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6 i nostri diritti Novembre-Dicembre 2004<br />
DUE ARTICOLI DI GRANDE ATTUALITÀ E DI NOTEVOLE INTERESSE PER TUTTI<br />
UN FONDO SMARRITO SULLA VIA<br />
DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI<br />
Èmolto strano il fatto di smarrirsi tra i<br />
corridoi del Palazzo, con le pratiche<br />
sotto braccio, quando non c’è la<br />
volontà di procedere.<br />
È accaduto che, in attuazione della legge<br />
328/00, nell’ottobre del <strong>2003</strong>, con tre anni di<br />
attesa, la XII Commissione Affari Sociali della<br />
Camera dei Deputati (nella foto una visione<br />
parziale di Montecitorio) ha approvato all’U-<br />
NANIMITÀ la richiesta dell’istituzione di un<br />
Fondo Nazionale per la non Autosufficienza.<br />
Sembrava ormai tutto facile: una volta tanto<br />
maggioranza e opposizione, finalmente d’accordo,<br />
procedevano speditamente verso un obiettivo<br />
mirante a qualificare concretamente l’intervento<br />
dello Stato in attuazione di una legge già<br />
in vigore.<br />
Ormai si cantava vittoria da tutti i pulpiti e si<br />
vedevano annullate finalmente le difficoltà di<br />
2.600.000 persone che nel nostro paese vivono in<br />
condizione di disabilità e non autosufficienza.<br />
Sarebbe stato troppo bello: finalmente avremmo<br />
potuto scrivere qualcosa di positivo sull’attività<br />
parlamentare, senonché qualcosa è accaduto<br />
lungo il tragitto tra la Commissione Affari Sociali<br />
e la Commissione Finanze del Parlamento.<br />
Che il fascicolo tanto “prezioso” abbia potuto<br />
subire la censura del “grande fratello” non è più<br />
un dubbio.<br />
Per i parlamentari di maggioranza di quest’ultima<br />
commissione “non risulta condivisibile l’idea<br />
di finanziare funzioni pubbliche di tale rilievo<br />
sociale attraverso imposte di scopo”.<br />
Bella motivazione, magari anche condivisibile,<br />
ma perché non interviene lo Stato con una pro-<br />
posta che venga in alternativa per creare un’efficace<br />
politica di sostegno alle famiglie e promuovere<br />
il diritto della cura a domicilio?<br />
Perché la maggioranza di governo, che in una<br />
Commissione è d’accordo, nell’altra si scopre<br />
contraria, senza fornire alternative?<br />
Si rendono conto i nostri rappresentanti politici<br />
che il costo dell’assistenza e della cura del disabile<br />
in famiglia è di gran lunga inferiore ai costi<br />
che lo stesso Stato, anche attraverso le Regioni,<br />
è portato ad affrontare quando la famiglia, provata<br />
dal disagio, è costretta a consegnare alle<br />
istituzioni pubbliche, sia pure con dispiacere, il<br />
proprio familiare?<br />
Se queste cose non si comprendono, e noi le<br />
ripetiamo da sempre, allora veramente dobbiamo<br />
pensare che si è proprio allo sfascio e, anche<br />
gli autorevoli rappresentanti del popolo, pensano<br />
all’oggi e rinviano ad altri in futuro.<br />
Infatti, a tutt’oggi non si è più fatto nulla per<br />
rivendicare l’istituzione di un Fondo Nazionale<br />
per la non autosufficienza e i disabili vengono<br />
considerati un peso, un costo e non una risorsa.<br />
Al contrario, altri stati in Europa hanno già<br />
affrontato la questione con provvedimenti ad hoc.<br />
Oltre alla tassa di scopo, hanno previsto la destinazione<br />
vincolata di una giornata festiva lavorativa,<br />
già in atto in Francia e in Germania, con piena<br />
sodisfazione di governo e parti sociali, mentre il<br />
nostro governo si attarda ancora a disinnescare<br />
“una bomba”, che non tarderà a scoppiare e allora<br />
sarà molto più difficile prevederne una soluzione.<br />
di OMBRETTA D’ALFONSO<br />
L’USBERGO DI GIAMPAOLO SASSI<br />
NEO PRESIDENTE DELL’INPS<br />
Èarrivato all’INPS con una carica da<br />
novanta Giampaolo Sassi, neo presidente<br />
dell’Istituto di Previdenza. Il suo<br />
primo obiettivo è la riduzione degli<br />
