziale, deve versare per poter usufruire del<br />

Servizio. Conosco un caso di una mamma vedova, che ha fatto dimettere il proprio figlio dal Centro diurno<br />

per il timore di dover essere obbligata a pagare una qualche cifra, accusando i responsabili del Centro di<br />

essere proprio loro interessati a volere questi soldi!<br />

I familiari si sono inquietati con le amministrazioni dei Centri di Riabil<strong>it</strong>azione, perché una volta recatisi a<br />

chiedere il redd<strong>it</strong>o ISEE individuale del proprio congiunto disabile, al CAF si sono sent<strong>it</strong>i dire che non era<br />

possibile averlo individuale e hanno ricevuto invece quello familiare complessivo; poi con tale documentazione<br />

sono andati al Municipio di riferimento, dove gli hanno risposto che di tale argomento loro non ne


sapevano niente e infatti gli impiegati si sono rifiutati di ricevere la documentazione. I gen<strong>it</strong>ori, di conseguenza,<br />

sono andati ai Centri a protestare. I responsabili dei Centri si sono messi in contatto con gli uffici<br />

dei Municipi e del Comune, ricevendo risposte surreali e talvolta arroganti e disarmanti.<br />

R<strong>it</strong>orniamo alla lettera della nostra mamma: una donna dinamica, ancora in forze, senza il mar<strong>it</strong>o che è<br />

deceduto, ma con un altro figlio che le dà sostegno. È una donna che si informa e partecipa anche ad ogni<br />

occasione di confronto, eppure… è rimasta disorientata, piena di incertezza, di diffidenza, di paura e di<br />

angoscia per quello che potrà succedere a lei e al suo figlio-creatura!<br />

Il punto è questo: una delicatissima operazione di riorganizzazione dei Servizi Socio-San<strong>it</strong>ari (che non può<br />

riguardare solo l'attuale Governo Nazionale e Regionale) è stata gest<strong>it</strong>a malissimo, con grande superficial<strong>it</strong>à<br />

e incompetenza. Ora però, alcuni mesi di caos, grazie ai responsabili dei Centri di Riabil<strong>it</strong>azione, la<br />

Regione e i Comuni stanno ponendo qualche rimedio, come quello di obbligare gli uffici dei Municipi ad<br />

accettare la documentazione presentata dalle famiglie, rilasciando una ricevuta e attivandosi ad organizzare<br />

un servizio con personale dedicato. Rimangono comunque grandi incertezze e difficoltà.<br />

Ora la documentazione presentata dalle famiglie viene accettata dai Municipi, ma ancora non sanno se e<br />

quanto dovranno pagare. Nel frattempo, da luglio 2010, i Centri di riabil<strong>it</strong>azione non sanno a chi fatturare<br />

la quota sociale del 30% a carico del paziente e/o del Comune di residenza. Alcuni Centri hanno già comunicato<br />

ai pazienti e alle loro famiglie che intanto dovranno pagare loro, per poi essere eventualmente rimborsati<br />

dal Comune della quota, totale o parziale, spettante agli stessi.<br />

Presumibilmente tutti i Centri presenteranno la fattura ai pazienti e ai loro familiari i quali si irr<strong>it</strong>eranno<br />

alquanto e giustamente. E non pagheranno! Così i Centri si troveranno, non si sa per quanto tempo, con<br />

entrate ulteriormente ridotte (oltre ai tagli degli ultimi tempi) e con grandi difficoltà a pagare gli stipendi<br />

agli operatori e ad assicurare la continu<strong>it</strong>à dei servizi.<br />

Lo sconforto che pervade le persone con disabil<strong>it</strong>à e i loro familiari è il risultato di una v<strong>it</strong>a vissuta nell'incertezza.<br />

Per avere il riconoscimento di alcuni dei loro dir<strong>it</strong>ti vi sono voluti decine di anni. Ora da ormai<br />

molti anni si assiste a un r<strong>it</strong>orno indietro.<br />

Non vi è il solo problema di elevare il tetto del redd<strong>it</strong>o ISEE (come rivendicato dall'onorevole Ileana<br />

Argentin e dal suo gruppo pol<strong>it</strong>ico) per chiedere la compartecipazione, ma occorre invertire la rotta intrapresa<br />

negli ultimi anni, che ha visto penalizzati proprio le parti più deboli e meno protette, in quanto non<br />

hanno alcun peso pol<strong>it</strong>ico e non sono organizzate, perché quasi sempre prive di forze personali e perché<br />

intrappolate nel loro disagio materiale e morale.<br />

I c<strong>it</strong>tadini osp<strong>it</strong>ati nei Centri diurni e/o residenziali, sono portatori di gravi disabil<strong>it</strong>à psichiche e/o fisiche e<br />

le loro famiglie sono provate logorate da una v<strong>it</strong>a difficile, che ha trovato sostegno e conforto nella solidarietà<br />

di organizzazioni dei disabili, di persone impegnate nella pol<strong>it</strong>ica, di amministratori sensibili e nell'assistenza<br />

ricevuta nei entri di Riabil<strong>it</strong>azione e/o con l'assistenza domiciliare. Questi c<strong>it</strong>tadini e i loro familiari,<br />

hanno bisogno di certezze per il futuro. Non solo… vogliono mantenere quello che hanno e recuperare<br />

quanto perduto negli ultimi anni. I familiari delle persone con gravi disabil<strong>it</strong>à psichiche e fisiche che vivono<br />

in famiglia, vogliono sapere dove andranno a finire i loro congiunti quando i gen<strong>it</strong>ori, ormai quasi sopra i<br />

70 anni, avranno anche loro bisogno di assistenza assidua. Chiedono intanto aiuto per delle giornate di<br />

respiro, di recupero delle forze o, per occuparsi della loro salute, quasi sempre trascurata. Chiedono dunque<br />

qualche week-end di sollievo e chiedono qualche settimana l'anno di osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à residenziale, non chiedono<br />

solo quindi il soggiorno estivo, che invece è quasi spar<strong>it</strong>o a causa di enormi difficoltà economiche e<br />

organizzative dei Centri.<br />

Questo tempo di caos e di incertezza può essere l'occasione per convincere gli attuali governanti che la<br />

pol<strong>it</strong>ica dei servizi in favore dei c<strong>it</strong>tadini con gravi disabil<strong>it</strong>à, va concertata con tutte le forze pol<strong>it</strong>iche e i<br />

rappresentanti delle varie categorie coinvolte.<br />

Pietro Gaballo<br />

8 | 9


la ricetta<br />

Tiramisù<br />

QUELLO CHE CI VUOLE<br />

- un pacco di biscotti savoiardi<br />

- 4 macchinette di caffè<br />

- 2 uova<br />

- una vaschetta di mascarpone<br />

- 3 cucchiai di zucchero<br />

- cacao amaro<br />

COME SI FA<br />

Preparare il caffè. Inzuppare i biscotti nel caffè.<br />

Metterli nella teglia. In una zuppiera<br />

sbatto un uovo interoe uno solo il rosso<br />

on lo zucchero fino a che diventa una crema<br />

poi ci metto il mascarpone. Spalmare la crema<br />

sui biscotti e fare 3 strati dei biscotti e di crema.<br />

Alla fine mettere il cacao sopra.<br />

Mettere dentro il frigo.<br />

Mangiare.<br />

Carla G.


