PERIODICO - Città Futura
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mente nelle mani delle donne, con forti ripercussioni<br />
sulle loro reali possibilità di avere una vita<br />
professionale che rispetti le loro capacità e ambizioni.<br />
«In Trentino le donne che lavorano sono una componente<br />
importante, ma non hanno ancora il ruolo<br />
che spetta loro – ha precisato Isabella Speziali, direttrice<br />
dell’Osservatorio Agenzia del Lavoro – I posti<br />
ci sono, ma sono ancora poche le donne, in termini<br />
relativi, che decidono di entrare nel mondo<br />
del lavoro». Secondo la Speziali le cause sono da<br />
ricercare proprio nell’importante ruolo assegnato<br />
alle donne nella cura della famiglia. Anche se le cose<br />
pare stiano cambiando. «Le donne oggi studiano<br />
di più e quindi più che in passato entrano nel mondo<br />
del lavoro chiedendo la giusta valorizzazione –<br />
ha raccontato la direttrice – Dobbiamo iniziare a<br />
ragionare sulla conciliazione e, allo stesso tempo,<br />
sulla valorizzazione della componente femminile».<br />
Donne, non solo mamme<br />
Diversi gli strumenti a disposizione delle aziende:<br />
dall’attivazione del part-time al sostegno delle donne<br />
in maternità alla valorizzazione delle competenze.<br />
In questo modo le aziende non rischiano di perdere<br />
l’investimento fatto assumendo la lavoratrice. «Se<br />
un’azienda ha assunto donne capaci deve poi utilizzare<br />
queste risorse al meglio – ha esortato la Villa –<br />
Penso sia importante andare nella direzione di una<br />
contrattazione per certi aspetti quasi individuale.<br />
Non dobbiamo dimenticare che le donne non sono<br />
tutte uguali».<br />
Un’esortazione raccolta anche dall’assessore alle<br />
pari opportunità Iva Berasi, che, pur sottolineando<br />
la necessità di pensare alle donne con famiglia, ha<br />
aggiunto che «bisogna cominciare a considerare<br />
anche le necessità delle donne che vivono da sole,<br />
anche loro troppo spesso vittime di discriminazione<br />
di genere».<br />
La Berasi ha poi affrontato l’argomento del divario<br />
retributivo tra uomini e donne: in questo settore la situazione<br />
è talmente iniqua che se ne sta occupando<br />
perfino la Commissione Europea.<br />
Gli strumenti<br />
Rimangono da individuare gli strumenti più adatti<br />
per garantire le pari opportunità. Per farlo, il progetto<br />
ANCCORA parte dall’analisi del contratto di<br />
lavoro in essere nella Federazione Trentina della<br />
Cooperazione. «In generale, sono state individuate le<br />
possibili aree di criticità – ha detto ancora la Fedrizzi –<br />
Spetta ora alle parti sociali decidere eventuali modifiche<br />
da inserire».<br />
3<br />
E a livello di contrattazione, le parti coinvolte hanno<br />
già acquisito la consapevolezza dell’importanza del<br />
proprio ruolo. «Il sindacato ha il compito fondamentale<br />
di recepire le esigenze dei lavoratori» ha spiegato<br />
Domenico Mazzucchi, sindacalista Fabi.<br />
«Va detto che a livello locale, ad esempio nelle Casse<br />
Rurali, siamo riusciti a ottenere risultati migliori rispetto<br />
al nazionale. E la situazione è ancora in evoluzione»<br />
ha specificato Mariano Perotti, sindacalista<br />
Fiba-Cisl. «Non solo è stata ampliata la possibilità di<br />
part-time e concessa l’aspettativa sia alle madri che<br />
ai padri – gli ha fatto eco Mazzucchi – ma stiamo<br />
puntando alla ricostituzione di una Commissione pari<br />
opportunità in un’ottica di conciliazione».<br />
Il punto di vista della Federazione è stato presentato<br />
da Adriano Orsi, delegato sindacale alla contrattazione:<br />
«È corretto che il movimento cooperativo si<br />
occupi della questione delle pari opportunità, ma<br />
non deve limitarsi all’uguaglianza di genere. Al giorno<br />
d’oggi la questione è molto più complessa per varie<br />
ragioni, dalla crescita del numero di immigrati<br />
con abitudini ed esigenze diverse all’aumento di famiglie<br />
“non tradizionali”. Finora nelle contrattazioni<br />
locali siamo riusciti a migliorare gli istituti contrattuali<br />
previsti a livello nazionale anche per favorire le<br />
pari opportunità tra uomo e donna. Ora è importante<br />
trovare il modo per garantire pari opportunità a<br />
tutti e aiutare nella conciliazione dei tempi di vita e<br />
lavoro».<br />
In Federazione sono già stati attivati strumenti utili a<br />
garantire l’equità di trattamento tra uomo e donna.<br />
«Abbiamo sperimentato il telelavoro, attivato il parttime<br />
e aderito al progetto Tempo, per favorire la conciliazione<br />
dei tempi casa-lavoro – ha raccontato il<br />
direttore generale Carlo Dellasega – e ora stiamo<br />
promuovendo queste opportunità anche presso le<br />
nostre cooperative. Speriamo di ottenere presto risultati<br />
importanti».<br />
La parità coinvolge anche gli uomini<br />
La parità di genere non è una questione femminile,<br />
ma un obiettivo che interessa tutti. Quanti uomini,<br />
ad esempio, vorrebbero poter passare più tempo con<br />
il proprio bambino appena nato? «La nascita di un figlio<br />
riguarda sia le madri che i padri – ha sottolineato<br />
Andrea Bontempelli, responsabile marketing<br />
della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine – Le problematiche<br />
della conciliazione non riguardano solo le<br />
donne. Partendo da questa considerazione la nostra<br />
banca di credito cooperativo ha attivato, nell’ambito<br />
del progetto Gelso, il congedo di paternità, grazie al<br />
quale al momento della nascita del figlio il padre ha<br />
tre giorni di congedo dal lavoro».