Amaranto magazine gennaio 2008

IL PERSONAGGIO ( P I E R O M A N C I N I
massimo dirigente: il suo sguardo, nel
parlarne, assume una luce diversa. E
allora presidente, perché non prenderlo
subito, a inizio preparazione? “Lo chieda
a Vittorio Fioretti, De Paola è stata una
sua scelta. E lui ammette tranquillamente
lo sbaglio. A volte scommettere su un
debuttante può portare fortuna. Altre
volte no. Del resto le categorie servono
per formare un uomo. Per andare dal
primo al quinto piano bisogna per forza
salire le scale gradino per gradino, altrimenti
si rischia di cadere e sfasciarsi”.
Concezione piramidale della vita, antica
e sana saggezza, due punti fermi di
Piero Mancini. Per il 2008 il presidente
punta dritto su Cuoghi ma pensa che
la rosa abbia bisogno di due innesti, un
terzino di spessore e un centrocampista
con qualche centimetro in più rispetto a
quelli che già ha: “sono gli unici elementi
mancanti a un insieme di qualità. Noi
abbiamo giocatori che possono fare la
differenza”.
Pensieri positivi ma immancabilmente
anche rimpianti: “mi sono pentito
spesso di aver preso l’Arezzo, non l’ho
mai nascosto. Il mondo del calcio porta
solo negatività. Nessuno ti dà una mano,
anzi. Se possono la mano te la danno,
ma dall’alto verso il basso per spingerti
giù nel baratro”. Per il 2008 l’intenzione
rimane quella più volte annunciata:
“se trovo, vendo la società”. Niente di
nuovo sotto il sole verrebbe da dire.
“Del resto – commenta Mancini – da
quando sono alla guida della società
qualcuno si è fatto avanti, altri hanno
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Vittorio Fioretti
e Mancini stanno sondando
il mercato per
rinforzare la squadra,
seguendo le richieste
di mister Cuoghi
Nel mirino amaranto
ci sono un centravanti
forte nel gioco aereo e
un centrocampista per
completare il reparto