la storia<br />

S.D.<br />

Riporto qui di segu<strong>it</strong>o, fedelmente, l'intervista -<br />

telefonica e a puntate - fatta alla signora D.,<br />

madre di S. che da qualche anno frequenta il<br />

Progetto Camelot (progetto per adolescenti con<br />

disabil<strong>it</strong>à medio-lieve) del COES.<br />

Quello che mi colpisce è stata l'iniziale difficoltà<br />

della signora (e di tanti altri gen<strong>it</strong>ori contattati<br />

per lo stesso motivo), nonostante l'enorme disponibil<strong>it</strong>à,<br />

a raccontare e raccontarsi. In particolare in forma scr<strong>it</strong>ta, come se il mettere "nero su bianco"<br />

rendesse ancora più visibile il lato brutto delle cose. Concetto questo, molto ben espresso dalla signora<br />

stessa, in una delle tante mail che ci siamo scambiate prima di riuscire a trovare forma e modi per<br />

raccontare la storia di S. e della sua famiglia.<br />

Mi scuso veramente tanto, ma non riesco a scrivere niente, ogni volta che ci provo, mi blocco.<br />

Evidentemente mettere nero su bianco questa cosa non è facile come credevo. Magari oggi a voce..<br />

(se non é troppo tardi!) di nuovo tante scuse<br />

Buona giornata<br />

Quello che mi colpisce è che, una<br />

volta "rotto il ghiaccio", il<br />

bisogno di raccontarsi è tale<br />

che difficile diventa poi arginare<br />

i tanti aneddoti che<br />

rimandano l'uno all'altro come<br />

in un gioco, crudele, di specchi:<br />

storie di piccoli e grandi soprusi,<br />

caratterizzati da emozioni<br />

contrastanti, fatti di piccole gioie<br />

e grandi stanchezze.<br />

Ancora mi colpisce che, contattata<br />

per raccontare l'increscioso episodio<br />

che ha visto S. protagonista al<br />

compimento della maggiore età (episodio,<br />

tra l'altro comune a molti<br />

ragazzi disabili), la signora ha poi<br />

ampliato il discorso raccontando la<br />

storia di S. fino ad ora, dove - io che<br />

ascoltavo - in più di un'occasione (vedi<br />

cap<strong>it</strong>olo scuola) mi sono trovata a<br />

pensare che l'increscioso episodio<br />

della sospensione<br />

dell'assegno di accompagno<br />

fosse, alla fine,<br />

meno increscioso di<br />

tante altre cose (vedi<br />

tutto ciò che riguarda<br />

10 | 11


la relazione medico-paziente, dove il più delle volte l'incompetenza e la scarsa professional<strong>it</strong>à<br />

diventano assoluti protagonisti e dove prevale il colpevolizzare una persona della propria malattia<br />

piuttosto che farla sentire responsabile della sua salute).<br />

Mi colpisce infine che passano gli anni, cambiano i governi, progredisce la ricerca, ma questioni<br />

tipo "come attuare pol<strong>it</strong>iche sociali in grado di provvedere anche (o almeno) ai soggetti più disagiati?",<br />

"chi sostiene gli insegnanti di sostegno?", "come migliorare la comunicazione medico-paziente?"<br />

… (per c<strong>it</strong>arne solo le prime tre che mi vengono in mente), restano insolute.<br />

"Buona" lettura<br />

Maria Grazia D'Avino<br />

30/11/10<br />

18 anni… ASL… INPS…<br />

MG: Buongiorno Signora D. Allora, come andiamo?<br />

Signora D: ..lasciamo perdere… mi è appena arrivata la lettera dell'INPS. Gli devo ridare<br />

6.225,00 euro.. perché da quando ho fatto la vis<strong>it</strong>a per i 18 anni di S., mi hanno fatto questo verbale<br />

dove le davano il 70% così non le danno più pensione né accompagno, i soldi però hanno continuato<br />

a darmeli… e mò è arrivata la lettera che glieli devo rida', tutto il 2010… fortuna che non li<br />

ho toccati! Mò io ho presentato il ricorso a settembre, quindi con l'avvocato stiamo cercando di<br />

capire… Per adesso devo aspettare, poi però il giudice dovrà nominare un medico legale. Il problema<br />

è che non avendo S. problemi di deambulazione… mi pare di capire che è difficile che gliela<br />

diano e qui però c'ho un altro dubbio: se il ricorso viene accettato poi che significa? che S. non<br />

può più uscire da sola? Perché lei ora sta frequentando "I percorsi zebrati" (progetto sulle autonomie,<br />

del Comune di Roma)… stanno facendo tutto un lavoro sull'autonomia, che addir<strong>it</strong>tura le<br />

vogliono far prendere l'autobus da sola. Da una parte sì, sono contenta, ma poi penso che prospettive<br />

ci sono per lei e per chi è come lei? Penso al lavoro, sì può uscire da sola, ma come fa a mantenersi<br />

da sola? Che lavoro potrebbe trovare?!…<br />

MG: potrebbe quindi pure essere che prende la pensione ma non l'assegno di accompagno?<br />

Signora D.: sì, sono due cose diverse, ma come si campa con i 250 euro della pensione?<br />

L'accompagno sono 480; questo più quello, non è certo uno stipendio, però qualcosa si fa.<br />

L'avvocato dice "la ragazza avrà quello che è giusto"… tutto da vedere, insomma anche perché<br />

l'ASL non ha riconosciuto la disabil<strong>it</strong>à mentre per l'INPS c'è. Speriamo solo che 'sto medico legale<br />

non mi faccia come quell'altro che m'ha detto, davanti a S. che se poteva buttare di sotto….<br />

Dotti, medici e sapienti…<br />

MG: …come? Mi faccia capire meglio<br />

Signora D: … mi era stato detto che al compimento del diciottesimo anno della ragazza, dovevo<br />

portare mia figlia a fare una vis<strong>it</strong>a per la conferma dell'assegno… quando sono andata alla ASL il<br />

primo che mi ha accolto e ha visto la sentenza del tribunale mi ha chiesto "signora, ma che è venuta<br />

a fare?", e io gli ho detto che ero andata per ricevere la conferma dell'assegno di accompagno e<br />

per la richiesta della pensione. Allora, c'era una dottoressa di questa commissione che ha chiesto a<br />

S. "come vai a scuola?"… e S. ha risposto "alcune volte a piedi, altre con la macchina".. e questa si<br />

gira di scatto verso me e verso gli altri e dice "ma che, guida?!?"… (ride) allora io le ho spiegato<br />

che ero io ad accompagnarla in macchina… lei si è scocciata proprio, si è visto… si è accorta della<br />

figuraccia che ha fatto… E quando me ne stavo andando e ho chiesto una fotocopia autenticata<br />

del documento che mi stavano rilasciando, e me la stavano andando a fare, questa qua della figuraccia<br />

si è rivoltata, ha cominciato a urlare "che cosa ci deve fare?". E allora io me ne sono andata<br />

così e neanche la fotocopia semplice c'ho del loro verbale… della ASL non c'ho niente.<br />

