Untitled - Alberto Magrin

Ho un problema.
Non riesco a perdermi.
Mi metto alla porta.
Scontro la fortuna.
Suona l’arpa con le ginocchia.
Mi accarezza le mani con le mani.
187
La penna è in partenza
Le serve una trasfusione.
Le chiavi di casa si saldano alle chiavi della macchina.
Non sono mie.
Appartengono alla loro specie.
Resina di pino va all’attacco, attacca le dita.
Una goccia dal pino bagna la fronte.
Un sacchetto di crostini si apre agli amici.
Un accordo di chitarra nasce alle dieci.
Un formaggio sfiora la mia cute scorticata.
Le fa rinascere la pelle attorno.
Spunta un pelo dopo l’altro.
Datemi gli occhi.
Sono nel portauova.
188
Sei tornata dopo esserti sposata, spostata, spodestata
Il carrello dei liquori ti colpisce il culo.
L’asciugapiatti è zuppo d’olio.
Cambiano le ore, cambiano i minuti, cambiano i secondi.
Cambia il calore.
Controllo i fumi.
Non fumano.
Mi traduci nella tua lingua il cambiamento della mia?
E’ impossibile che una lingua stia sulla lingua di tutti.
La mia è sulla tua?
Estraggo una scheggia dallo specchio.
Ha vissuto con lui settant’ anni.
Qualche giorno dopo la sua morte va all’ anagrafe per un certificato.
Vorrebbe ereditare.
Le chiedono la data di nascita del marito e delle figlie.
Non se le ricorda.
189
Lo storpia mostrando il sorriso del sarcasmo
Una farfalla s’appoggia alla palpebra sinistra.
Fiamma di cero fonde la cera scaldando l’aria.
L’ ape si sdraia sulle lenzuola.
Lo champagne ubriaca il piumone.
Cavalco acque prive di nitriti piene di nitrati.
Una cassetta rompe il ghiaccio e lo stereo.
Muoiono api sui gradini.
In cima alla scala si riparte.
Una piuma si conficca in una pietra.
Una manciata di sassi colpisce lo scherno.
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