Parrocchia di santa Francesca Romana - Ferrara
Parrocchia di santa Francesca Romana - Ferrara
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La parrocchia <strong>di</strong> S.Gregorio Magno<br />
si colloca nel cuore del centro<br />
storico <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, comprendendo al<br />
suo interno parte del primo nucleo <strong>di</strong><br />
inse<strong>di</strong>amento citta<strong>di</strong>no, il Castrum<br />
bizantino (o Castello dei Curtensi).<br />
È limitata a nord da Corso Giovecca,<br />
a est dall'asse Coramari-Praisolo<br />
Voltacasotto, a sud da via Carlo<br />
Mayr e a ovest dall'asse Terranuova<br />
-Scienze. L'o<strong>di</strong>erno assetto del territorio<br />
parrocchiale rispecchia quello<br />
stabilito nel 1806 con il provve<strong>di</strong>mento,<br />
adottato <strong>di</strong> comune accordo<br />
fra l'autorità religiosa e quella politica<br />
(all'epoca il Regno italico napoleonico),<br />
me<strong>di</strong>ante il quale si stabilì la<br />
riduzione delle parrocchie ferraresi<br />
da <strong>di</strong>ciotto a nove.<br />
La chiesa <strong>di</strong> S. Gregorio sorge<br />
all'angolo fra via Cammello e via<br />
Carme lino. Si tratta <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />
estremamente antico, come confermato<br />
da due illustri storici, fra i più<br />
gran<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi delle chiese <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>,<br />
il Guarini e lo Scalabrini. Il primo<br />
afferma infatti che la chiesa veniva<br />
nominata in un breve <strong>di</strong> Papa<br />
Leone VIII risalente al 964, emanato<br />
poco prima della sua deposizione,<br />
all'epoca dell' impero <strong>di</strong> Ottone I <strong>di</strong><br />
Sassonia. Secondo questo frammento,<br />
la chiesa era già parrocchia nel X<br />
secolo, e questo ne fa una delle più<br />
antiche <strong>di</strong> tutta <strong>Ferrara</strong>. Uno dei suoi<br />
parroci, il prete Bonus, fu tra i sacer-<br />
PARROCCHIA DI S. GREGORIO MAGNO<br />
NOTE STORICHE E ARTISTICHE<br />
doti che nel 1278 fondarono il Sodalizio<br />
dei parroci citta<strong>di</strong>ni. Sempre la<br />
fonte del Guarini ci testimonia <strong>di</strong><br />
due significativi interventi <strong>di</strong> restauro<br />
e abbellimento, operati successivamente<br />
da due rettori della parrocchia,<br />
G.B. Bertazzoli (1616) e Melchiorre<br />
Sacrati.<br />
Un'altra illustre fonte, quella del<br />
Manini-Ferranti, parla <strong>di</strong> un imponente<br />
intervento operato a cavallo<br />
tra 1700 e 1800 dall 'eru<strong>di</strong>to parroco<br />
don Antonio Ughi, il quale, avendo<br />
ritrovato la chiesa pressoché in rovina<br />
e la canonica pericolante, decise<br />
<strong>di</strong> rie<strong>di</strong>ficare completamente<br />
quest'ultima e <strong>di</strong> restaurare profondamente<br />
la prima, al punto <strong>di</strong> renderne<br />
l'interno del tutto nuovo. Ciò<br />
indusse il Car<strong>di</strong>nale Alessandro<br />
Mattei a riconsacrare la chiesa il 13<br />
aprile del 1788.<br />
In merito a questa ra<strong>di</strong>cale opera <strong>di</strong><br />
restauro, da una lettera del parroco<br />
don Eugenio Melloni, pubblicata sul<br />
Corriere Padano nell'ottobre del<br />
1932, si ricava che don Ughi ampliò<br />
la chiesa in lunghezza, realizzando il<br />
presbiterio, il coro ed anche un transetto<br />
che conferì maggiore respiro a<br />
tutto l'interno.<br />
Sempre nel 1932, infine, l'esterno<br />
de Il ' e<strong>di</strong>ficio sacro subì una felice<br />
opera <strong>di</strong> restauro, che restituì alla<br />
facciata il suo volto originario, quello<br />
ancora oggi visibile. Nel corso del<br />
' 700, infatti, la facciata aveva perduto<br />
il primitivo portale a sesto acuto,<br />
e su <strong>di</strong> essa si erano aperti due volgari<br />
finestroni rettangolari ai lati<br />
della porta, più un terzo sopra la<br />
porta stessa. Il restauro della facciata<br />
era stato fortemente voluto e incentivato<br />
dal senatore Pietro Piccolini, la<br />
cui abitazione (oggi segnalata da una<br />
lapide) al n.13 <strong>di</strong> via Romiti poco<br />
<strong>di</strong>stava dalla chiesa. Egli aveva affidato<br />
l'opera <strong>di</strong> ripristino alla Dire<br />
Zione storico-artistica della<br />
"F errariae Decus", previa approvazione<br />
della Sovrintendenza ai monumenti<br />
<strong>di</strong> Bologna, e della Direzione<br />
generale delle Antichità e Belle Arti.<br />
I lavori durarono all' incirca un<br />
anno, e, alla rimozione delle impalcature,<br />
i giu<strong>di</strong>zi furono estremamen-