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Come funziona il laser<br />

Il primo a funzionare<br />

fu il laser a rubino. Per<br />

comprenderne il funzionamento,<br />

che è alla base di<br />

quello di qualsiasi laser,<br />

occorre partire dalla<br />

considerazione che la<br />

luce è composta da fotoni,<br />

i quali a loro volta sono<br />

particelle aventi ciascuna<br />

un’energia (w) pari a:<br />

w = h x f<br />

dove h è la costante di<br />

Planck (6,634 x 10 -34<br />

joule x secondo) ed f la<br />

frequenza della lunghezza<br />

d’onda corrispondente alla<br />

radiazione cui appartengono.<br />

A sua volta f vale:<br />

f = / v<br />

dove è la lunghezza<br />

d’onda della radiazione e v<br />

rubino<br />

raggio<br />

lampada<br />

allo xeno<br />

causare! E non possiamo dimenticare<br />

che l’idea di realizzare<br />

armi a laser, seppure sia stata<br />

abbandonata per quelle portatili<br />

(l’elevata energia che servirebbe<br />

ad alimentarle, difficilmente si<br />

può ricavare da un sistema da<br />

tenere in mano...) ha trovato ampio<br />

sfogo nelle postazioni fisse:<br />

cannoni laser per difesa aerea<br />

e non solo, già operano a terra,<br />

sulle navi e persino su speciali<br />

aerei. E le applicazioni non si<br />

fermano qui, perché la luce del<br />

laser, per coerenza, concentrazio-<br />

40 Novembre 2010 ~ Elettronica In<br />

la velocità della luce.<br />

Normalmente la luce che<br />

investe un materiale gli<br />

cede una parte dell’energia<br />

che possiede: maggiore<br />

è tale fenomeno,<br />

più la radiazione viene<br />

assorbita. L’energia ceduta<br />

eccita gli atomi del<br />

materiale, innalzandone<br />

il livello energetico degli<br />

elettroni periferici (gli<br />

elettroni ruotano intorno<br />

al nucleo dell’atomo) che<br />

passano dallo stato normale<br />

a quello eccitato; ciò<br />

vuol dire che si portano su<br />

un’orbita più esterna. Siccome<br />

ogni elettrone tende<br />

a tornare al suo posto,<br />

quando lo fa restituisce<br />

l’energia in eccesso sotto<br />

forma di fotone. L’energia<br />

del fotone dipende da<br />

quella ceduta dall’elettrone<br />

e quanto più è alta,<br />

specchio<br />

riflettente<br />

cilindro riflettente<br />

specchio<br />

semi-riflettente<br />

alimentatore<br />

tanto maggiore è la frequenza<br />

dell’onda luminosa<br />

prodotta e tanto minore è<br />

la lunghezza d’onda. Questa<br />

emissione stimolata si<br />

verifica se nel materiale<br />

ci sono più atomi eccitati<br />

che atomi normali, allorché<br />

la luce che attraversa<br />

il materiale guadagna<br />

potenza invece di perderla<br />

per assorbimento. Nel<br />

laser, gli atomi vengono<br />

dapprima eccitati, cioè<br />

pompati tramite una fonte<br />

d’energia, quindi stimolati<br />

ad emettere l’energia<br />

immagazzinata per<br />

mezzo di una radiazione<br />

esterna di frequenza ben<br />

determinata. I fotoni che<br />

compongono la radiazione<br />

emessa sono sincronizzati<br />

e viaggiano in fase con<br />

quelli che li stimolano.<br />

Il laser a rubino si basa su<br />

un cristallo cilindrico che<br />

funge sia da mezzo attivo<br />

ne e direzionalità, ben si presta<br />

a veicolare informazioni di tipo<br />

numerico e analogico. Certamente<br />

chi per primo ha ipotizzato il<br />

laser avrebbe potuto immaginare<br />

solo una parte degli sviluppi<br />

della sua invenzione. Ma cos’è<br />

esattamente un laser? Per comprenderlo<br />

bisogna richiamare il<br />

concetto di “emissione stimolata”<br />

di elettroni da parte dei corpi.<br />

Questo fenomeno, già impiegato<br />

nei tubi termoionici, è stato alla<br />

base del MASER, l’antenato del<br />

laser: qui gli elettroni rilasciati a<br />

che da risonatore: le due<br />

basi del cilindro, piane e<br />

parallele, vengono lavorate<br />

e rivestite con uno<br />

strato riflettente (un lato<br />

riflette al 96 e l’altro al 50<br />

%) in modo da funzionare<br />

come i due specchi di un<br />

risonatore ottico. Il rubino<br />

sintetico è un cristallo di<br />

allumina (Al2O3) drogato<br />

con circa lo 0,05 % di ioni<br />

cromo trivalente che gli<br />

conferiscono il caratteristico<br />

colore rosso;<br />

l’alluminio e l’ossigeno<br />

sono otticamente inerti,<br />

mentre gli ioni di cromo<br />

sono otticamente attivi.<br />

Si tratta di un laser a tre<br />

livelli: quando si irraggia il<br />

cristallo con luce bianca,<br />

questa viene assorbita<br />

dagli ioni di cromo e molti<br />

elettroni vengono eccitati<br />

in un’ampia banda di livelli<br />

energetici. Alcuni elettroni<br />

ritornano rapidamente allo<br />

I fotoni stimolano l’emissione di altri fotoni<br />

quando gli atomi tornano nello stato normale<br />

seguito della stimolazione subiscono<br />

un’amplificazione e l’onda<br />

che si produce acquista un’energia<br />

consistente. Ma non solo: gli<br />

elettroni liberati oscillano alla<br />

stessa frequenza della radiazione<br />

che li stimola. Nel caso del laser<br />

avviene un fenomeno analogo,<br />

con la differenza sostanziale che<br />

ad essere stimolata è l’emissione<br />

di fotoni; il fotone è la particella<br />

elementare (quanto) componente<br />

sia la luce che vediamo, sia<br />

quella che sfugge ai nostri occhi<br />

(infrarosso ed ultravioletto).

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