N°26 Marzo-Aprile - La Voce di Lentiai - online
N°26 Marzo-Aprile - La Voce di Lentiai - online
N°26 Marzo-Aprile - La Voce di Lentiai - online
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
16 “<strong>La</strong> voce <strong>di</strong> <strong>Lentiai</strong>” marzo-aprile 2010<br />
Rita Majerotti, maestra<br />
Quest’anno, in occasione dell’8 marzo, festa<br />
della donna, la Società Operaia ha voluto<br />
ricordare Rita Majerotti, de<strong>di</strong>candole una<br />
mostra, una conferenza e uno spettacolo. Rita<br />
fu una maestra elementare a cavallo fra ’800<br />
e ‘900; lei stessa narrò la sua vita e la sua<br />
professione in uno scritto autobiografico, “Il<br />
Romanzo <strong>di</strong> una Maestra”, dapprima pubblicato<br />
a puntate su “<strong>La</strong> <strong>di</strong>fesa delle lavoratrici” dal 1°<br />
settembre 1913 al 6 giugno 1915 con il titolo<br />
“Pagine <strong>di</strong> vita”.<br />
All’epoca fare la maestra era un mestiere pieno<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà: eri costretta a girare varie scuole,<br />
magari in se<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagiate per incarichi a volte <strong>di</strong><br />
breve tempo, il che spesso non ti consentiva <strong>di</strong><br />
tenere con te i figli; dovevi alloggiare in locande<br />
o in se<strong>di</strong> <strong>di</strong> fortuna, dovevi raggiungere il posto<br />
<strong>di</strong> lavoro con mezzi tuoi il che significava spesso<br />
biciclette prese a nolo, oppure camminate <strong>di</strong><br />
svariati chilometri.<br />
Per Rita fu un mestiere anche più <strong>di</strong>fficile perché<br />
lei fu sempre una maestra scomoda, scomoda<br />
per l’estabilishment scolastico, scomoda<br />
per i potentati locali; troppo “razionalista”<br />
secondo una definizione dell’epoca, troppo<br />
“progressista” potremmo <strong>di</strong>re oggi. Tutto ciò<br />
significò per lei una vita oltremodo travagliata<br />
ed impieghi spesso aleatori. Fu maestra nel<br />
Veneto ed in Lombar<strong>di</strong>a, che Rita definiva<br />
due Vandee, così abbarbicate alle tra<strong>di</strong>zioni,<br />
alle convenzioni, così retrograde, ed in Puglia.<br />
Fu soprattutto una donna che, come maestra,<br />
si trovava a svolgere l’unica professione<br />
intellettuale all’epoca accessibile, ma proprio<br />
grazie ad essa aveva in mano gli strumenti per<br />
la sua e l’altrui emancipazione.<br />
L’elemento base nella storia della maestra<br />
Rita fu questa progressiva e continua presa<br />
<strong>di</strong> coscienza del proprio ruolo, della propria<br />
situazione, dello status della donna in generale.<br />
Non so se può essere definita femminista<br />
ante-litteram, credo sia stata soprattutto una<br />
maestra <strong>di</strong> vita.<br />
Ne parlo con Anna Tonon, la nipote.<br />
Anna è intervenuta alla conferenza in SOMS<br />
ed ha presentato sua nonna come donna<br />
oltre che come maestra. Ha esor<strong>di</strong>to <strong>di</strong>cendo:<br />
“Spero <strong>di</strong> trasmettervi quello che mia nonna ha<br />
trasmesso a me”. Anna si definisce la memoria<br />
storica della famiglia, ma siamo entrambi<br />
d’accordo <strong>di</strong> tralasciare gli aspetti biografici e<br />
<strong>di</strong> sottolinearne soprattutto l’aspetto umano.<br />
Mi sembra <strong>di</strong> capire che nonna Rita<br />
abbia avuto un ruolo importante nella<br />
sua vita…<br />
Certo! Ho vissuto con mia nonna da quando<br />
avevo tre anni e mezzo fino che ne ho avuti<br />
ventisei. Quello che sono lo devo tutto a mia<br />
nonna; è per questo che mi sono data sempre<br />
da fare con iniziative, ricor<strong>di</strong>, commemorazioni<br />
perché si continuasse a considerarla un<br />
modello <strong>di</strong> comportamento. Mia nonna ci ha<br />
sempre detto che comunque dovevamo far in<br />