aventi diritto alla cosiddetta pensione di invalidità<br />
civile, per la cui concessione ancora non è<br />
riuscito ad averne facoltà.<br />
Che gli invalidi civili siano tutti falsi o quasi, è<br />
sua convinzione irremovibile, tanto da motivarla<br />
con il presunto diverso metodo di valutazione<br />
finora seguito dalle Commissioni che, a suo<br />
parere, adottano il sistema “fai da te”.<br />
Datemene facoltà, egli dice, e vi “garantisce un<br />
metodo unico da Trento a Trapani”, cancellando<br />
così anni di studio e profonda preparazione che<br />
hanno impegnato e impegnano l’OMS con<br />
l’ICS, l’Istituto che ha stabilito un nuovo metodo<br />
di valutare la disabilità aggravando di recente<br />
ua nuova tabella, alla quale ha contribuito<br />
un’esperta italiana, la Dottoressa Matilde Leonardi<br />
dell’istituto C. Besta di Milano.<br />
Noi non vogliamo mettere in dubbio le capacità<br />
del Dott. Sassi, ma siamo convinti che, in materia<br />
di disabilità ne sappiano molto di più gli<br />
esperti dell’OMS e che siano più idonei del<br />
Dott. Sassi ad emanare direttive per la classificazione<br />
delle varie invalidità.<br />
Della professionalità medica e delle strutture<br />
territoriali dell’INPS non dubitiamo; abbiamo<br />
qualche riserva sul metodo che adotta nel giudicare,<br />
in quanto siamo a conoscenza del lungo<br />
contenzioso che spesso sta a monte del ricono-<br />
scimento delle pensioni INPS, con l’esasperazione<br />
degli interessati, costretti ad attendere<br />
anni, tra un ricorso e l’altro per avere ciò che<br />
spetta loro.<br />
Se a questo sistema vuol riferirsi il nostro, non è<br />
difficile immaginare perché la risposta del<br />
governo nello scorso anno è stata negativa e<br />
quella di quest’anno, avanzata da qualcuno<br />
intreressato a voler trasferire addirittura il tutto,<br />
è entrata nel Consiglio dei Ministri senza più<br />
uscirne.<br />
Ben vengano queste pause di riflessione, prima<br />
di ogni azzardara decisione.<br />
Di frettolosi passaggi di competenze in materia<br />
nel passato ne abbiamo avute tante, salvo poi a<br />
tornare indietro, con gravi danni ormai irreparabili<br />
per la categoria.<br />
Basterebbe per tutti ricordare il frettoloso trasferimento<br />
alle Commissioni Militari dei voluminosi<br />
fascicoli da esaminare, poi saggiamente<br />
riportati presso le ASL o USL, a seconda<br />
delle organizzazioni sanitarie regionali, che<br />
per recuperare i tempi perduti si sono dovute<br />
sottoporre a sedute defaticanti.<br />
Tali errori sono ancora oggi causa di confusione<br />
di numeri, in quanto l’arretrato di anni si è<br />
quasi esaurito in molto meno tempo, facendo<br />
lievitare in modo impressionante il numero<br />
delle concessioni, numero che sarebbe stato<br />
normale se fossero state esaurite in tempo le<br />
istanze.<br />
Abbiamo fondati sospetti che, passando<br />
all’INPS il tutto, andremmo a parare in un<br />
porto delle nebbie, dove l’orientamento sarebbe<br />
sempre più difficile.<br />
SESTO SAN GIOVANNI<br />
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONTINUA AD IGNORARE IL PROBLEMA<br />
MARCIAPIEDI E SCIVOLI IMPERFETTI SONO BARRIERE ARCHITETTONICHE<br />
di FRANCESCO PAGANINI<br />
Da disabile mi spiace constatare:<br />
se per i percorsi<br />
pedonali, Sesto San Giovanni<br />
avesse applicato i<br />
contenuti del DMLP 14 giugno 1989<br />
n. 236 e successivamente il DPR del<br />
24 luglio 1996, n. 503, non mia<br />
moglie che è ormai relegata in casa,<br />
ma io non avrei<br />
problemi a percorrere<br />
i marciapiedi<br />
della mia<br />
zona, come non<br />
ne avrebbero gli<br />
altri disabili ed<br />
anziani, così<br />
avremmo potuto<br />
vivere il quartiere<br />
già da 15 anni.<br />
E non è certo divertente ma umiliante,<br />
il faticoso impegno portato avanti<br />
nonostante i disagi per analizzare,<br />
documentare, partecipare ad incontri,<br />
