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Il culto mariano è di origine pagana?

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<strong>Il</strong> <strong>culto</strong><br />

<strong>mariano</strong> <strong>è</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>origine</strong><br />

<strong>pagana</strong>?


Un’ idea molto<br />

ra<strong>di</strong>cata tra gli<br />

stu<strong>di</strong>osi della storia<br />

e le sette religiose <strong>è</strong><br />

che il <strong>culto</strong> <strong>mariano</strong><br />

fosse totalmente<br />

assente nel<br />

Cristianesimo delle<br />

origini e che sia<br />

stato inventato <strong>di</strong><br />

sana pianta per<br />

motivi <strong>di</strong><br />

convenienza<br />

politica.


Oggi, per quanto riguarda le sette, i <strong>di</strong>rigenti geovisti instillano<br />

nel cuore dei loro <strong>di</strong>pendenti un o<strong>di</strong>o furente contro la<br />

Vergine Maria.<br />

Essi sanno bene che ove c’<strong>è</strong> una forte devozione alla<br />

Madonna <strong>è</strong> impossibile che <strong>di</strong>laghi la Setta <strong>di</strong> Geova e le<br />

altre Sette ed eresie.<br />

Lei rimane Madre <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a, e, come afferma il Manzoni,<br />

<strong>è</strong> «inclita come il sole» verso le persone buone e verso i<br />

peccatori pentiti e verso i semplici tdG che desiderano far<br />

ritorno alla Chiesa cattolica, ma contro gli eretici in mala<br />

fede e specialmente contro i Dirigenti, consapevoli <strong>di</strong> essere<br />

nell’errore, ella <strong>è</strong> «terribile come un esercito schierato in<br />

battaglia», e corre e vola a <strong>di</strong>fendere i suoi devoti contro gli<br />

assalti del Maligno e dei suoi alleati. Essa <strong>è</strong> pronta a<br />

schiacciarti la testa o Satana, «ipsa cònteret capum tuum»,<br />

come già Dio ti <strong>di</strong>sse (Genesi 3,15), qualora tu, servendoti dei<br />

Dirigenti delle Sette, osassi avventarti contro i suoi <strong>di</strong>lettissimi<br />

figli.


Affi<strong>di</strong>amoci alla Madonna, nostra Mamma celeste, a lei<br />

affi<strong>di</strong>amo tutti i nostri fratelli geovisti. Lei non desidera altro che<br />

far regnare nei loro cuori, assetati <strong>di</strong> infinito, il Cristo Dio, il<br />

Risorto, il vero Liberatore, l’unico Salvatore, la fonte inesauribile<br />

<strong>di</strong> ogni gioia.


LA RISPOSTA DI MARIA E LACONVERSIONE DI UN AVVENTISTA<br />

La Madonna appare a Roma a Bruno Cornacchiola<br />

della Setta degli Avventisti (che però oggi sono in<br />

<strong>di</strong>alogo col cattolicesimo).<br />

Costoro gli avevano inculcato un o<strong>di</strong>o furibondo<br />

(come fanno i testimoni <strong>di</strong> Geova) contro la Chiesa<br />

Cattolica, per cui decise <strong>di</strong> uccidere il Papa. Si procurò<br />

un pugnale e giurò sopra una Bibbia protestante <strong>di</strong><br />

compiere il delitto. Attendeva il momento propizio. <strong>Il</strong> 12<br />

Aprile 1947 si era recato alle Tre Fontane per far<br />

giocare i suoi bambini, Isola, Carlo e Gianfranco,<br />

mentre lui, all’ombra <strong>di</strong> un eucaliptus, preparava un<br />

<strong>di</strong>scorso focoso contro la Madonna, che avrebbe<br />

pronunciato il giorno seguente.<br />

I suoi bambini smarriscono la palla; li aiuta a cercarla,<br />

e, con grande sorpresa, scorge Gianfranco<br />

inginocchiato davanti a una piccola grotta; lo sente<br />

bisbigliare: «Bella Signora!» Chiama Isola che arriva e<br />

subito s’inginocchia esclamando: «Bella Signora!»