Invece all'INPS sono stati molto gentili. A parte che facevano domande semplici e quando chiedevano<br />

qualcosa a me lo facevano a bassa voce per rispetto nei riguardi di S.… quando S. fa queste<br />

vis<strong>it</strong>e mi dà un fastidio enorme che devo dire tutte le cose davanti a lei…. Ad esempio, quella volta<br />

che ho fatto ricorso per l'assegno di frequenza... allora deve sapere che io non sapevo niente, per<br />

anni non ho saputo che c'è un sostegno economico per chi ha una disabil<strong>it</strong>à… Solo nel 2004 ho<br />

cominciato a ricevere questo assegno, con gli arretrati dal 1999, ma fino a quel momento assolutamente<br />

niente. Portavo S. dalla logopedista e tutti pensavano che io sapessi, ma io ho sempre pagato<br />

tutto, ogni sorta di vis<strong>it</strong>a, di terapia. Ho sempre pagato tutto, abbiamo speso i milioni per S., e per<br />

un sostegno per noi… pure l'agopuntura ho fatto, sennò crollavo…<br />

Quindi quando l'ho saputo ho fatto domanda, ma non mi è arrivato mai niente. Sono stata all'uffi-


cio invalidi civili dove mi hanno detto che potevo fare ricorso e che se volevo potevo portarmi un<br />

medico alla vis<strong>it</strong>a (come controparte)… allora mi hanno indicato questo medico che mi ha fatto da<br />

sub<strong>it</strong>o una bruttissima impressione, voleva 700.000 lire, all'epoca, e veniva senza neanche conoscere<br />

S.… così siamo andati soli, col certificato di via dei Sabelli (centro neuropsichiatria infantile),<br />

dove c'erano scr<strong>it</strong>ti tutti i vari problemi di S.… era pesante ma era la realtà.<br />

Questo medico l'ha letto, ad alta voce e commentava con un tono strano… c'era scr<strong>it</strong>to ad esempio<br />

che S. non poteva restare da sola, e lui "e questo che significa, che se resta da sola, apre la finestra<br />

e si butta di sotto?"… tutto questo davanti a S.. Io non sono riusc<strong>it</strong>a a dirgli niente, piangevo solo e<br />

lui continuava con 'ste frecciatine, come se io fossi lì e ci stessi a provare, a fare finta … imbrogliare,<br />

sulla salute di mia figlia?!? In tutto ciò c'era S. che mi guardava perché piangevo… traumatico,<br />

per tutte e due. Ogni volta che ci stanno da fare queste vis<strong>it</strong>e ci piglia un colpo a tutte e due.<br />

S. ha cominciato l'asilo a 3 anni, dalle suore dove era andato l'altro mio figlio. La suora sub<strong>it</strong>o si è<br />

accorta che qualcosa non andava. Il pediatra diceva di no, che era tutto normale e noi ci fidavamo<br />

di lui. S. non parlava e lui diceva che suo figlio aveva cominciato a parlare a quattro anni e mezzo;<br />

S. non camminava bene e lui diceva che era grossa, per questo e che era meglio non sforzarla…<br />

devo dirlo, ha preso una toppa stratosferica, ma noi ci fidavamo di lui. Secondo me qualcosa lui<br />

sospettava ma non ha voluto dir niente…<br />

Alla nasc<strong>it</strong>a (il 17 alle 17e17) S. è rimasta incastrata per un attimo. Tirata fuori la testa, si è incastrata<br />

con le spalle. L'ostetrica è andata nel panico. Mi urlava spinga, spinga, ma io la spinta non<br />

la sentivo più perché la testa era usc<strong>it</strong>a. Allora mia cognata che è infermiera ed era presente, mi è<br />

montata su e l'ha fatta uscire sub<strong>it</strong>o..<br />

S. dormiva sempre, aveva la linguetta in fuori e la testina sempre rivolta verso sinistra.. io qualcosa<br />

avevo notato però, sono sincera, c'era un rifiuto a pensare certe cose, anche perché alle vis<strong>it</strong>e di<br />

routine dopo la nasc<strong>it</strong>a nessuno mi aveva detto niente, nessun dubbio…<br />

Sono stata al consultorio, poi m'hanno mandato al Bambin Gesù dove mi avevano detto che sì,<br />

qualcosina c'era ma era cosa leggera che col tempo sarebbe migliorata. Poi mi hanno parlato<br />

(altri medici e specialisti) di blocco psicologico, una sorta di spavento che bloccava S. e non le<br />

faceva fare le cose… In quel periodo abbiamo fatto di tutto, l'abbiamo portata dappertutto (sempre<br />

pagando), pure l'omeopatia abbiamo provato. In quel periodo io facevo l'agopuntura, e abbiamo<br />

portato pure lei, aveva 5 anni… la mattina dopo parlava, ci è preso un colpo. Siamo stati da una<br />

neuropsichiatra, anche questa a pagamento… 100.000 £ 14 anni fa, a botta. Era di Milano, molto<br />

forte come metodi, e ci disse che se S. continuava così sarebbe diventata autistica perché si stava<br />

isolando sempre più. Così abbiamo cominciato questa terapia con lei… sì ci sono stati dei miglioramenti<br />

e sempre lei ci ha consigliato una neuropsichiatria che veniva da Gerusalemme che veniva<br />

a Milano, e noi siamo andati tutti a Milano, l'ha vis<strong>it</strong>ata in un albergo e per la prima volta è usc<strong>it</strong>o<br />

fuori che S. aveva un'ipotonia di tutto il lato sinistro. Immaginate voi, nessuno mai ci aveva detto<br />

una cosa del genere… ci ha dato degli esercizi, degli esami da fare… Quindi abbiamo cominciato<br />

con risonanza in testa, elettroencefalogramma, mappa cromosomica etc… tutto negativo fino al<br />

famoso giorno al Policlinico con le tre dottoresse famose… (famose nel senso che me ne aveva già<br />

accennato in un precedente contatto telefonico) …si esprimevano con certi paroloni, io non capivo,<br />

stavo là sulle spine… S. piangeva che le facevano tutti quei prelievi. Io non ce la facevo più, ho<br />

chiesto di spiegarmi meglio e una di quelle mi si è girata e sempre ad alta voce, sempre davanti a<br />

S. "signora, sua figlia è r<strong>it</strong>ardata". Io dico, erano donne, c'avranno avuto dei figli pure loro… detto<br />

così, una coltellata..<br />

scuola<br />

Dopo le suore S. poi ha fatto altri due anni di asilo alla scuola pubblica, per il sostegno (anche se<br />

il pediatra aveva detto di no). Le mamme degli altri bambini erano tutte ag<strong>it</strong>ate dalla presenza di<br />

S.… S. aveva una mania.. doveva sempre chiudere porte, cassetti etc… un giorno ha chiuso una<br />

porta, e casualmente ha chiuso il d<strong>it</strong>ino di una bambina nella porta… immaginatevi che è successo…<br />

perché era stata lei, se era un'altra… tutte le mamme si sono rivoltate dicendo che S. era<br />

aggressiva… mi sono dovuta sentir dire dei commenti… quanto astio, pregiudizi…<br />

Alle elementari è andata anche peggio. L'hanno messa in una classe dove c'erano molti ragazzini<br />

difficili, a rischio etc… in più c'era pure un ragazzino schizofrenico che, paradossalmente, solo S.<br />

riusciva a calmare.. infatti dicevamo che avrebbe avuto un futuro da crocerossina. Qui le è cap<strong>it</strong>ata<br />

un'insegnante di sostegno assurda. Io lì ho fatto lo sbaglio… S. mi tornava a casa piena di lividi<br />

12 | 13


sulle braccia, poi sono venuta a sapere che se S. la ignorava, non faceva come diceva lei, la pizzicava<br />

sulle braccia, le metteva la pomata e le diceva di non dire niente… la portava in un'aula da sola, dove<br />

c'erano i computer… un'aula con tutti i fili elettrici scoperti, i vetri rotti… c'erano pur ei topi. Io volevo<br />

chiamare qualcuno, i vigili del fuoco ma le altre mamme me lo hanno proib<strong>it</strong>o. Dicevano che se chiudevano<br />

la scuola poi come facevano coi figli, che lavoravano e a casa non li potevano tenere. E io pensavo,<br />

se succede qualcosa ai figli, poi che fate? Io a quell'insegnante la dovevo denunciare. Non l'ho fatto.<br />

