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xx leghe 2011 IIb 1-50 23-01-2011 22:31 Pagina 1 - Isole nella Rete

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<strong>xx</strong> <strong>leghe</strong> <strong>2<strong>01</strong>1</strong> <strong>IIb</strong> 1-<strong>50</strong> <strong>23</strong>-<strong>01</strong>-<strong>2<strong>01</strong>1</strong> <strong>22</strong>:<strong>31</strong> <strong>Pagina</strong> 32<br />

CRITICA RADICALE<br />

que trovare molti esempi di amoralità tra gli<br />

scienziati, come spiegherò in seguito).<br />

Quindi, l’argomento secondo cui gli scienziati<br />

(nonostante qualche eccezione) non<br />

siano spinti principalmente dal desiderio di<br />

fare del bene all’umanità non esclude che gli<br />

scienziati abbiano delle finalità morali – fuori<br />

dal laboratorio. Lei cita Einstein, che ha lavorato<br />

strenuamente per la pace nel mondo e<br />

senza dubbio le sue motivazioni erano di<br />

grande moralità. Ma questo non ci dice nulla<br />

sui motivi per cui faceva ricerche nel campo<br />

della fisica.<br />

Lei sostiene presumibilmente che gli scienziati<br />

agiscono con finalità morali svolgendo il<br />

loro lavoro scientifico. Nel 2002 ho chiesto<br />

cosa pensassero della tua teoria ai due psicologi<br />

del carcere, che considero validi e che si<br />

definiscono fondamentalmente razionalisti<br />

rifuggendo da dubbie teorie quali il freudismo.<br />

Cito dalle mie annotazioni datate 9<br />

aprile 2002:<br />

«Volendo rispondere a una lettera che ho<br />

ricevuto da tale Peter Bell, oggi ho chiesto ai<br />

dottori Watterson e Morrison se avessero<br />

abbracciato l’ambito della psicologia per soddisfare<br />

i propri bisogni personali o... per fare<br />

del bene al genere umano. Entrambi hanno<br />

risposto di essere diventati psicologi per soddisfare<br />

i propri bisogni personali. Allora ho<br />

chiesto se secondo loro la maggior parte degli<br />

psicologi lo sia diventato per il bene dell’umanità<br />

o per soddisfare i propri bisogni personali.<br />

Sia Watterson sia Morrison mi hanno<br />

risposto per soddisfare i propri bisogni personali<br />

(“in special modo i bisogni dell’ego”, ha<br />

detto Watterson) e non per il bene dell’umanità.<br />

Morrison ha aggiunto che molti psicologi<br />

diranno di esserlo diventati per aiutare le<br />

persone, ma non è questo il vero motivo. Ho<br />

chiesto a Watterson e Morrison cosa pensassero<br />

dell’opinione di Bell secondo cui gli<br />

scienziati perseguono fini morali. Pare che i<br />

due lo abbiano trovato divertente. Morrison<br />

ha suggerito, ironicamente, che dovrei<br />

rispondere a Bell dicendo semplicemente<br />

“Ma dove vivi!”».<br />

Per sostenere tale argomento lei sostiene di<br />

aver “scoperto” che le persone “impegnate<br />

direttamente e che dirigono” la costruzione<br />

di armi militari pensano di fare la cosa giusta<br />

per il mondo e di essere “attivamente... impegnati<br />

in un’azione morale. Ma come ha “scoperto”<br />

queste cose? Glielo hanno raccontato<br />

loro? La sua ingenuità è sorprendente. Se<br />

queste persone affrontassero il loro lavoro in<br />

modo del tutto cinico, pensa che lo ricono-<br />

scerebbero e lo direbbero? Se un uomo è talmente<br />

privo di scrupoli da svolgere lavori<br />

dannosi per soddisfare i suoi bisogni personali,<br />

sarà abbastanza privo di scrupoli da<br />

mentire circa le sue motivazioni.<br />

Ci sono persone le cui opinioni a riguardo<br />

degli scienziati coinvolti <strong>nella</strong> ricerca militare<br />