Poi viene Carlo e fa altrettanto. Cerca <strong>di</strong> alzarli, ma<br />

sono pesanti come macigni.<br />

Improvvisamente nella grotta tutta illuminata, lui<br />

stesso vede quella che i bimbi chiamano «Bella<br />

Signora!»: scalza, manto verde, vestito bianchissimo,<br />

fascia rosa ai fianchi, in mano la Bibbia. Parla a lui<br />

per un’ora e mezzo; gli spiega che lui combatte la<br />

vera Bibbia che <strong>è</strong> quella interpretata dalla Chiesa e<br />

dal Papa. Soggiunge: «Io sono la Vergine della<br />

Rivelazione. Tu mi perseguiti. Ora basta. Rientra<br />

all’ovile e obbe<strong>di</strong>sci». Si converte. Consegna a Pio<br />

XII la spada con cui doveva ucciderlo e gli dà la<br />

Bibbia protestante del Diodati sulla quale aveva<br />

giurato <strong>di</strong> assassinarlo.<br />

<strong>Il</strong> Papa, in quella mano che doveva vibrare il corpo<br />

mortale, depone, con un dolce sorriso, la corona del<br />

rosario. Pio XII ha benedetto la statua che si venera<br />

alle Tre Fontane.<br />

Gran<strong>di</strong> folle vanno a pregare in quel luogo santo e<br />

ottengono innumerevoli grazie.


Nel 1955 le Tre Fontane vennero affidate ai frati<br />

minori conventuali che i prossimità della grotta delle<br />

apparizioni hanno una chiesa e un convento<br />

de<strong>di</strong>cati all’Immacolata.<br />

I seguaci <strong>di</strong> San Massimiliano Kolbe ottennero nel<br />

1984 il permesso <strong>di</strong> celebrare una messa al giorno<br />

nella grotta delle apparizioni oltre a quelle festive.<br />

Le Tre Fontane, prescindendo dai fatti straor<strong>di</strong>nari<br />

che si sono verificati dopo le apparizioni, sono un<br />

luogo <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> speranza.


Bruno Cornacchiola e la sua<br />

famiglia


Bruno Cornacchiola convertito


Dal punto <strong>di</strong> vista storico, conosceremo adesso delle tracce <strong>di</strong> pietà<br />

mariana nei primi secoli :<br />

A Nazareth, sono stati scoperti graffiti , nel presunto luogo dove la<br />

Vergine ricevette l'annuncio dell'angelo.<br />

Essi parlano <strong>di</strong> commoventi testimonianze <strong>di</strong> pellegrini andati a<br />

Nazareth per venerare la Vergine e affidarsi alla sua protezione.<br />

Primo millennio. A Nazaret in un<br />

graffito del II-III sec. si trova la<br />

scritta in greco Kàire Maria, opera<br />

<strong>di</strong> una mano devota e<br />

riconoscente alla Vergine.


Basilica dell’Annunciazione – Nazareth -


Chiesa superiore della Basilica dell’Annunciazione


Grotta dell’Annunciazione – Nazareth -


S. Messa celebrata in loco


Sono state ritrovate Tracce <strong>di</strong> pietà mariana rilevate a<br />

Gerusalemme nella cosiddetta «tomba <strong>di</strong> Maria»<br />

Entrata alla tomba <strong>di</strong> Maria - Gerusalemme


Entrata alla cripta


Tomba della Vergine Maria a<br />

Gerusalemme… o luogo della<br />

reposizione… sappiamo che Maria<br />

fu assunta in cielo anima e corpo.


Siamo a conoscenza <strong>di</strong> varie epigrafi paleocristiane <strong>di</strong> Roma, <strong>di</strong> cui<br />

una, in linguaggio crittografico, costituisce una singolare<br />

acclamazione alla vittoria <strong>di</strong> Cristo, Maria, Pietro.[5]<br />

Sono presenti anche graffiti tale il graffito vaticano "Florenti vivas<br />

cum Maria in Cristo", le quali attestano che già nell'epoca prenicena<br />

la Vergine «veniva considerata protettrice dei defunti e loro<br />

benevola me<strong>di</strong>atrice presso Cristo».[6]


L' «iconografia mariana» <strong>è</strong> presente<br />

anche nelle catacombe <strong>di</strong> Priscilla<br />

sulla via Salaria<br />

Nell'arco centrale della «cappella<br />

greca», la cui decorazione risale alla<br />

metà del secolo terzo si può<br />

osservare l’episo<strong>di</strong>o dell’adorazione<br />

dei magi.<br />

Catacombe<br />

Scena dell’adorazione<br />

dei Magi


Cubicolo della<br />

Velatio<br />

Questo cubicolo <strong>è</strong> conosciuto con questo nome grazie al<br />

suo noto affresco; infatti, leggendo da sinistra verso destra la<br />

scena sulla parete <strong>di</strong> fondo, osserviamo un uomo anziano<br />

barbato, seduto in cattedra, che tende la mano destra ad<br />

una giovane donna che tiene in mano un volumen; <strong>di</strong>etro <strong>di</strong><br />

lei si trova un giovane uomo, che tiene in mano un velo.<br />

Al centro una donna, abbigliata <strong>di</strong> rosso e con il capo velato<br />