L'ho portata via da quella scuola però. Io ce l'ho a morte con gli insegnanti di sostegno, penso che<br />

dovrebbero essere più attenti, più sensibili e non è così. Ma come le prendono?<br />

01/12/10<br />

MG: Signora Buon giorno, pronta? … parlavamo di scuola..<br />

Signora D. Sì… parlavamo di scuola, eh.. di omertà… dell'appoggio che non ho avuto delle maestre e<br />

delle altre mamme. Non sono riusc<strong>it</strong>a a denunciare nulla e alla fine ho rifiutato tutto il Pubblico… la<br />

logopedista della ASL era brava sì però, una volta le faceva male un dente, una volta la febbre, una<br />

volta s'era rotta un piede… è cap<strong>it</strong>ato che S. saltasse anche più di un mese di segu<strong>it</strong>o di terapia. Io sono<br />

andata a reclamare, a chiedere se c'era una sost<strong>it</strong>uta… Mi sono sent<strong>it</strong>a rispondere con una risata<br />

"signora, siamo in Italia!".<br />

Ogni vis<strong>it</strong>a erano mesi d'attesa.. alla fine mi sono rivolta al privato.<br />

Dopo i primi due anni disastrosi delle elementari alla scuola pubblica, siamo passati dalle suore. Era<br />

una classe con 5 bambine… però l'ambiente era calmo, pul<strong>it</strong>o, tranquillo e lì S. è stata bene fino alla<br />

quinta. Poi, per seguire le amiche, alle medie l'ho segnata alla scuola (pubblica) dove andavano le amichette,<br />

ma lì è fin<strong>it</strong>a all'ultima sezione H, quella peggio. Nella prima, la sezione A c'erano tutti i figli dei<br />

professori, si lavorava parecchio, si studiava… Alla H c'erano tutti i figli dei detenuti, tutti minori a<br />

rischio. Lì S. aveva un'insegnante di sostegno che non le faceva fare niente. Di buono c'era solo un professore<br />

di educazione tecnica, bravissimo, che diceva che S. aveva un potenziale, risorse da utilizzare…<br />

l'anno dopo l'hanno trasfer<strong>it</strong>o. È venuta poi un'altra di sostegno, poi un'altra… "la perla" (ironica)..<br />

quella delle elementari la pizzicava, questa la torturava a livello psicologico. A parte che era strana…<br />

era grande di età ma si vestiva come una ragazzina, eccentrica, tipo bambina. Quando si arrabbiava<br />

con S. le girava le spalle e le diceva "non ti parlo più", proprio come una ragazzina… All'inizio S. ci<br />

andava d'accordo, ma poi… ha fatto "sbroccare" anche me. Secondo me c'aveva bisogno lei del sostegno…<br />

Al momento degli esami sono andati tutti in tilt… poiché c'era una commissione esterna, hanno<br />

preparato per S. un programma assurdo: 6 poesie, un sacco di cose da imparare a memoria.. dopo 3<br />

anni che non aveva mai fatto niente. Ad un certo punto S. non voleva più andarci a scuola, allora ho<br />

pensato qua è successo qualcosa… e infatti. Pure le amichette me lo dicevano, "guarda che la professoressa<br />

a S. la tratta male, la prende in giro, le fa il verso…". La cosa peggio… un giorno questa prende<br />

una penna dall'astuccio di S., un astuccio cui S. teneva tanto che lei alle cose sue ci tiene; questa penna<br />

non scriveva e lei che fa, gliela butta nel secchio e butta tutto l'astuccio.. S. è tornata a casa e me l'ha<br />

detto… non c'ho visto più… Ma il preside non se ne fregava niente, pure ai GLH (Gruppi Lavoro<br />

Handicap) non gliene importava niente, stava al telefono, parlava, disturbava… Quando S. m'ha detto<br />

di questo astuccio, sono andata, ho alzato la voce, ho detto che avrei mandato i carabinieri, anzi "striscia<br />

la notizia". Come ho cominciato a fare la matta così le cose sono cambiate. Poi finalmente S. ha<br />

fatto gli esami e alle superiori ho trovato il Paradiso, come ambiente, amicizie… anche se come sostegno<br />

anche qui un disastro. C'era una che non le faceva fare niente e infatti ho cominciato a far fare a S.<br />

ripetizione private… a un GLH le era stato chiesto a questa insegnante di sostegno di scrivere il verbale,<br />

e questa non scriveva nonostante i vari sollec<strong>it</strong>i del preside.. Ha detto che aveva problemi spaziali, di<br />

coordinazione coll'occhio.. insomma non sapeva scrivere!! Per fortuna questa scuola è piccola, è una<br />

succursale, le compagne sono carucce e poi c'è il professore di Italiano che è un santo e adora S. e io lo<br />

adoro.. ora ha anche un'insegnante di sostegno brava.. Proprio un altro ambiente… le amiche la inv<strong>it</strong>ano<br />

ai compleanni… quando S. ha vinto le gare a Lignano Sabbiadoro, le hanno fatto una festa incredibile,<br />

cartelloni, striscioni etc… lì S. si sente importante, si sente coccolata, ci va volentieri. Ecco dall'asilo<br />

alle medie da cancellare, ma qui è un'altra cosa.<br />

Ed eccoci qua…<br />

Saluto la signora, ringraziandola per la disponibil<strong>it</strong>à, e senza neanche una parola (non di circostanza) da<br />

poterle dire.


A.R.<br />

Andrea oggi ha venti anni, è affetto<br />

da leucomalacia periventricolare -<br />

tetraparesi mista distonica ed epilessia,<br />

non deambulante dalla<br />

nasc<strong>it</strong>a, riconosciuto invalido al<br />

100% nel 1992.<br />

Sono venti anni che io e mia<br />

moglie nuotiamo nella melma, ma<br />

nonostante ciò abbiamo ancora<br />

la speranza di poter trovare una<br />

risposta convincente per avere<br />

"ancora" fiducia ed apprezzare<br />

questa società.<br />

Il coinvolgimento emotivo che scaturisce dall'assistenza di un figlio disabile genera uno stato di<br />

malessere quotidiano, di disagio, che fa percepire la v<strong>it</strong>a sociale come uno "stress" continuo e che<br />

conduce ad una condizione di apatia e, allo stesso tempo, di odio nei confronti di chiunque che,<br />

anche a ragione, crea delle s<strong>it</strong>uazioni che ne determinano un inutile impiego del nostro tempo, di<br />

incombenze burocratiche, di "scocciature" che vengono avvert<strong>it</strong>e ancora più grandi soprattutto<br />

quando si ha la consapevolezza che un dir<strong>it</strong>to, un beneficio, concesso dalla legge (apparentemente<br />

attenta ai problemi dei bisognosi), viene quasi dimenticato.<br />

L'effetto negativo più considerevole è ciò che ne consegue nella v<strong>it</strong>a familiare e, nello specifico,<br />

oltre alla frequenti insonnie, i problemi causati da questo stato di scarso entusiasmo ed insoddisfazione<br />

verso il sistema.<br />

Solo per fare qualche esempio delle "agevolazioni alla complicazione della v<strong>it</strong>a", che vengono<br />

concesse con tanta facil<strong>it</strong>à, da ogni ist<strong>it</strong>uzione, è degna di attenzione la vicenda occorsa al compimento<br />

del 18° anno di Andrea: il 27 maggio del 2008 è diventato maggiorenne e "giustamente" gli<br />

