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(1738 - 1814) esposte al castello sforzesco - Ecomuseo e Agenda ...

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sue opere costituirono dei doni offerti d<strong>al</strong>l'arciduca ai sovrani amici per arricchire le<br />

loro collezioni. Soprattutto il quadro, piacque tanto <strong>al</strong>l'arciduca che desiderò che<br />

l‟artista girasse con lui le Corti di Parma, Modena, Firenze, Reggio e Piacenza, per<br />

mostrarlo a Duchi e Arciduchi parenti di Ferdinando.<br />

Opere conosciute e attribuibili con molta certezza a questo periodo sono la<br />

coppia di commode di cui fa parte la n. 344, le più vicine stilisticamente <strong>al</strong>la scrivania<br />

viennese e databili verso i primissimi anni Ottanta, e la toilette anch‟essa delle Civiche<br />

Raccolte (Inv. N. 390). Forse di poco posteriore un mobile d'angolo di una collezione<br />

privata milanese e una seconda coppia di commode apparse sul mercato antiquario.<br />

Ulteriori informazioni si hanno solo nel 1783/84. Dopo il successo, le cronache<br />

parlano nuovamente di Maggiolini in relazione a una commode tutta neoclassica<br />

soprannominata Serra, per un committente genovese, secondo la tradizione il Marchese<br />

Domenico. Come dice Beretti 25 , non si conosce l'autore dell'articolo, ma è interessante<br />

perchè riferisce del nuovo disegno, con tutti quei graziosi e scelti ornati; nel<br />

considerare il mobile una delle più belle opere, che si abbiano vedute finora in questo<br />

genere chi scrive lascia intendere che la nuova maniera, lo stile neoclassico, che andava<br />

affermandosi in Lombardia sotto il patrocinio dell'arciduca e degli ambienti della<br />

nobiltà vicini <strong>al</strong>la corte, nel 1784 non doveva essere abitu<strong>al</strong>e per il grande pubblico;<br />

dunque l‟affermazione non deve sorprendere, vista la natur<strong>al</strong>ità di tempi piuttosto<br />

lunghi per la diffusione di un gusto nuovo.<br />

A questa Beretti riconduce tre disegni del fondo di bottega per i medaglioni descritti<br />

nell'articolo citato d<strong>al</strong> Mezzanzanica.<br />

Da nominare è un <strong>al</strong>tro gruppo di disegni di bottega, che permette di costruirsi<br />

un'idea della prima produzione neoclassica di cui non si conoscono molti esemplari. Da<br />

questi e dai pezzi conosciuti emerge una caratteristica: la presentazione di episodi legati<br />

non più <strong>al</strong>l‟oriente ma <strong>al</strong> mondo classico: scene mitologiche, sodi riferibili <strong>al</strong>la<br />

letteratura classica, ricche <strong>al</strong>legorie. Linguaggio la cui veloce evoluzione è chiara in<br />

queste opere e che in un decennio arriverà a piena maturazione.<br />

25 G. Beretti, op. cit.<br />

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