(da qui il nome alla cappella), alza le mani verso il cielo. A<br />

destra una fanciulla, seduta e con il capo scoperto, tiene in<br />

grembo un bimbo in fasce.<br />

Le tre raffigurazioni rappresentano i tre momenti principali<br />

della vita <strong>di</strong> una donna, le nozze, la maternità e la morte;<br />

infatti la scena <strong>di</strong> sinistra raffigura la cerimonia nuziale,<br />

secondo i precetti tramandati da S. Ignazio <strong>di</strong> Antiochia,<br />

secondo cui il velo che tiene in mano il giovane sarebbe il<br />

flammeum, con cui le spose dovevano coprirsi il capo ed il<br />

volumen sarebbe la tabula nuptialis, il documento in cui,<br />

secondo la legge romana accettata anche dalla Chiesa,<br />

erano elencati i doveri degli sposi.<br />

La figurazione <strong>di</strong> destra ovviamente rappresenta la donna<br />

<strong>di</strong>venuta madre e quella centrale la sua morte; infatti nella<br />

pittura paleocristiana l’anima assunta in cielo <strong>è</strong><br />

rappresentata come un’orante.


La Madonna e Baalam, o<br />

Isaia<br />

Maria, seduta in cattedra con<br />

indosso una tunica ed un velo<br />

per coprire il capo, tiene in<br />

braccio Gesù bambino, davanti<br />

a loro un profeta ad<strong>di</strong>ta una<br />

stella; questo <strong>è</strong> stato identificato<br />

da alcuni ricercatori come<br />

Baalam da un passo dei Numeri<br />

(24, 15-17), invece secondo<br />

alcuni stu<strong>di</strong>osi sarebbe Isaia<br />

secondo quanto si legge in un<br />

passo dell’Antico Testamento<br />

dal Libro d’Isaia (7, 14; 60, 1).<br />

La pittura risale agli inizi del III<br />

secolo d.C. ed <strong>è</strong> la più antica<br />

rappresentazione della Madre <strong>di</strong><br />

Dio, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dall’Adorazione dei Magi della<br />

Cappella Greca che propone<br />

una scena del Vangelo.


In un vano allargato a forma<br />

<strong>di</strong> camera, nell’antico<br />

arenario, furono ricavati una<br />

serie <strong>di</strong> loculi e nello stesso<br />

momento le pareti vennero<br />

affrescati.<br />

Su <strong>di</strong> un arco sono raffigurati<br />

tre oranti, forse dei defunti qui<br />

tumulati.<br />

Seguono due<br />

rappresentazioni: una in<br />

stucco con il Buon Pastore<br />

con un agnello sulle spalle e<br />

due pecore ai suoi pie<strong>di</strong> tra<br />

alberi con fiori color rosso


Una tappa fondamentale nella storia del <strong>culto</strong> <strong>mariano</strong> fu quella<br />

del Concilio <strong>di</strong> Efeso (431).<br />

Sul tavolo c’era, infatti, una delle più importanti questioni<br />

cristologiche, riguardo la natura <strong>di</strong> Cristo.<br />

Fin dalle origini, varie correnti ereticali avevano enfatizzato o<br />

negato una delle due nature <strong>di</strong> Cristo: quella umana e quella<br />

<strong>di</strong>vina.<br />

C’era quin<strong>di</strong> chi voleva fare <strong>di</strong> Cristo un Dio che avesse solo le<br />

sembianze <strong>di</strong> un uomo e chi, invece, lo vedeva come un semplice<br />

uomo “portatore” <strong>di</strong> Dio.<br />

Una sorta <strong>di</strong> contenitore della <strong>di</strong>vinità. Era questa la posizione <strong>di</strong><br />

Nestorio, “<strong>Il</strong> nestorianesimo enfatizzava la natura umana <strong>di</strong> Gesù a<br />

spese <strong>di</strong> quella <strong>di</strong>vina.