è stata sospesa l'indenn<strong>it</strong>à di accompagnamento.<br />

14 | 15


I giorni successivi mi recai presso l'Asl di via Enrico Fermi per richiedere la vis<strong>it</strong>a di accertamento<br />

prevista dalla normativa e l'impiegata addetta mi riferì che avrei dovuto interessare il Tribunale<br />

civile per la nomina di un tutore.<br />

I giorni successivi mi recai presso il Tribunale dove avanzai richiesta di interdizione e, purtroppo,<br />

solo dopo 7 mesi circa ci fu la sentenza e finalmente mia moglie fu nominata quale figura tutrice<br />

di Andrea.<br />

Non appena in possesso del verbale della sentenza, in febbraio 2009, mi recai all'ASL dove presentammo<br />

la domanda.<br />

Qualche mese dopo ci fu la vis<strong>it</strong>a a domicilio del medico addetto all'accertamento e nel contempo<br />

mi recai per la consegna all'INPS di via Lenin dell'intera documentazione.<br />

Il giorno 26 settembre r<strong>it</strong>iro dalla cassetta la corrispondenza dell'INPS che comunica la riliquidazione<br />

per un cred<strong>it</strong>o a favore di Andrea con decorrenza marzo 2009.<br />

Perché marzo 2009? Andrea non percepisce nulla da giugno 2008, perché l'indenn<strong>it</strong>à di accompagnamento<br />

l'hanno sospesa per quel periodo, se fosse stato miracolato non avrei chiesto nulla.<br />

Il 29 settembre mi recai all'INPS di Via Lenin e con molta delusione ebbi le informazioni che mai<br />

avrei pensate possibili: "i benefici decorrono dal mese successivo alla presentazione dell'istanza".<br />

Ma io? Sono io arrivato tardi? Io non ho saputo tutelare i dir<strong>it</strong>ti di mio figlio?, o forse qualche<br />

ingranaggio della ruota non ha funzionato come avrebbe dovuto?<br />

Penso, fortunato Andrea che ha un papà ed una mamma che fanno i sacrifici e pensano a tutte le<br />

sue esigenze, altrimenti questo Stato l'avrebbe fatto morire di fame in tutto questo periodo che<br />

non ha percep<strong>it</strong>o nulla e non avrebbe potuto neanche fare le terapie non convenzionate. Risultato<br />

finale, il famoso "ricorso", che avrà necessariamente bisogno dei suoi tempi… 4 o 5 anni almeno.<br />

L'ultima simpatica vicenda è accaduta recentemente, giugno 2010. Andrea viene miracolosamente<br />

inser<strong>it</strong>o nel progetto del COES e comincia la frequenza del Centro. Provvediamo sub<strong>it</strong>o a richiedere<br />

il trasporto presso gli uffici preposti, difficile capirlo quali, ma alla fine abbiamo interessato<br />

tutti. Ci recammo in così tanti uffici per ascoltare così tante versioni diverse che alla fine per non<br />

cadere nella tanto famosa depressione ci siamo armati di buona volontà per comprare un veicolo<br />

idoneo al trasporto di Andrea, anche per non affaticare il mio caro cuore già danneggiato da un<br />

recente infarto. Ad oggi ancora non si ha la disponibil<strong>it</strong>à del famoso "pulmino", ricordo solo le<br />

motivazioni dell'impossibil<strong>it</strong>à di averlo: "…hanno tagliato i fondi…", "…è stata male interpretata<br />

la circolare…", "…i soldi ci sono ma il dirigente non ha cap<strong>it</strong>o se può imputare la spesa su quel<br />

cap<strong>it</strong>olo di bilancio…", "…non sono stati stanziati fondi a sufficienza…" e altro che viene la nausea<br />

solo a ricordare. Ma io sono malizioso, perché ormai non ho più fiducia in questi uomini che<br />

ci governano. Non hanno le att<strong>it</strong>udini per farlo? No, non credo. Mi è più facile pensare che potrebbero<br />

aver stanziato dei fondi su un cap<strong>it</strong>olo di bilancio xyz per quel determinato servizio, che<br />

abbiano sensibilizzato una certa classe dirigenziale a non impiegare quel cap<strong>it</strong>olo, che a fine anno i<br />

fondi stanziati sul cap<strong>it</strong>olo xyz sono come per magia rientrati nella disponibil<strong>it</strong>à (qui mi fermo).<br />

Saranno fin<strong>it</strong>i in economia…? Termino questa brevissima intervista con il sottofondo della radio<br />

che sta trasmettendo le note di Vend<strong>it</strong>ti "eh… in questo mondo di …" fatal<strong>it</strong>à.<br />

Filippo (papà di Andrea)


‘’ la tristezza<br />

versi poetici<br />

La tristezza arriva<br />

Quando penso a una cosa brutta<br />

E fa male.<br />

Quando vedo una cosa che vorrei<br />

E non posso averla, non posso farla.<br />

Allora mi viene il vuoto<br />

E non parlo più.<br />

Sarah R.<br />

16 | 17


spazio aperto<br />

L'Associazione ISIDEA nasce dall'incontro di un<br />

gruppo di professionisti (psicologi, psicoterapeuti,<br />

educatori e pedagogisti) di lunga esperienza nell'amb<strong>it</strong>o<br />

dei Disturbi dello Sviluppo ed ha come<br />

obiettivi principali: il miglioramento della qual<strong>it</strong>à<br />

della v<strong>it</strong>a dei bambini/ragazzi con disturbi dello<br />

spettro autistico, disturbi del comportamento e della<br />

comunicazione, r<strong>it</strong>ardo mentale, e delle loro famiglie;<br />

l'integrazione sociale, scolastica e, laddove<br />

possibile, lavorativa; la presa in carico globale della<br />

persona, dall'infanzia all'età adulta, mediante il contributo<br />

di un team specialistico che opera con attiv<strong>it</strong>à<br />

di valutazione, terapie abil<strong>it</strong>ative/riabil<strong>it</strong>ative individualizzate<br />

e percorsi abil<strong>it</strong>ativi in piccolo gruppo,<br />

supervisione e mon<strong>it</strong>oraggio.<br />

Nello specifico, l'intervento che l'Associazione ISI-<br />

DEA propone è la presa in carico globale ed integrata<br />

di tutto il sistema sociale e familiare di riferimento<br />

del bambino/ragazzo. Infatti, ISIDEA è a<br />

disposizione delle famiglie per collaborare ed insieme<br />

organizzare e garantire un intervento che offra<br />

un sostegno al percorso di cresc<strong>it</strong>a dei loro figli.<br />

Gli interventi si realizzano in amb<strong>it</strong>o scolastico in<br />

collaborazione con le insegnanti, il personale scolastico<br />

e il gruppo classe, e a domicilio coinvolgendo<br />

le famiglie e chi si prende cura dell'utente. L'intento<br />

è quello di operare attraverso l'utilizzo di una metodologia<br />

condivisa dalle diverse figure professionali<br />

che ruotano attorno agli utenti.<br />

Le riunioni periodiche, le attiv<strong>it</strong>à di mon<strong>it</strong>oraggio e i<br />

follow-up rappresentano ulteriori strumenti indispensabili<br />

alla verifica del lavoro svolto e alla ridefinizione<br />

dei nuovi obiettivi da raggiungere.<br />

I principali modelli di riferimento sono:<br />

- Programma TEACCH<br />

- AERC (Attivazione Emotiva Reciproc<strong>it</strong>à Corporea)<br />

- Denver Model<br />

Inoltre l'équipe si avvale di tecniche e metodologie<br />

mutuate da:


