N°18 Novembre-Dicembre - La Voce di Lentiai - online
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14 “<strong>La</strong> voce <strong>di</strong> <strong>Lentiai</strong>” novembre-<strong>di</strong>cembre 2008<br />
Rafael Grigoletto dal Brasile ci racconta le sue<br />
“sfaccettature d’italianità”<br />
“L’Italia è molto piccola ma molto bella,<br />
è meravigliosa, l’Italia è la mia Patria,<br />
sono nata là, ma non ci sono stata molto<br />
tempo, sono venuta molto giovane<br />
dalla mia Patria non ricordo “nessuna<br />
cosa”. (1)<br />
“L’Italia, anche essendo la mia terra<br />
non la conosco molto bene. Gli altri<br />
<strong>di</strong>cono che è bella, principalmente la<br />
mia città”. (2)<br />
Così inizia la lettera o in verità la mail inviata<br />
da Rafael Grigoletto alla redazione<br />
della <strong>Voce</strong> <strong>di</strong> <strong>Lentiai</strong> e ci chiede <strong>di</strong> pubblicarla.<br />
Noi siamo ben lieti che i nostri<br />
corrispondenti siano anche oltreoceano,<br />
come in questo caso in Brasile, perché<br />
così l’obiettivo della rubrica “Andata e<br />
ritorno” è stato raggiunto. Una <strong>Voce</strong> dei<br />
lentiaiesi per i lentiaiesi, senza confi ni.<br />
Rafael ci ha mandato anche le foto che<br />
vedete pubblicate, noi abbiamo semplicemente<br />
“aggiustato” la lingua.<br />
Ecco cosa scrive Rafael da <strong>Lentiai</strong>ese<br />
immigrato in Brasile: “L’immigrazione<br />
italiana in Brasile, iniziata grossomodo<br />
dalla fi ne del secolo XIX alla metà del<br />
XX, è un fattore molto importante nella<br />
confi gurazione <strong>di</strong> questo Paese (specialmente<br />
negli stati meri<strong>di</strong>onali), anche<br />
se quest’importanza è relativamente<br />
poco nota. Intendendo fra altri obiettivi<br />
ottenere più “lavoratori in scala” per<br />
lavorare sodo e guadagnare poco nelle<br />
fattorie o colonizzare le aree inabitate<br />
del paese, questo processo storico, della<br />
colonizzazione dagli immigrati in Brasile,<br />
può essere classifi cato in due tipi:<br />
-colonizzazione <strong>di</strong> popolamento, quella<br />
quando gli immigranti (italiani, tedeschi,<br />
polacchi, ucraini, austriaci, russi, giapponesi,<br />
ecc.) sono <strong>di</strong>ventati proprietari<br />
e lavoratori delle loro terre, ancora<br />
vergini e selvatiche (<strong>di</strong>ventando così i<br />
fondatori delle loro colonie, in seguito<br />
<strong>di</strong>ventate città);<br />
- colonizzazione <strong>di</strong> lavoro, immigrati<br />
che erano impiegati nelle fattorie già<br />
esistenti, in ville o città già “fondate”.<br />
<strong>La</strong> prima è successa soprattutto nella<br />
regione Sud (e, più tar<strong>di</strong>, in parti dello<br />
stato <strong>di</strong> San Paolo), dove fi no ad oggi<br />
sono preservate alcune tra<strong>di</strong>zioni, come<br />
la Festa do Vinho (italiana) o l‘Oktoberfest<br />
(tedesca). Già la seconda, è accaduta<br />
in parecchi stati ma principalmente<br />
nella regione Sudest (soprattutto nello<br />
stato <strong>di</strong> San Paolo, dove, tra il 1885 ed<br />
il 1961, è stato registrato l'ingresso <strong>di</strong><br />
1.024.076 italiani).<br />
In questo nuovo Paese, gli italiani<br />
dovevano adattarsi visto che ci sarebbero<br />
rimasti perché non potevano o<br />
non volevano più ritornare in Italia, e<br />
le <strong>di</strong>fferenze che si delineavano negli