cielo! - Monastero Monache Domenicane
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piccole luci<br />
Dopo quest’evento straordinario,<br />
Urbano IV chiese proprio al<br />
domenicano Tommaso di comporre<br />
i testi della liturgia della<br />
festività del Corpus Domini appena<br />
istituita.<br />
In quest’autentica poesia religiosa,<br />
Tommaso diventa poeta<br />
e cantore di fronte al miracolo<br />
eucaristico. È proprio nell’Eucarestia<br />
che sopraggiunge una<br />
realtà totalmente nuova, quella<br />
del “Pane del <strong>cielo</strong>”, dove si trova<br />
la presenza reale del Signore.<br />
Se “ordinariamente” la presenza<br />
eucaristica del Signore può<br />
essere attestata solo dalla fede,<br />
il miracolo di Bolsena diventa<br />
un’ulteriore testimonianza di<br />
questa straordinaria realtà: di<br />
fronte all’ostia consacrata che<br />
si trasforma fisicamente in carne<br />
e gronda sangue nelle mani<br />
del sacerdote dubbioso, ogni<br />
incertezza svanisce. Il memoriale<br />
eucaristico rende attuali<br />
le parole di Gesù espresse nel<br />
Vangelo di Giovanni: «Io sono<br />
il pane vivo disceso dal <strong>cielo</strong>.<br />
Se uno mangia di questo pane<br />
vivrà in eterno e il pane che io<br />
darò è la mia carne per la vita<br />
del mondo» (Gv 6,51). Attraverso<br />
il memoriale eucaristico il Figlio<br />
di Dio è con noi e la nostra<br />
vita mortale si proietta nell’eternità<br />
di Dio.<br />
6 | numero 3 | 2010 settembre - dicembre<br />
L’Eucarestia è memoriale e<br />
non memoria: tra le due parole,<br />
apparentemente vicine, c’è una<br />
grande differenza di significato.<br />
Mentre la memoria è il semplice<br />
“ricordo” di qualcosa accaduto<br />
in precedenza, il memoriale è<br />
un “ricordo che rende presente<br />
l’evento accaduto”, oggi come<br />
allora: è la fede che testimonia<br />
che Cristo è presente, invisibilmente<br />
ma realmente; è il miracolo<br />
che ci aiuta a sorreggere i<br />
nostri dubbi e le nostre debolezze,<br />
di fronte a qualcosa che<br />
spesso sembra essere “troppo”<br />
per essere vero.<br />
L’uomo, nell’opera della nuova<br />
creazione, può sapere non<br />
solo che da qualche parte, in<br />
un <strong>cielo</strong> distante da noi si trova<br />
il “trono di Dio”, ma anche che<br />
tale regno è sceso dall’Empireo,<br />
è sceso dal <strong>cielo</strong> più lontano tra<br />
i tanti esistenti per trovare una<br />
nuova collocazione: il cuore degli<br />
uomini, che si nutrono della<br />
vita divina per essere condotti<br />
ad abitare quella luce prima<br />
inaccessibile che ora possiamo<br />
vedere, toccare, contemplare e<br />
vivere.