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00 Lago Devero Era il 2002 Nel corso del 2002, Anno Internazionale delle Montagne, la nostra <strong>Sezione</strong> allora presieduta da Alberto Boldrini, volle solennizzare l’evento mondiale e, contemporaneamente, ricordare i “Veci dell’Intra” Fu organizzata un’escursione di due giorni alla quale parteciparono nove alpini che, all’inizio di giugno, partirono dall’Alpe Devero, transitarono da Crampiolo per poi salire, seguiti da una pioggerella e da un fantastico arcobaleno, fino all’Alpe Naga accolti da tante marmotte e da un branco di camosci. Il gruppo composto da Andrea, Angelo, Antonio, Arrigo, Doriano, Franco R, Franco S, Marco e Pietro, dopo una pausa di riposo, proseguirono verso la severa Bocchetta della Valle a 2.574 m, si soffermarono per scattare le foto ricordo e per ricordare i “risatt e i scigulitt” che su quei monti furono addestrati al combattimento. Il gruppo, infreddolito, riprese la marcia lungo una ripida discesa tra rocce e sfasciumi e, nei pressi del Lago Busin inferiore, si concesse un intervallo per consumare il “rancio” al riparo del vento gelido! Il lungo sentiero in mezzacosta che porta al Rifugio Margaroli (2.194 m) sull’argine del Lago Vannino Dintorni Alpe Forno RICORDI 5 VALLI – Settembre 2012 conclude la giornata dei nove alpini luinesi i quali poi trascorsero la serata in allegria. Il mattino successivo, riposati, i valenti escursionisti affrontarono un ripido tracciato per arrivare al Passo della Scatta Minoia (2.600 m) e iniziare, finalmente, la discesa su ampi pascoli “caricati” con decine di vacche. Uno sguardo alla carta topografica mise al corrente i nostri “nove” del notevole dislivello per giungere all’Alpe Devero dove, finalmente, brindarono con dell’ottimo vino bianco alla conclusione positiva dell’escursione. Sono trascorsi dieci anni, la squadra dei nove “Veci” rivive con nostalgia quella escursione, quelle cime sfidate ma rispettate da noi alpini e, ricorda con tristezza l’amico Franco S. che, prematuramente ha già raggiunto la “Cima più alta”. Andrea Bossi Bocchetta di Valle Laghetto Busin
Gruppo del Catinaccio I giornali e le riviste di settore pubblicano, solitamente, cronache corredate da splendide fotografie, relative ad ascensioni estreme compiute da provetti alpinisti. Sono pure descritte le lunghe escursioni di alto livello tecnico con passaggi attrezzati adatte a gente ben preparata. Articoli interessanti che, purtroppo, escludono coloro i quali, raggiunta una “certa età”, o appendono gli scarponi al classico “chiodo” e, in pantofole, leggono con nostalgia le imprese sopra descritte, oppure, i più disinvolti, con uno scatto di orgoglio vanno ad acquistare un paio di scarponi leggeri e uno zainetto nel quale riporre l’indispensabile per una scarpinata di circa tre ore o poco più. La carta topografica è indispensabile per studiare meticolosamente un itinerario appagante e quindi partire. Andare addirittura oltre le creste delle nostre montagne molto conosciute! Propongo, per esperienza vissuta, la Val di Fassa che offre tanti itinerari di rara bellezza adatti proprio a noi di una “certa età”. Consiglio l’escursione, tranquilla, al Rifugio Roda di Vaèl: si parte da Vigo di Fassa percorrendo in automobile o con il Bus di linea i circa dieci chilometri lungo la strada che sale al Passo di Costalunga,; superato il valico, all’altezza dell’Hotel Alpenrose, si nota a destra la stazione di una seggiovia che porta al Rifugio Paolina alle pendici del Catinaccio. Scesi dall’impianto di risalita, si imbocca il sentiero del Masaré che in un’ora circa di salita giunge al monumento dedicato a Theodor Christomannos (avvocato di origini greche che visse nella seconda metà dell’Ottocento tra Vienna e Merano. Fu tra gli LA MONTAGNA ideatori di una strada che collegasse Bolzano a Cortina passando dalla Val di Fassa. Questa opera fu realizzata tra il 1895 e il 1909). Lasciato il monumento alle spalle, si prosegue per circa mezz’ora su un percorso pianeggiante fino al Rifugio Roda di Vaèl. Il panorama che si ammira da questa posizione è superlativo: a sud spazia dal massiccio del Latemar alla Marmolada, a nord la Valle del Vajolon è contornata dalle splendide cime di Sforcella, Coronelle, Mugoni e dalle Cigolade. Il Rifugio Roda di Vaèl è accogliente e propone una cucina con prodotti locali a prezzi contenuti. Il ritorno offre diverse alternative ma è preferibile ripercorrere lo stesso itinerario della salita impiegando lo stesso tempo. Non rimane che augurare una buona camminata a tutti coloro di una “certa età”. Laurin
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