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TERRITORIO CREATIVO
EBANISTERIA
Il mobile lombardo
di Manuela Sconti e Anna Dellinavelli
Agli occhi della maggior parte delle persone,
che, sia detto senza dar loro alcuna colpa, non
sono addetti ai lavori, l’ebanisteria è, nel migliore
dei casi, poco più che un’arte minore, al
pari della ceramica o dell’oreficeria. In sé il
giudizio (talvolta anche il pregiudizio) non è
scorretto, non fosse per un piccolo particolare,
e cioè che spesso l’arte minore, proprio perché
minore, non viene considerata ricca e interessante
come le maggiori, e cioè pittura, scultura
e architettura. Un convicimento che questo articolo
si propone quantomeno di incrinare grazie
a un breve ma esaustivo excursus storico.
Scarsi sono i mobili prerinascimentali disponibili,
per lo più conservati in chiese e monasteri.
Del mobilio destinato all’arredo domestico
poco è giunto fino a noi per l’usura quotidiana,
i danni subiti nei trasporti, l’opera del tarlo e
gli agenti atmosferici.
I mobili di tale periodo erano, diversamente
da come molti di noi li immaginano, leggeri o
smontabili, e spesso privi di decoro.
Non va infatti dimenticato che a quel tempo
le frequenti guerriglie costringevano le famiglie
a rapidi spostamenti: i pochi arredi dovevano
quindi garantire grande praticità per essere
repentinamente trasportati lungo percorsi
spesso accidentati. Fino al 1500, la tipolo-
gia di mobilio era limitata soprattutto a letti,
cassoni, tavole, panche e sedie.
Con la fine del Medioevo, fra XV e XVI secolo,
in Italia si affermò un movimento che stimolò il
rifiorire degli studi e delle arti: il Rinascimento.
In tale periodo le città tornarono a essere il centro
della vita economica e sociale. Spesso fortificate,
consentirono un rapido innalzamento della
sicurezza e della protezione dei cittadini. In
ebanisteria, al mobile medievale, smontabile e
polifunzionale, succedette il mobile rinascimentale,
fisso e differenziato a seconda dell’ambiente
e dell’uso cui era destinato. Avendo come fonte
di ispirazione l’architettura, tale mobile è definito
architettonico.
Nel corso del XVII secolo nasce a Roma e si
diffonde nel resto d’Italia e d’Europa un nuovo
movimento artistico: il Barocco, probabilmente
dal portoghese aliofre barroco, perla irregolare.
Esso fu caratterizzato da decorazioni
vistose e stravaganti, in antitesi alle leggi della
misura e dell’equilibrio.
In tale periodo il mobile continua ad avere dimensioni
imponenti. Si differenzia però dal
mobile rinascimentale per il progressivo abbandono
della linea retta a favore della linea
curva e spezzata. Nei primi decenni del secolo
successivo si afferma a Parigi e si diffonde nel
resto del continente lo stile Rococò. Esaltazione
del capriccio, della libertà espressiva e della
fantasia, esso è caratterizzato da forme e motivi
asimmetrici, in contrasto con la simmetria del-
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Realizzazioni/L’evoluzione e i cambiamenti della società da sempre riverberano
nell’arte. In pittura, architettura e scultura, ma anche nei lavori, solo
apparentemente minori, di ebanisteria. Così trumeau, ribalte e cassettoni
raccontano secoli di storia privata e pubblica
lo stile Barocco. Questo è il periodo in cui la
differenziazione delle tipologie d’arredo raggiunge
la massima espressione. Alle camere da
letto, alle camere private o ai salottini più nascosti
erano destinati i mobili contenitori, come
cassettoni, trumeau e “ribalte”, detti anche
mobili di ebanisteria. Agli ambienti da parata
erano destinati, invece, i mobili intagliati e dorati:
consoles, specchiere, poltrone e divani.
I mobili di ebanisteria lombarda, oltre a presentare
la struttura mossa tipica del periodo,
sono caratterizzati dall’impiallacciatura in radica
di noce e da decorazioni assolutamente
distintive: quella con cornicette nere, si pensa
di ispirazione tedesca e austriaca, e quella rara
e raffinata “a riccioli sfrangiati”, detta anche
a “pel de rava” poiché il decoro assomiglia
al ricciolo formato dalla buccia tolta dall’ortaggio.
Per la prima volta sono adoperate
essenze esotiche come il palissandro, il bois
de rose e il bois de violette, già da tempo utilizzate
dagli ebanisti d’oltralpe. Mobile principe
dell’ebanisteria del periodo è il trumeau, o
cassettone con ribalta e alzata, di origine anglo-olandese.
Si può trovare in coppia, più raramente
in quattro esemplari.
In Francia, a partire dalla metà del XVIII secolo,
si avvertono i primi segnali di una reazione
agli eccessi dello stile Rococò in favore del repertorio
classico antico, tornato in auge a seguito
delle scoperte archeologiche di Ercolano
(1738) e Pompei (1748).
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È la nascita del Neoclassicismo, che si contraddistingue
per l’abbandono delle linee asimmetriche
e del gioco di curve in favore delle forme
geometriche e squadrate.
La Lombardia, in particolare, riesce a cogliere le
nuove tendenze provenienti dalla Francia sviluppando
soluzioni autonome e originali. Le
decorazioni più tipiche sono geometriche, derivate
da modelli classici, con uso di ghirlande,
strumenti musicali, nastri, trofei e medaglioni.
Gli interpreti lombardi più famosi, rispettivamente
nell’architettura e nell’ebanisteria, sono
Giuseppe Piermarini e Giuseppe Maggiolini.
Fra le opere più rappresentative del primo si ricordano
la progettazione del Teatro alla Scala e
la ristrutturazione della Villa Reale di Monza e
del Palazzo Ducale di Milano. Il secondo è invece
divenuto celebre per i suoi intarsi, per i
quali fece uso di ben 86 diversi tipi di legni nazionali
ed esotici. “Scoperto” nella sua bottega
di Parabiago dal pittore Giuseppe Levati, fu
portato a lavorare per l’Arciduca Ferdinando
d’Asburgo nel 1771, diventando ben presto intarsiatore
della Corte Reale. Al Castello Sforzesco
di Milano si possono ammirare parecchi
manufatti di Maggiolini, taluni firmati.
Per quanto riguarda le tipologie di mobile, il
trumeau, principe dell’arredo settecentesco ormai
desueto, viene sostituito dal secrétaire. Il
sediame abbandona la linea mossa e lo schienale
diventa rigido, talvolta di forma ovale.
Interessante infine rilevare la grande diffusione
dei tavolini da gioco, testimonianza del gusto
per il gioco delle carte.
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1 IL CASSONE
TRE DUCHI
2 IL RAFFINATO
DISEGNO DEL
CASSETTONE
MAGGIOLINI
3 UN ALTRO
ESEMPIO DI
EBANISTERIA
LOMBARDA: IL
CASSETTONE
A “PEL DE RAVA”.
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