- C.A.A. (Comunicazione Aumentativa Alternativa)<br />

- Parent Training<br />

- .B.A.(Applied Behavior Analisys)<br />

- Metodo Feuerstein<br />

Gli interventi specialistici integrati sono così articolati:<br />

- Presa in carico nell'età evolutiva: valutazione, interventi abil<strong>it</strong>ativi/riabil<strong>it</strong>ativi e di sostegno psicologico per<br />

bambini/ragazzi con disturbi dello sviluppo, in particolare autismo, disturbi del comportamento e della comunicazione,<br />

r<strong>it</strong>ardo mentale, e per le loro famiglie.<br />

- Presa in carico nell'età adulta: terapia occupazionale, orientamento e formazione tesi all'inserimento lavorativo.<br />

- Consulenza psicologica: incontri di Parent Training e Home Vis<strong>it</strong>ing rivolti a gen<strong>it</strong>ori e altri caregivers del<br />

bambino/ragazzo, percorsi individuali e di gruppo per il sostegno alla gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à e alla gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à difficile,<br />

supervisione per terapisti dell'abil<strong>it</strong>azione.<br />

- Consulenza scolastica e formazione: incontri di formazione rivolti a gen<strong>it</strong>ori, operatori e insegnanti in materia<br />

di disabil<strong>it</strong>à e disturbi dello sviluppo, principi e tecniche di intervento, integrazione scolastica e lavorativa,<br />

gen<strong>it</strong>orial<strong>it</strong>à; eventi di informazione e di sensibilizzazione alla disabil<strong>it</strong>à e all'integrazione sociale (scolastica<br />

e lavorativa).<br />

ISIDEA è all'interno dell'Ist<strong>it</strong>uto "Leonarda Vaccari" di Roma con progetti dedicati a bambini, preadolescenti<br />

e adolescenti con Disturbi dello Sviluppo che coinvolgono le loro famiglie, la scuola e tutti gli altri ambienti<br />

di v<strong>it</strong>a.<br />

Associazione ISIDEA<br />

Presidente D.ssa B. Cirella<br />

18 | 19


OGGI<br />

“SOTTOSOPRA”<br />

Come l'uomo di un dipinto famosissimo di March Chagall, reclinato all'indietro per vedere il mondo<br />

"sottosopra", mi volto allo stesso modo. "Sottosopra" rimane il mio sentimento, lo stordimento nel<br />

quale ci costringono a vivere, non certo quello dipinto dall'artista come metafora per decifrare e leggere<br />

la realtà in molteplici modi. Scomporla per ricomporla aggiungendo ricchezza. Come l'opera<br />

esposta in questi giorni al Macro a Roma: una serra di farfalle che inv<strong>it</strong>a a immaginare, un giorno,<br />

di avere per cielo il terreno che calpestiamo. Richiamo ad un mondo sostenibile dove il c<strong>it</strong>tadino<br />

deve sentirsi sempre più responsabilizzato. Non so immaginare come sarà il nuovo anno appena<br />

cominciato. Mi sento, però, di tirare le fila del vecchio e immaginare, tra speranze e attese, quello<br />

che verrà. Immaginarlo, almeno, posso. In quello che verrà agli amici e lettori de "Il Mattacchione"<br />

mi sento di esprimere la più grande solidarietà. La stessa che riservo a me e a tutti coloro che, con<br />

difficoltà e a stento, ancora vogliono crederci. Nello stato sociale, nel welfare, nei dir<strong>it</strong>ti a disposizione<br />

dei c<strong>it</strong>tadini. Credere in un part<strong>it</strong>o progressista, prima di tutto che sia "di Sinistra". Parola quasi<br />

desueta. Le mie raccomandazioni, per quel che possono contare, sono un mon<strong>it</strong>o affinché non vengano<br />

commessi gli errori del passato. A partire dai primi giorni del nuovo anno non mi sembra di<br />

potere assistere a buoni segnali, bensì al frammentarsi ulteriore del centro-sinistra in miriadi di correnti<br />

interne fratricide. Non se ne può più. Non facciamo che ripeterci quanto siamo capaci nel<br />

nostro v<strong>it</strong>timismo, nichilismo, nel nostro non esserci, nel nostro essere in crisi, nel non essere convincenti,<br />

nell'avere incentivato il divario tra rappresentanti e rappresentati, nell'avere dimenticato il futuro<br />

dei giovani, le loro aspettative, le loro pensioni - se mai ne avranno - più semplicemente un lavoro<br />

che non li condanni ad un'eterna precarietà. Troppo capaci siamo stati a combatterci all'interno, più<br />

o meno apertamente, mostrando uno spettacolo a tratti indecoroso. Forse, davvero, è arrivato il<br />

momento di dire "basta". Di realizzare questo rinnovamento interno che non può che passare attra-


verso l'individuazione di pochi, chiari punti programmatici che mettano d'accordo la<br />

Sinistra più radicale con quella più moderata. Ripartire dalla Sinistra, la sua storia e le<br />

sue prospettive. Allargare l'alleanza, pur di sperare di vincere eventuali future elezioni o<br />

anche solo per r<strong>it</strong>rovarsi valida opposizione ad un Governo che non piace.<br />

O Governo o valida opposizione, composti di tutte quelle forze che condividono e sottoscrivono<br />

questo unico, chiaro e semplice programma. Una volta che si è dentro, però,<br />

non si può abbandonare il carro, anche quando dovesse perdersi, sguarnirsi e incepparsi.<br />

La coalizione la si dovrebbe costruire, a parer mio, cominciando dalle forze Radicali e<br />

di Sinistra del Paese, non da ibridi terzi poli. Basta con le democrazie cristiane travest<strong>it</strong>e<br />

da altro. Che già son tornate. Sono tra noi. Individuati programmi ed alleanze, allora il<br />

via alle primarie. Che non possono essere di part<strong>it</strong>o e basta, ma di coalizione. Il Part<strong>it</strong>o<br />

Democratico rimane il più importante part<strong>it</strong>o di Sinistra e, attualmente, di pseudo opposizione<br />

ma da solo, così com'è conciato, non può andare da nessuna parte. Deve fortificarsi<br />

al proprio interno e, allo stesso tempo, in una coalizione che sia credibile. Per questo<br />

il leader dell'opposizione dovrà, necessariamente, essere un leader scelto tra tutte<br />

quelle forze pol<strong>it</strong>iche che si stringeranno attorno al PD, compreso il Pd stesso. E sarà leader<br />

dell'opposizione ma speriamo, in un futuro prossimo, leader di governo. Ce lo siamo<br />

ripetuto innumerevoli volte. Suppongo che il problema lasciato insoluto dal Part<strong>it</strong>o<br />

Democratico consista nel non avere trovato contenuti incisivi e alternativi a quelli del<br />

berlusconismo. La globalizzazione ha fatto terra bruciata attorno. In nome di un inarrestabile<br />

liberismo economico, che pure avrà avuto i suoi parziali aspetti pos<strong>it</strong>ivi, si è<br />

abbassata troppo la guardia. Mi auguro, pertanto, che nel nuovo anno si parli sempre<br />

meno di singoli leader della Sinistra <strong>it</strong>aliana e, sempre più, di programmi condivisi, spiegati<br />

fino all'inverosimile coinvolgendo tutto l'elettorato e la gente comune. Penso sia<br />

