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un appuntamento che non si<br />
poteva tralasciare. Nel corso degli<br />
anni, purtroppo, questa abitudine<br />
era quasi andata perduta e almeno<br />
da noi, mentre pochi “tradizionalisti”<br />
assistevano alla cerimonia religiosa,<br />
la maggioranza era già in fila a<br />
contendersi costoleccio, bistecche<br />
e salsicce arrosto. Negli ultimi tempi,<br />
per fortuna, le cose sembrano essere<br />
cambiate, anche se occorrerebbe<br />
migliorare la partecipazione attiva<br />
(canti e risposte ai sacerdoti) e<br />
magari organizzare una presenza<br />
dei piccoli lupaioli (dopo aver loro<br />
spiegato importanza e significato<br />
<strong>della</strong> cerimonia).<br />
Ho accennato, in precedenza,<br />
all’aspetto ludico <strong>della</strong> festa che<br />
un po’ in tutti i rioni negli ultimi<br />
decenni ha spesso preso quasi del<br />
tutto il sopravvento. L’abbuffata<br />
gastronomica (forse per recuperare<br />
dall’atavica fame che fino agli anni<br />
’60 è stata fedele compagna <strong>della</strong><br />
maggioranza dei contradaioli) e<br />
l’eccessivo consumo di vino ed<br />
alcolici sembrano essere divenuti<br />
C’ERA UNA VOLTA<br />
spesso la principale attrazione delle<br />
varie feste titolari, anche perché<br />
fonte di importanti ritorni economici.<br />
Si è così sovente perduto quel<br />
gusto di stare insieme e divertirsi<br />
con giochi semplici e familiari che<br />
avevano contraddistinto i decenni<br />
successivi al dopoguerra. La musica<br />
“fracassona” ha preso il posto <strong>della</strong><br />
banda, un tempo ingaggiata dalle<br />
donne del rione, il ballo in coppie<br />
sostituito dai convulsi movimenti<br />
di gruppo durante i quali, però,<br />
ognuno è solo con se stesso.<br />
Gli innocenti giochi (albero <strong>della</strong><br />
cuccagna, corsa dei sacchi, tiro<br />
<strong>della</strong> fune, corsa con l’uovo in<br />
bocca, ecc.) che riuscivano a<br />
far divertire e socializzare, oggi<br />
sono considerati superati ed<br />
anche i fascinosi canti senesi difficilmente<br />
risuonano nelle sere di<br />
festa, sovrastati dai decibel degli<br />
amplificatori a “tutta palla”.<br />
I recenti esperimenti dei “musici da<br />
strada”, però, hanno dimostrato<br />
che il fascino di una chitarra ed un<br />
mandolino sono ancora capaci<br />
19<br />
di trascinare anche i giovani che<br />
stanno riscoprendo il piacere di<br />
parlare e cantare insieme.<br />
Occorre dire che le polemiche<br />
non sono mai mancate e quei<br />
giochi che un attimo fa ho<br />
“malinconicamente” evocato,<br />
nell’immediato dopoguerra furono<br />
fortemente criticati da alcuni<br />
“contradaioli doc” che li ritenevano<br />
più adatti ad una serata trascorsa<br />
sull’aia in campagna (roba da<br />
gazzillori, tanto per intendersi!)<br />
che ad una festa di contrada. Un<br />
discorso a parte meriterebbe il giro,<br />
ma di questo forse parleremo in<br />
altra occasione.<br />
Come si vede, dunque, non siamo<br />
mai contenti, ma certi segnali<br />
riscontrati negli ultimi anni nella<br />
nostra contrada fanno ben sperare<br />
di riuscire a trovare quel giusto mix<br />
che concili passato con presente,<br />
senza inutili e dannose nostalgie,<br />
ma senza dimenticare le varie<br />
tradizioni, per vivere nel migliore<br />
dei modi uno dei momenti più<br />
significativi <strong>della</strong> vita contradaiola.