vuole te! - Sbam! Comics
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in<strong>te</strong>rvista<br />
sì come la nostra pelle. Non a caso, quando<br />
scovo nei mercatini numeri un po’ malandati<br />
dove si vede l’usura del <strong>te</strong>mpo, quando poi<br />
li elaboro nei miei lavori lascio volutamen<strong>te</strong><br />
qualche graffio o sporcatura, perché rappresentano<br />
il <strong>te</strong>mpo che passa.<br />
Le tue opere sono molto colora<strong>te</strong>…<br />
I colori molto forti che utilizzo, spesso con<br />
accostamenti azzardati, hanno lo scopo di<br />
catturare l’at<strong>te</strong>nzione del visitatore, far avvicinare<br />
anche quello più distratto in modo<br />
tale che dalla giusta distanza possa scoprire<br />
altri dettagli che gli erano sfuggiti. L’importanza<br />
del colore in natura l’ho osservato per<br />
esempio in Australia, dove l’uccello Spazzino<br />
Seduttore è noto per i suoi nidi dipinti con colori<br />
molto forti per attirare l’at<strong>te</strong>nzione delle<br />
femmine nel periodo dell’accoppiamento;<br />
sono rimasta molto colpita da questo fenomeno<br />
riscontrato in natura e che si può ripe<strong>te</strong>re<br />
anche all’in<strong>te</strong>rno di un museo.<br />
in edicola<br />
Diabolik n. 11 - anno L<br />
soggetto: Altariva - Faraci – Gomboli<br />
sceneggiatura: Andrea Pasini<br />
Disegni: Montorio – Merati<br />
La povera Carlotta è <strong>te</strong>rrorizzata: è convinta<br />
di essere <strong>te</strong>nuta sotto controllo da Diabilik!<br />
Ginko deve in<strong>te</strong>rvenire, prima che la<br />
poveretta impazzisca...<br />
Il grande Diabolik n. 26<br />
soggetto e sceneggiatura:<br />
Mario Gomboli - Patricia Martinelli<br />
Disegni: Sergio e Paolo Zaniboni<br />
Diabolik vede morire in circostanze<br />
mis<strong>te</strong>riose i suoi pochi amici. È eviden<strong>te</strong><br />
quindi che anche lui è in grave pericolo,<br />
e così anche chiunque lui ami. Il Re del<br />
Terrore decide di agire e fa scattare la sua<br />
<strong>te</strong>rribile rappresaglia!<br />
“Devo ammet<strong>te</strong>re che i dipinti di Cristina stifanic mi hanno mostrato un con<strong>te</strong>sto<br />
imprevisto - e imprevedibile - in cui anche figure secondarie, vere e proprie me<strong>te</strong>ore<br />
passa<strong>te</strong> attraverso il cosmo diaboliko senza lasciare traccia, acquisiscono finalmen<strong>te</strong><br />
una loro autonoma dignità”<br />
(Mario Gomboli, Direttore generale Astorina)<br />
u Nell’immagine a destra: Pertini.<br />
Il socialismo vigila! di Andrea Pazienza,<br />
pennarello e <strong>te</strong>mpera bianca su cartoncini<br />
colorati, cm 16,8x9,2 n.d./primi<br />
anni Ottanta. Cour<strong>te</strong>sy Little Nemo<br />
Art Gallery, Torino<br />
fumetto e ar<strong>te</strong><br />
Le opere di Cristina Stifanic dimostrano le<br />
no<strong>te</strong>voli possibilità di avvicinamento tra<br />
l’Ar<strong>te</strong> tipicamen<strong>te</strong> in<strong>te</strong>sa e il fumetto, ar<strong>te</strong><br />
“minore”. Un altro esempio in questo senso è<br />
dato dall’opera di andrea Pazienza, artista<br />
poliedrico spesso prestato anche al fumetto<br />
(celeberrimi i suoi Pompeo e Zanardi),<br />
scomparso nel 1988.<br />
La Ca’ di Fra’ organizza la mostra “Pazienza<br />
un corno!” esponendo varie opere dell’artista:<br />
dal 1 dicembre 2011 al 28 gennaio 2012,<br />
presso Ca’ di Fra’, via Farini 2, Milano (chiusa<br />
dal 24 dicembre al 9 gennaio).<br />
“Per fare il fumetto bisogna partire da un segno.<br />
Il segno è una metafora meravigliosa,<br />
è la prima cosa che mi viene in men<strong>te</strong>…noi<br />
siamo circondati da oggetti tangibili depositari<br />
di un segno o di una serie di segni, dallo<br />
studio di questa serie di segni nasce la ma<strong>te</strong>matica<br />
del segno e cioè il disegno. Ora questo<br />
modo di vedere le cose non de<strong>te</strong>rmina<br />
il saper disegnare, de<strong>te</strong>rmina il corpo, il corpo<br />
delle cose e soprattutto il corpo di artista.<br />
Ora, per me l’importan<strong>te</strong> è non giocarmi un’<br />
univocità che mi stancherebbe e che non con<strong>te</strong>rrei<br />
a facilità. Posso, invece, con<strong>te</strong>nere una<br />
serie di segni diversi…ecco io mi applico allo<br />
studio di tutta questa serie di disegni… questo<br />
è l’Esercizio con la e maiuscola… questo<br />
comunque è un fenomeno legato indissolubilmen<strong>te</strong><br />
alla gioia, più gioia c’è, tanto meglio<br />
è; se non c’è la gioia il livello può scadere, ma<br />
allora si rientra nel regno della fatica e gioia e<br />
fatica non vanno d’accordo…”.<br />
Andrea Pazienza (1956-1988)