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Introduzione all'orazione di Demostene "Per la pace"

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<strong>Demostene</strong> – <strong>Per</strong> <strong>la</strong> pace<br />

Nel 350 Olinto chiede aiuto ad Atene, perché minacciata da Filippo. Il re macedone, per<br />

<strong>di</strong>videre le forze ateniesi, crea allora un secondo fronte in Eubea, fomentando una rivolta<br />

contro il tiranno <strong>di</strong> Eretria Plutarco. Questi chiese aiuto ad Atene; <strong>Demostene</strong> consigliò <strong>di</strong><br />

non intervenire in Eubea e invece <strong>di</strong> soccorrere Olinto, ma <strong>la</strong> sua proposta non venne<br />

accolta: l'assemblea votò in massa <strong>la</strong> spe<strong>di</strong>zione a favore <strong>di</strong> Plutarco. La campagna – a<br />

giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> <strong>Demostene</strong> – si rivelò <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>osa e ingloriosa. In effetti, dopo due anni Atene<br />

dovette riconoscere l'in<strong>di</strong>pendenza dell'Eubea. Olinto nel frattempo era caduta nelle mani<br />

del Macedone.<br />

La seconda volta <strong>Demostene</strong> aveva denunciato l'atteggiamento ambiguo dell'attore Neottolemo,<br />

che tramava contro <strong>la</strong> polis a favore <strong>di</strong> Filippo.<br />

Insieme ad Aristodemo e a Ctesifonte Neottolemo fu interme<strong>di</strong>ario nelle trattative <strong>di</strong> pace<br />

con Filippo. La professione <strong>di</strong> attore conferiva una sorta <strong>di</strong> immunità (a[deia) e agli attori<br />

venivano spesso affidati incarichi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione.<br />

Infine, <strong>di</strong> recente <strong>Demostene</strong> aveva denunciato <strong>la</strong> falsità delle promesse del re macedone in<br />

occasione delle trattative <strong>di</strong> pace. Mentre tutti erano convinti del<strong>la</strong> sincerità delle proposte <strong>di</strong><br />

Filippo a favore <strong>di</strong> Atene e dei Focesi, il solo <strong>Demostene</strong> non si <strong>la</strong>sciò persuadere dalle lusinghe.<br />

Egli precisa che <strong>la</strong> sua capacità <strong>di</strong> pensare non deriva da una partico<strong>la</strong>re abilità, ma dal fatto che<br />

nel<strong>la</strong> sua analisi politica non c'è alcuno spazio per l'interesse personale.<br />

Ai primi <strong>di</strong> marzo del 346 su proposta <strong>di</strong> Filocrate fu inviata a Pel<strong>la</strong> una prima delegazione<br />

per negoziare <strong>la</strong> pace, costituita da <strong>di</strong>eci membri (fra cui Filocrate, Eschine e lo stesso<br />

<strong>Demostene</strong>). In aprile si tenne in Atene un'assemblea, al<strong>la</strong> presenza degli ambasciatori<br />

macedoni, nel<strong>la</strong> quale vennero approvate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pace che mantenevano lo status<br />

quo. Venne inviata una seconda ambasceria, incaricata <strong>di</strong> raccogliere il giuramento <strong>di</strong><br />

Filippo. Ma solo dopo cinquanta giorni gli ambasciatori riuscirono a par<strong>la</strong>re con il re, che<br />

nel frattempo aveva risolto delle operazioni militari in Tracia. Il re giurò <strong>la</strong> pace solo dopo<br />

aver atteso che il suo esercito giungesse in prossimità delle Termopili. Quando l'ekklesia<br />

ateniese si riunì, in un clima <strong>di</strong> grande turbamento, Eschine prese <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e riferì le<br />

promesse <strong>di</strong> Filippo, re<strong>la</strong>tive al ri<strong>di</strong>mensionamento dei Tebani e al<strong>la</strong> benevolenza nei<br />

confronti dei Focesi, alleati degli Ateniesi. Egli riscosse il favore del demos, che subito dopo<br />

impedì a <strong>Demostene</strong> <strong>di</strong> prendere <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

§§ 13-23. ARGOMENTAZIONE (PARTE II)<br />

L'oratore si <strong>di</strong>chiara convinto che <strong>la</strong> pace <strong>di</strong> Filocrate sia indegna <strong>di</strong> Atene ma si rende conto del<br />

fatto che <strong>la</strong> situazione contingente impone <strong>di</strong> accettar<strong>la</strong> così com'è. La crisi politica ed economica <strong>di</strong><br />

Atene richiede infatti un tempo <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> attesa. Non è pensabile una nuova guerra contro<br />

Filippo, perché in questo modo Atene si vedrebbe attaccata da tutti i popoli dell'Anfizionia, senza<br />

riuscire a fronteggiarli. Una guerra generale potrebbe trascinare i belligeranti ben oltre i progetti e le<br />

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