modo <strong>di</strong> non essere mai contestabili in termini<br />
<strong>di</strong> onestà, coerenza e lealtà.<br />
Non è sempre stato un rapporto facile, sono<br />
arrivata spesso a contestarla, ma per lei era<br />
giusto che fosse così: qualsiasi argomento<br />
fosse in <strong>di</strong>scussione, lei <strong>di</strong>ceva: PARLIAMONE!<br />
Per mia nonna la gioventù non doveva mai<br />
stare zitta, ma controbattere sempre. E’ grazie<br />
a questi insegnamenti che sono stata in grado<br />
<strong>di</strong> tenere il mio primo comizio a soli 15 anni!<br />
Soprattutto ho sempre ammirato la sua grande<br />
coerenza, ed è grazie a lei che ancora adesso mi<br />
guardo allo specchio e sono contenta, mi stimo.<br />
Lei è sempre stata un esempio, qualcosa <strong>di</strong> cui<br />
oggi si soffre la mancanza, intendo qualcuno che<br />
ti sia d’esempio…Mia nonna non frequentava<br />
chiese, ma rispettava ed amava Cristo come<br />
filosofo; per lei il più grande insegnamento <strong>di</strong><br />
Cristo era: NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE<br />
NON VUOI SIA FATTO A TE. Questo fu sempre<br />
un concetto alla base del suo pacifismo, del suo<br />
antimilitarismo.<br />
E’ stata sempre una donna molto particolare,<br />
da inquadrare nei contesti storici giusti. Ha<br />
sempre portato avanti un suo pensiero molto<br />
preciso sul ruolo e sulla con<strong>di</strong>zione delle donne;<br />
lei aveva passato una vita molto <strong>di</strong>fficile col<br />
primo marito (Giuseppe Tonon, figlio <strong>di</strong> una<br />
famiglia bene trevigiana; morirà a soli 38 anni,<br />
lasciandola vedova con due bambini piccoli), ma<br />
semplicemente perché era stato un matrimonio<br />
subito, nel senso che lei, giovane ed alle prime<br />
esperienze, non aveva in mano abbastanza<br />
elementi per poter valutare quello che stava<br />
facendo. Per mia nonna Rita si deve sempre<br />
avere possibilità <strong>di</strong> scelta perché questa è<br />
espressione <strong>di</strong> libertà ed essere liberi è un<br />
lusso. Con il secondo marito (Filippo D’Agostino)<br />
ebbe invece un rapporto profon<strong>di</strong>ssimo, con<br />
un’assoluta comunione <strong>di</strong> ideali.<br />
Parliamo della maestra Rita Majerotti<br />
Era una maestra montessoriana.<br />
Voglio ricordare che Maria Montessori fu la<br />
prima donna che in Italia ebbe l’onore <strong>di</strong> avere<br />
la propria effige su una banconota (ndr: era la<br />
banconota da 1000 lire).<br />
Mi ha insegnato giocando, con un metodo che<br />
oggi potremmo definire INSIEMISTICO: a tre,<br />
quattro anni avevo già imparato a leggere e<br />
scrivere. Vedevo ad esempio l’insegna d’un<br />
negozio ed imparavo a leggere quello che c’era<br />
scritto. Leggevo tutto quello che trovavo in giro<br />
per casa (lo faccio ancora adesso) e quando<br />
scoprivo una parola nuova, andavo da mia<br />
nonna a farmi <strong>di</strong>re il significato. Così avendo<br />
avuto questa maestra personale sono sempre<br />
stata avanti rispetto ai miei coetanei: quando<br />
si è trattato <strong>di</strong> iscrivermi alle elementari, mia<br />
nonna pensò che non era il caso che facessi<br />
la prima e che era meglio mi iscrivessero alla<br />
seconda; ma quando mi hanno fatto l’esame<br />
<strong>di</strong> ammissione, hanno deciso che dato il mio<br />
livello <strong>di</strong> preparazione, era il caso <strong>di</strong> iscrivermi<br />
ad<strong>di</strong>rittura in terza.<br />
Il che, negli anni, mi ha anche creato dei<br />
problemi nel senso che, essendo sempre due<br />
anni avanti e dovendomi confrontare con<br />
compagni <strong>di</strong> classe più vecchi <strong>di</strong> due anni, mi<br />
dovevo dare un sacco da fare per <strong>di</strong>mostrare<br />
<strong>di</strong> essere sempre e comunque all’altezza.