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imprescindibile trovare punti d'incontro su tutte le questioni principali del Paese: la Scuola, l'occupazione,<br />

la Fiat, i dir<strong>it</strong>ti civili, il riconoscimento delle coppie di fatto, l'adozione, il divieto dell'accanimento<br />

terapeutico, l'investimento sulle energie sostenibili, una Pol<strong>it</strong>ica europea condivisa, il Lavoro. E questi<br />

sono solo i principali. La Sinistra dovrebbe trovare, ancora, nuovi canali di comunicazione, non sperimentati,<br />

per diffondere in modo veloce e ovunque, un programma condiviso. Non bastano più i soli<br />

internet e facebook, per quanto efficaci, bisognerebbe incentivare la nasc<strong>it</strong>a di nuovi blog, televisioni in<br />

internet, dare spazio e riconoscere autorevolezza a soggetti che, anche per pochi minuti al giorno, sentono<br />

di potersi impegnare nella causa di aggregare persone intorno alla nuova Sinistra. Il problema<br />

non può essere ridotto alla contrapposizione di "Vecchi" e "Giovani" e detesto il verbo "rottamare",<br />

come trovo naif il giovanilismo ad oltranza. Un disvalore. "Sì" ad un ricambio generazionale, ma<br />

sapiente. Certo è che il lim<strong>it</strong>e ad un massimo di tre mandati pol<strong>it</strong>ici consecutivi per i parlamentari <strong>it</strong>aliani<br />

è sacrosanto. Dopo dieci anni da parlamentari o si è riusc<strong>it</strong>i ad esprimere e concretizzare delle<br />

idee partorendo risultati o, altrimenti, è inutile restare ancorati al proprio scranno. E non è populismo<br />

questo: una regola che adotterei, nei lim<strong>it</strong>i consent<strong>it</strong>i, per ogni professione esistente. La divisione continua,<br />

rispetto ad ogni argomento trattato dalla stessa forza pol<strong>it</strong>ica, non può che allontanare il suo elettorato.<br />

Manca, questo il dato drammatico, il sentirsi rappresentati che, con il tempo, determina l'annullamento<br />

della scheda elettorale o l'astensionismo o, ancora, il radicalizzarsi del voto pol<strong>it</strong>ico. E questi<br />

sono solo gli effetti ultimi della disaffezione cominciata, ormai, molto tempo fa. Se la Sinistra moderata,<br />

tra mille contraddizioni, non è capace di indicare un sentiero preciso ed univoco, i suoi elettori sfin<strong>it</strong>i<br />

dopo anni di voto eserc<strong>it</strong>ato "turandosi il naso" passeranno a posizioni più estreme. Rassicurante,<br />

diventa, la posizione radicale ma trasparente, che non lascia troppi dubbi e non consente molteplici<br />

ant<strong>it</strong>etiche interpretazioni. La Pol<strong>it</strong>ica deve assumere un linguaggio semplice ed assertivo: soggetto,<br />

verbo e complemento oggetto. Esprimersi chiaramente. Rischiare di essere, anche banale, ma foriera di<br />

idee chiare. Da qui è necessario ripartire. Da chiarezza e semplic<strong>it</strong>à. E poi uscire fuori, allo scoperto,<br />

sempre. Dettare i tempi, imporsi ogni qual volta, anche senza i numeri per contrastare un disegno di<br />

legge, ci si sente sopraffatti da messaggi inammissibili. Non bisogna essere così acuti per comprendere<br />

che l'Italia si sta impoverendo sempre più, che la forbice tra pochi ricchi e molti progressivamente<br />

poveri aumenta. Che a supportare questa s<strong>it</strong>uazione drammatica esiste solo e prevalentemente, come<br />

sottolineato dal nostro Presidente della Repubblica più volte, ancora solo la Famiglia. Vecchi gen<strong>it</strong>ori,<br />

ormai anziani, che finché ne avranno la forza aiuteranno i propri figli, con più di quarant'anni, ad arrivare<br />

alla fine del mese e così i figli dei loro figli, i loro nipoti. Non bisogna essere così acuti per comprendere<br />

che dietro il movimento degli studenti che ha raggiunto, a tratti, risvolti drammatici nella protesta<br />

della riforma dell'Univers<strong>it</strong>à operata dal Ministro Gelmini si nasconde un disagio globale, che va<br />

oltre l'Univers<strong>it</strong>à stessa e che riguarda la depressione di una generazione più povera di quella che l'ha<br />

preceduta. Altro che flessibil<strong>it</strong>à. Piuttosto l'arte di arrabattarsi e questo, in un paese civile, è inammissibile.<br />

Non smettere di crederci, di pensare, di partorire nuove idee, di scrivere, di proporre soluzioni<br />

anche apparentemente rudimentali da destinare alla classe pol<strong>it</strong>ica. Quando le risposte non vengono<br />

dall'alto bisogna raccogliere anche le briciole, diventate tali per sfinimento, che provengono dal basso.<br />

L'importante è che siano ascoltate e trasformate in proposte concrete. E poi attendere che la consapevolezza<br />

della gente raggiunga un livello tale da determinare<br />

il sottrarsi a logiche pol<strong>it</strong>iche prodigiose e artificiali,<br />

a fenomeni creati ad arte, ad apparizioni mistiche, a<br />

Consigli straordinari dei Ministri convocati nel luogo<br />

della disgrazia ogni qual volta se ne verifichi una o nelle<br />

loro dimore private. Come la Pol<strong>it</strong>ica fosse un dopo<br />

cena privato, intimo e famigliare. La Pol<strong>it</strong>ica si deve fare<br />

nei luoghi, storici, deputati a questo. Niente cene, feste,<br />

real<strong>it</strong>y, ricatti, dossier, foto rubate. Che non sono satira:<br />

magari questa fosse ammessa. Bisogna sottrarsi ad una<br />

pol<strong>it</strong>ica improntata solo su di una comunicazione ad<br />

effetto, ma di dubbi contenuti e, soprattutto, mirata a<br />

difendere i privilegi di fasce specifiche della popolazione.<br />

Finché ci faranno credere che è bene votare per<br />

quella forza pol<strong>it</strong>ica che si prenderà cura dei "nostri"<br />

interessi, in quanto "classe media", trascurando che le<br />

Ist<strong>it</strong>uzioni non devono lavorare per tutelare loro stesse o<br />

la classe media, anche quando questa fosse la dominante<br />

dal punto di vista numerico, ma risolvere problemi<br />

che riguardano i ceti meno abbienti tutto mi sembrerà<br />

inutile e ingiusto. Quel che è stridente e irrispettoso<br />

risiede proprio nell'etica minima e nella soglia cr<strong>it</strong>ica, di<br />

molto abbassate ai livelli che, soli, sono sufficiente per<br />

tutelare il proprio status economico.<br />

David Giacanelli


Benvenuti al sud<br />

regia di Luca Miniero<br />

anno: 2010<br />

produzione: Italia<br />

genere: commedia<br />

durata: 101 min.<br />

il film<br />

Nel proporre un remake di un film francese del 2008<br />

("Giù al nord"), il regista Luca Miniero ha ripreso in<br />

gran parte la trama e i dialoghi, riadattandoli agli stereotipi<br />

<strong>it</strong>aliani: un impiegato postale del nord, che si è<br />

finto disabile per ottenere un posto a Milano, scoperto,<br />

viene inviato per punizione nel paesino di<br />

Castellabate nel Cilento. Sia lui che sua moglie credono<br />

di sapere già cosa lo aspetta: camorra, scippi, sporcizia<br />

e spazzatura, epidemie di colera e quant'altro.<br />

È quasi scontato dire che troverà tutt'altro: un paese<br />

lindo, dove tutti si conoscono e si aiutano, un'osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à<br />

