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fan magazine - Matia Bazar

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Era il 1983, in una nuvolosa mattinata lombarda, presso la<br />

<br />

prendeva forma la prima copia di un album che sarebbe<br />

destinato ad essere un punto fermo non solo della discografia<br />

prettam<br />

natura innovativa, sarà fonte di ispirazione per tutta la<br />

generazione newwave e pop elettronica legata ai gruppi italiani<br />

<br />

retro prende vita come passo finale di un cambiamento non solo<br />

legato al mondo musicale ma proprio e vero progetto<br />

multimediale dove musica e immagine diventano una sola effige.<br />

Modernissimo, asettico, volutamente spigoloso quasi tagliente,<br />

in un sound apparentemente scarno il suono del lavoro bazariano<br />

avanza, con tutta la passionalità che questo bellissimo album<br />

riesce a regalare a chi lo ascolta con assoluto stupore. Il<br />

<br />

<br />

concretizza in tutto il suo spessore. Già dalla grafica della<br />

copertina e al look postmoderno curato dallo studio milanese<br />

<br />

stilizzati, Alpha e Omega che si abbracciano in un ballo<br />

appassionato e si scompongono alternandosi in una casualità<br />

quasi programmata. Primo vero progetto multimediale della<br />

<br />

musicale che in quello della rappresentazione visiva, con concerti<br />

di raffinata bellezza. Il sipario del teatro che si apriva durante<br />

il loro live e loro che apparivano al centro di una originalissima<br />

scena, fra geometrie surreali e pochi ed essenziali strumenti, in<br />

uno studio sapiente degli spazi scenici. Il tutto era firmato<br />

<br />

negli abiti stile anni trenta di Valentino, mentre sul palco, si<br />

diffondevano in crescendo, le note del più famoso ritornello<br />

<br />

caso, <br />

dai brani realizzati con la massima professionalità alla<br />

collaborazione per la produzione, di Roberto Colombo, anche lui<br />

legato in quel periodo allo sperimentalismo, il tutto risultava<br />

vincente. La voce di Antonella, che in quegli anni si stava

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