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Collettiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S. Agata tra Sacro e Profano<br />
Arciconfraternita Sant’Eligio dÈ Ferrari<br />
Roma<br />
La festa della Patrona <strong>di</strong> <strong>Catania</strong> raccontata in<br />
un appassionato reportage fotografi co realizzato<br />
da sette fotografe, tutte non catanesi, provenienti<br />
da varie regioni italiane e presenti, per la prima volta,<br />
alla festa <strong>di</strong> S.Agata: Gabry Penocchio (Brescia),<br />
Graziella Algieri (Corigliano Calabro) Lisa Bernar<strong>di</strong>ni<br />
(Anzio), Roberta Toscano (Torino), Simona<br />
Cardente (Napoli), Tatiana Vacirca (Siracusa) e Valentina<br />
Fontanella (Roma).<br />
Le donne con la “Donna”.<br />
L’alba, una <strong>Catania</strong> in bianco e nero, una piazza colma <strong>di</strong><br />
uomini: panettieri, ortofrutticoli, me<strong>di</strong>ci, farmacisti… autorità<br />
militari e civili, tutti uniti dalla “Ma- Donna”.<br />
Un silenzio ossequioso e inquietante allo stesso tempo,<br />
foriero <strong>di</strong> un’attesa che si carica <strong>di</strong> attimo in attimo, sveglia<br />
<strong>Catania</strong> in un’alba <strong>di</strong> febbraio; un silenzio subitamente rotto da<br />
accomunanti voci, da un solo coro invocante:“Agata!”. Stracolma<br />
<strong>di</strong> ori secolari dalla Cattedrale, illuminata da un sole mite,<br />
esce “Lei”, resiliente regina assoluta seguita dagli inchini delle<br />
potestà e delle autorità più illustri <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>, per essere affi data<br />
al suo popolo devoto. Un popolo ossequiante che per tre giorni<br />
e per tre notti attraversa la città e tutti i rioni ricordando il<br />
sacrifi cio della giovane “Agata” in un arcano rito frammisto <strong>di</strong><br />
usanze religiose che coinvolge tutti. Le nostre orecchie e le nostre<br />
menti per tre giorni e per tre notti saranno pervasi dall’alto<br />
coro tumultuoso ed incessante <strong>di</strong> fedeli in cantilena antiqua <strong>di</strong><br />
devotio: “Tutti devoti tutti! Citta<strong>di</strong>ni, viva Sant’Agata!”.<br />
<strong>Catania</strong> per tre giorni si ferma avvolta dal Velo Rosso protettivo.<br />
La “Martire” in quei tre giorni unisce tutti: uomini e<br />
donne, giovani, e anziani. Tutti attorno alla Divina. La invocano<br />
per nome,“Tutti devoti tutti! Citta<strong>di</strong>ni, viva Sant’Agata!”. La conducono,<br />
come Dea assoluta seduta sul trono del Monte Olimpo,<br />
per tutta la città, all’occasione vestita <strong>di</strong> bianco e <strong>di</strong> rosso;<br />
splen<strong>di</strong><strong>di</strong> palazzi barocchi adornati da arazzi rossi effi gianti<br />
l’iniziale del nome della Santa. “Tutti devoti tutti! Citta<strong>di</strong>ni, viva<br />
Sant’Agata!”.