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pecuniarie anche di rilevante ammontare ed altresì misure accessorie sia
in via cautelare (quali la sospensione dell’attività), sia definitiva (quali
l’interdizione dall’attività; sospensione e revoca delle autorizzazioni,
licenze, etc.; divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione, etc.).
Lo scopo dell’emanato decreto legislativo è quello, nell’ipotesi in cui
l’Ente adesso si adegui, di ridurre il rischio della commissione dei “reati
presupposti” con la conseguente auspicata riduzione del rischio di
applicabilità delle pene a carico dell’Ente che abbia avuto l’accortezza di
munirsi di un idoneo Modello Organizzativo, Modello che deve
naturalmente essere sia adeguato alle reali esigenze, sia correttamente
applicato ed aggiornato in relazione ad eventuali mutamenti legislativi e
della struttura dell’Ente stesso.
Per raggiungere gli scopi voluti dal Legislatore la Società si è
munita del presente M.O. il quale è strutturato in tre sezioni: 1) la prima
(la cosiddetta “Parte Generale”) destinata ad identificare e descrivere: le
caratteristiche ed il profilo della Società; le aree d’impresa e le condotte
qualificabili come potenzialmente a “rischio” per la tematica in questione
e relativi reati “presupposti”; l’Organismo di Vigilanza; i rapporti con i
clienti, fornitori ed Istituti di credito; 2) la seconda contenente le norme
comportamentali ed i vari principi che, nella sostanza, costituiscono il
Codice Etico (in prosieguo anche identificato più semplicemente come
C.E.) al cui rispetto ed applicazione devono adeguarsi sia i soggetti
interni apicali e non, sia quelli esterni che intrattengano rapporti con la
società; 3) la terza (la cosiddetta “Parte Speciale”) destinata ad
identificare i cosiddetti “protocolli esecutivi” i quali, giusta anche la
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