<strong>Il</strong> concilio denunciò come errati gli insegnamenti <strong>di</strong> Nestorio (Patriarca<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli), secondo cui la Vergine Maria <strong>di</strong>ede vita ad un<br />

uomo Gesù, non a Dio, non al Logos (<strong>Il</strong> Verbo, Figlio <strong>di</strong> Dio).<br />

<strong>Il</strong> Logos risiedeva in Cristo, era custo<strong>di</strong>to nella sua persona come in un<br />

tempio.<br />

Cristo quin<strong>di</strong> era solo Theophoros, termine greco che significa<br />

“portatore <strong>di</strong> Dio”.<br />

Di conseguenza Maria doveva essere chiamata Christotokos, ”Madre<br />

<strong>di</strong> Cristo” e non Theotokos, ”Madre <strong>di</strong> Dio”<br />

Gli storici hanno definito i confronti tra i sostenitori <strong>di</strong> una e dell’altra<br />

posizione “controversie cristologiche“.<br />

Si veda anche Atti 19,28. <strong>Il</strong> concilio decretò che Gesù era una persona<br />

sola, non due persone <strong>di</strong>stinte, completamente Dio e completamente<br />

uomo, con un’anima e un corpo razionali.


La Vergine Maria <strong>è</strong> la Theotokos perché <strong>di</strong>ede alla luce non un uomo,<br />

ma Dio come uomo.<br />

L’unione <strong>di</strong> due nature in Cristo si compì in modo che una non<br />

<strong>di</strong>sturbò l’altra”.<br />

Quin<strong>di</strong>, la questione dell’appellativo <strong>di</strong> Maria <strong>è</strong> una conseguenza e<br />

non una causa.<br />

Una conseguenza della <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> Cristo, da parte <strong>di</strong> Nestorio, in un<br />

Gesù-uomo e in un Gesù-Dio.<br />

Da qui, la necessità <strong>di</strong> negare a Maria il titolo <strong>di</strong> “Madre <strong>di</strong> Dio” in<br />

favore del solo “Madre <strong>di</strong> Cristo” (almeno una volta gli eretici<br />

avevano certa una coerenza logica…). La Chiesa, però, aveva<br />

sempre insegnato che Cristo era l’Emmanuele: Dio fatto uomo. Quin<strong>di</strong><br />

vero Dio e vero Uomo. Ma a Maria Theotokos, de<strong>di</strong>cheremo un intero<br />

intervento.


Ai giorni nostri, uno stu<strong>di</strong>oso aggiornato<br />

come Messori, dal suo libro Ipotesi su<br />

Maria del quale consigliamo la lettura<br />

completa afferma anche che:<br />

“C’<strong>è</strong> un papiro eloquente che riguarda<br />

anche, e <strong>di</strong>rettamente, la Madre <strong>di</strong> Gesù;<br />

che testimonia (pure qui, contro tante<br />

teorie) quanto precoce sia stato il suo<br />

<strong>culto</strong> fra i cristiani.<br />

È un testo che, anzi, sembra contenere i<br />

semi che si sarebbero sviluppati nella<br />

contestata “mariologia”<br />

Si tratta <strong>di</strong> un reperto che riguarda quella<br />

che i fedeli <strong>di</strong> rito romano (e ambrosiano)<br />

conoscono come l’antifona Sub tuum<br />

praesi<strong>di</strong>um.


<strong>Il</strong> Sub tuum praesi<strong>di</strong>um (in italiano:<br />

sotto la tua protezione) <strong>è</strong> il più antico<br />

tropàrion devozionale cristiano a<br />

Maria, madre <strong>di</strong> Gesù, risalente al III<br />

secolo e ancora oggi usato in tutti i<br />

principali riti liturgici cristiani.<br />

È un'invocazione collettiva che lascia<br />

intravedere la consuetu<strong>di</strong>ne, da parte<br />

della comunità cristiana, <strong>di</strong> rivolgersi<br />

<strong>di</strong>rettamente alla Madonna<br />

invocando il suo aiuto nelle ore<br />

<strong>di</strong>fficili.<br />

<strong>Il</strong> testo del Sub Tuum Praesi<strong>di</strong>um<br />

esprime con efficacia la fiducia<br />

nell'intercessione della Vergine.


Sub tuum praesi<strong>di</strong>um<br />

Sotto la tua protezione<br />

cerchiamo rifugio,<br />

santa Madre <strong>di</strong> Dio:<br />

non <strong>di</strong>sprezzare le suppliche<br />

<strong>di</strong> noi che siamo nella prova,<br />

ma liberaci da ogni pericolo,<br />

o Vergine gloriosa e benedetta.


Vogliamo ancora sostenere che l’<strong>origine</strong> del<br />

<strong>culto</strong> <strong>mariano</strong> sia <strong>di</strong> origini pagane?<br />

Maria ravvivi e rafforzi la nostra fede oggi e sempre, Lei ha messo<br />

la sua firma sul nostro futuro…. Seguiamola!

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