sono molto diverse dalle sue. Nel dopoguerra,<br />

nelle sue memorie auto-accusatorie il<br />

Ministro per gli Armamenti di Hitler scrisse:<br />

«Ho sfruttato il fenomeno della devozione,<br />

sovente cieca, dei tecnici riguardo al loro<br />

compito. A causa di quella che sembra la<br />

neutralità morale della tecnologia, queste<br />

persone non avevano scrupolo alcuno a svolgere<br />

le loro attività. Più il mondo ci imponeva<br />

la tecnica a motivo della guerra, più pericolosa<br />

era l’indifferenza della tecnica riguardo<br />

le conseguenze dirette delle sue attività<br />

anonime.» 1<br />

Lei pensa che qualcuno di questi tecnici<br />

avrebbe ammesso apertamente a degli estranei<br />

di essere stato indifferente alle conseguenze<br />

del proprio lavoro? Difficilmente. Un<br />

esempio tipico è quello di Wernher von<br />

Braun. Come forse lei saprà, von Braun era il<br />

capo degli scienziati che si occuparono di<br />

missili sotto Hitler, e diresse lo sviluppo del<br />

missile V-2 che uccise numerosi civili a<br />

Londra e in altre città 2 . Dopo la guerra von<br />

Braun sostenne di essere stato spinto da<br />

motivazioni “patriottiche” 3 . Ma, mentre<br />

lavorava per Hitler, von Braun doveva sapere<br />

che stavano sterminando gli ebrei, dato che si<br />

trattava di un “segreto disvelato in Germania,<br />

dalla fine del 1942 fino all’ultimo” secondo<br />

la ricerca storica più recente 4 . Che razza di<br />

patriottismo può spingere un uomo a<br />

costruire armi per un regime che stermina<br />

interi gruppi etnici per pura malvagità? È<br />

abbastanza chiaro che il “patriottismo” era<br />

per von Braun una semplice scusa e che tutto<br />

quel che lui voleva era costruire missili per il<br />

proprio prestigio. «Quando la seconda<br />

Guerra Mondiale volgeva al termine, all’inizio<br />

del 1945, Braun e molti dei suoi colleghi<br />

scelsero di arrendersi agli Stati Uniti, dove<br />

pensavano avrebbero potuto ricevere sostegni<br />

alla loro ricerca missilistica...» 5<br />

E questa pratica non è affatto limitata a quelli<br />

che costruirono armi per regimi dittatoriali.<br />

Di sicuro saprà che Robert Oppenheimer<br />

diresse lo sviluppo della prima bomba atomica<br />

per gli Stati Uniti. Il 2 novembre 1945 in<br />

una conferenza con gli scienziati che avevano<br />

partecipato al progetto della bomba a Los<br />

Alamos, New Mexico, Oppenheimer osservò:<br />

«Dobbiamo temere che la gente ritenga le<br />

nostre motivazioni inadeguate». Quindi<br />

Oppenheimer passò in rassegna le solite scuse<br />

che gli scienziati diedero sulla costruzione<br />

della bomba: i nazisti avrebbero potuto<br />

costruirla per primi; non c’era altro luogo nel<br />

mondo in cui lo sviluppo delle armi atomiche<br />

avrebbe avuto una minor possibilità di<br />

portare a un disastro che gli Stati Uniti; la<br />

vera importanza dell’energia atomica non<br />

risiede nelle armi ma nei benefici che essa<br />

potrebbe arrecare all’umanità, eccetera.<br />

Oppenheimer notò come tutte queste motivazioni<br />

fossero più o meno valide, ma insistette<br />

che il vero motivo per cui gli scienziati<br />

svilupparono la bomba fu che, per loro, il<br />

lavoro che svolgevano era un bisogno personale,<br />

una “necessità organica”. Nella visione<br />

di Oppenheimer gli scienziati vivevano<br />

secondo una filosofia per cui l’acquisizione e<br />

la diffusione di conoscenza era un obiettivo<br />

32 XX MILA LEGHE SOTTO Gennaio <strong>2<strong>01</strong>1</strong>

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