articoli sui giornali, scrivere RR<br />
alla Amministrazione, la quale ha<br />
ignorato e da circa due anni non ha<br />
mai risposto.<br />
Per questo motivo in data 12 luglio<br />
2004 ho esposto querela all’assessore<br />
G. Castelli, al sindaco G.<br />
Oldrini e al Comune di Sesto San<br />
Giovanni.<br />
Solo ora l’amministrazione, perché<br />
costretta, apre un dialogo ripartendo<br />
dall’inizio ignorando tutto quello<br />
che è già stato fatto e, mi par di<br />
capire, impostando come vuole, cercando<br />
compiacenza, ma noi che<br />
viviamo direttamente il problema<br />
non ci prestiamo.<br />
Debbo ricordarvi che le disabilità<br />
sono di vario tipo: c’è chi è forte di<br />
braccia e si spinge su una sedia a<br />
ruote ma anche chi di forza ne ha<br />
poca, chi è instabile sulle gambe, chi<br />
è cieco o quasi, disabili e nonni in<br />
carrozzina spinti da altri, ecc. per<br />
questo motivo è stata fatta una legge,<br />
che considera tutti, senza discriminare<br />
nessuno, ed i marciapiedi così<br />
devono essere fatti, mentre una verifica<br />
e collaudo dovrebbero essere<br />
fatti da persone disabili che vivono il<br />
problema.<br />
Sicuramente voi che vi siete ritrovati<br />
non siete ancora disabili e debbo<br />
Via Risorgimento 370 ed ingresso box, il nuovo marciapiede con pendenza<br />
trasversale superiore al 15% la normativa di pedonalità prevede<br />
un max di 1%.<br />
Angolo via Corridoni via Sicilia, nuovo marciapiede con altezza di<br />
molto superiore ai 15 cm e rampe con pendenza di circa il 22% pertanto<br />
fuori normativa.<br />
Segnalato il 14-11-<strong>2003</strong> in fase di costruzione con RR e protocollata<br />
(Sindaco ed Assessori). Segnalazione a tutt’oggi ignorata.<br />
precisarvi: attualmente il 90%<br />
degli scivoli agevola solo le biciclette.<br />
Marciapiedi e scivoli imperfetti<br />
non a norma sono sicuramente<br />
barriere architettoniche.<br />
Anche gli ultimi lavori sui marciapiedi<br />
già fatti rilevare nella fase iniziale<br />
con RR, sono proseguiti facendo<br />
scivoli e pendenze trasversali che<br />
non rispettano minimamente la normativa,<br />
che nel DPR (24 luglio 1996<br />
n. 503 titolo 1, art. 1, 2) afferma<br />
che: per barriere architettoniche si<br />
intendono: a) “gli ostacoli fisici<br />
che sono fonte di disagio per la<br />
mobilità di chiunque ed in particolare<br />
di coloro che, per qualsiasi<br />
causa hanno una capacità motoria<br />
ridotta o impedita in forma permanente<br />
o temporanea” e rimanda<br />
alle norme progettuali e costruttive.<br />
Mi chiedo e dovrebbero farlo tutti,<br />
per porvi rimedio, perché sicuramente<br />
si dovrà fare, pagheremo<br />
ancora noi contribuenti oppure<br />
l’Amministrazione Comunale si<br />
potrà rivalere sulle imprese che non<br />
hanno rispettato la legge?<br />
Stazione Ferroviaria e Ospedale<br />
sono opere che comunque dovevate<br />
fare e nel mentre applicare correttamente<br />
la normativa senza fare giochi<br />
di prestigio per una visibilità,<br />
opportuna forse per voi non ancora<br />
disabili, ma non per noi. Per noi<br />
invece, lo stanziamento anche se<br />
piccolo deve servire a correggere gli<br />
errori fatti su marciapiedi e scivoli<br />
in una zona ad alta densità di disabili<br />
ed anziani che è utilizzata costantemente<br />
per vivere<br />
e socializzare,<br />
a questo deve<br />
seguire velocemente<br />
il resto<br />
della città, perché<br />
tutti hanno<br />
acquisito il dititto<br />
a goderne e sicuramente<br />
qualcuno<br />
ci sarà in questa<br />
Italia o in Europa a far rispettare la<br />
normativa, altrimenti… perché si<br />
fanno le leggi?<br />
Il parlamentare A. Pizzinato nel ’98<br />
mi disse “Io ho fatto la legge, ora<br />
tocca a voi farla applicare”.<br />
Vorrei rispondere che a Sesto San<br />
Giovanni sino ad ora ho trovato<br />
indifferenza o impostazioni dall’alto.