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Leggi tutto - Progetto Vivere Vegan

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30<br />

SPECIALE<br />

consumo, il baratto, la finanza etica,<br />

l’autoproduzione, il commercio equo<br />

e solidale, il biologico (solo per citarne<br />

alcuni) che meritano ben altra<br />

trattazione, concentrandoci essenzialmente<br />

su questioni legate al rapporto<br />

tra vegani ed acquisto critico<br />

come risposta concreta allo sfruttamento<br />

degli animali.<br />

Partendo dal dato incontrovertibile<br />

che gli animali sono esseri senzienti<br />

(capaci quindi di provare una vasta<br />

gamma di sensazioni), e come tali al<br />

pari degli animali umani hanno diritto<br />

a condurre un’esistenza dignitosa, libera<br />

e priva di sofferenza, è facile capire<br />

come questo possa influenzare<br />

le scelte di prodotti, beni e servizi per<br />

evitare <strong>tutto</strong> ciò che purtroppo deriva<br />

(direttamente o indirettamente) dal<br />

loro sfruttamento.<br />

Erroneamente si tende a considerare<br />

il veganismo come uno stile alimentare:<br />

sono esclusi dalla tavola<br />

tutti i prodotti di derivazione animale<br />

(quindi niente carne, pesce, tutti<br />

i derivati del latte, uova, miele). Ma<br />

non è solo questo. Il vegan opera<br />

continuamente delle scelte consapevoli<br />

che influenzano la sua esistenza<br />

e anche quella di chi gli sta ac-<br />

Terra Nuova · novembre 2010<br />

prodotti vegan<br />

canto. Non si limita ad adottare<br />

uno stile, che può essere del <strong>tutto</strong><br />

personale, ma agisce nell’intento di<br />

cambiare la società umana per renderla<br />

meno crudele e oppressiva nei<br />

confronti dei più deboli. È di questi<br />

aspetti, forse meno conosciuti, che<br />

vogliamo parlarvi, mettendo per un<br />

momento da parte la questione degli<br />

alimenti e dei loro metodi di<br />

«produzione» che comportano il<br />

più grande sistema di sfruttamento<br />

di esseri senzienti.<br />

© <strong>Progetto</strong> <strong>Vivere</strong> <strong>Vegan</strong><br />

Non rischiare<br />

la pelle degli altri<br />

La maggior parte del cuoio presente<br />

in commercio proviene dalla pelle<br />

di animali uccisi per la loro carne,<br />

o da mucche che non sono più in<br />

grado di produrre latte (gli animali<br />

non vanno in pensione, semplicemente<br />

finiscono al macello quando<br />

non «servono» più). Esso è pertanto<br />

un «prodotto» diretto degli allevamenti<br />

e rappresenta la materia<br />

prima di un’industria fiorente con<br />

fatturati notevolissimi, tanto che se<br />

tutti smettessero di utilizzare la pelle,<br />

la carne aumenterebbe sicuramente<br />

di prezzo.<br />

Oltre al fatto che il cuoio prima di<br />

divenire tale era la pelle di esseri intelligenti<br />

sfruttati per motivi economici,<br />

ed è quindi un materiale carico<br />

di sofferenza che non dovrebbe<br />

essere indossato da nessuno, bisogna<br />

anche considerare che la sua lavorazione<br />

(la concia) comporta l’impiego<br />

di sostanze chimiche tossiche<br />

e altamente inquinanti, che finiscono<br />

con il contaminare fiumi, laghi e<br />

mari, e che quindi causa la morte di<br />

ulteriori animali e la devastazione<br />

dell’ambiente.<br />

© Farm Sanctuary

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