sconfinata, amicizie disinteressate e l'occasione di<br />

riscoprire cose dimenticate come il piacere di una part<strong>it</strong>a<br />

a biliardino. A conti fatti, un modo di vivere meno<br />

frenetico, ma decisamente più pieno e significativo.<br />

Il film non è certo un capolavoro (pur strappando<br />

molte risate, specialmente agli spettatori "sudisti" che<br />

r<strong>it</strong>rovano tanti accenni alla loro esperienza personale),<br />

ma ha senz'altro il mer<strong>it</strong>o di affrontare, pur se in<br />

maniera leggera e con eccesso di buonismo, l'eterno<br />

tema dei pregiudizi e delle differenze (il regista lo<br />

aveva già fatto in un suo precedente film "incantesimo<br />

napoletano", dove, in una napoletanissima famiglia<br />

nasce una bimba "degenere" che parla in dialetto<br />

milanese e ama il panettone).<br />

La radice di tutto è sempre la paura. Paura di qualcosa<br />

che r<strong>it</strong>eniamo lontano da noi e diverso, e per la<br />

quale ci risulta assai più facile e rassicurante ricorrere<br />

a luoghi comuni o a informazioni frammentarie,<br />

scelte apposta per suffragare un pensiero già precost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o.<br />

Ciò che smonta il pre-giudizio è non solo il<br />

vivere personalmente l'esperienza, ma soprattutto la<br />

disponibil<strong>it</strong>à mentale e la curios<strong>it</strong>à intellettuale di<br />

avvicinarsi ad altro e scoprirne i lati pos<strong>it</strong>ivi e, alla<br />

fine, assorbirli nel proprio sistema di pensiero.<br />

Senza questa curios<strong>it</strong>à, tutto ciò che ci circonda diviene<br />

un qualcosa di già incasellato e immobile e l'utilizzo<br />

del luogo comune rende vano il pensiero cr<strong>it</strong>ico (o<br />

forse semplicemente rende vano il pensiero).<br />

E se l'Italia è il paese della mafia, della pizza e del<br />

mandolino e il sud è sfaticato, mentre il nord lavora e<br />

produce (e ci risparmiamo molte altre amen<strong>it</strong>à), ci<br />

hanno pensato Totò e Peppino a dare alle cose il giusto<br />

senso, con il m<strong>it</strong>ico "noio volevam savuar".<br />

Fortunatamente, l'ironia ci salverà.<br />

Donata Espos<strong>it</strong>o<br />

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ariete: avete cominciato l'anno a testa bassa, quasi<br />

in sordina - e non ci siete ab<strong>it</strong>uati. Tac<strong>it</strong>urni e riflessivi, in<br />

realtà state solo aspettando il momento giusto per partire<br />

alla carica e arrivare, v<strong>it</strong>toriosi, allo scontro che sancirà<br />

la vostra v<strong>it</strong>toria su questi ultimi mesi tutti in sal<strong>it</strong>a.<br />

toro: siete in mezzo all'arena,<br />

ormai non potete tirarvi indietro.<br />

D'altronde avete tutti i numeri per<br />

uscirne v<strong>it</strong>toriosi. L'unico ostacolo<br />

potrebbe essere la vostra proverbiale<br />

impulsiv<strong>it</strong>à soprattutto nelle questioni<br />

affettive. Cercate di non vedere "rosso"<br />

dappertutto.<br />

gemelli: ancora una volta voi e<br />

il vostro doppio non siete d'accordo.<br />

Uno è forte e battagliero, l'altro fiacco<br />

e in deb<strong>it</strong>o d'ossigeno. Uno seduce,<br />

senza posa, quanti incontra sul<br />

suo cammino; l'altro se ne starebbe<br />

chiuso in casa senza vedere nessuno.<br />

Ancora una volta, amico dei gemelli,<br />

l'inv<strong>it</strong>o è quello di giungere - quanto<br />

prima - a una equilibrata integrazione<br />

delle parti.<br />

cancro: è inutile nascondersi<br />

sotto la sabbia, o nelle insenature tra<br />

gli scogli. Avete tutte le carte in rego-<br />

la per affrontare finalmente quegli aspetti di voi stessi che<br />

ogni tanto vi fanno venire voglia di tuffarvi a mare e di<br />

non tornare a riva.<br />

leone: indolenti e altezzosi, stanchi ma fieri, annoiati<br />

ma non sop<strong>it</strong>i così siete voi e i vostri istinti, in questo<br />

periodo. Non forzate la mano, non assumetevi più responsabil<strong>it</strong>à<br />

di quelle che vi competono, non crediate di dover<br />

sempre soddisfare il vostro real ruolo.<br />

vergine: è giunto il momento di smettere di raccogliere<br />

margher<strong>it</strong>e nei prati, credendo sempre alle storie<br />

che amate raccontarvi (e farvi raccontare). È il momento<br />

di entrare pienamente in contatto con voi stessi e con<br />

tutto ciò che è altro da voi.<br />

bilancia: ultimamente vi siete appesant<strong>it</strong>i un po'<br />

troppo, e non parlo solo degli "eccessi" delle feste. C'è<br />

qualcosa che vi ha privato della vostra "leggerezza" (che<br />

non è mai superficial<strong>it</strong>à). Occorrerà ridistribuire l'ordine<br />

delle prior<strong>it</strong>à.<br />

scorpione: dopo un periodo in cui il vostro "istinto" è<br />

stato quieto, ecco che r<strong>it</strong>ornate alla carica con tutte le caratteristiche<br />

proprie del vostro segno: pungenti, veloci, mimetici.<br />

Cercate di non esagerare e lasciate in pace chi non vi reca disturbo<br />

alcuno.<br />

sag<strong>it</strong>tario: mi unisco al coro di altri strampalati e<br />

astrusi colleghi… il 2011 sarà l'anno della vostra (ennesima)<br />

rinasc<strong>it</strong>a. Più che un sag<strong>it</strong>tario, sarete una fenice… galopperete<br />

lontano lasciando dietro di voi ceneri, polvere e anche le<br />

vostre frecce. Basta combattere!<br />

capricorno: saltate da una roccia all'altra, impigliate<br />

nei rami, vi scornate con tutti ma riusc<strong>it</strong>e sempre a cadere in<br />

piedi, a non farvi mai troppo male, a uscire integri dalle s<strong>it</strong>uazioni<br />

più impervie. Questa è un'arte, e voi ne siete maestri.<br />

pesci: datevi da fare per r<strong>it</strong>rovare la vostra naturale 'freschezza'.<br />

So che siete lessi… troppo stress, troppa fatica in<br />

questo periodo, ma cercate di ridurre il danno. Rifugiatevi in<br />

acque più calme e tranquille dove potrete recuperare il vostro<br />

'guizzo' creativo, la vostra capac<strong>it</strong>à di scivolare veloci aiutati<br />

da correnti propizie.<br />

OROSCOPO<br />

SEGNO DEL<br />

MESE acquario: in questo periodo, più che<br />

contenere vorreste essere contenuti. Dentro di voi si<br />

ag<strong>it</strong>a un oceano e non riusc<strong>it</strong>e a placarlo né a contenerlo.<br />

Lasciate allora che tutto<br />

fluisca via da voi se non<br />

volete correre il<br />

rischio di rompervi.

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