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13/14 aprile 2008 elezioni comunali e provinciali - Consiglio ...

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Premessa<br />

Le tabelle nelle pagine seguenti riportano i risultati delle <strong>elezioni</strong> politiche e di quelle amministrative che hanno interessato la provincia di Asti e i 34 comuni piemontesi.<br />

I dati sono stati reperiti, principalmente, grazie all’impegno dei funzionari degli uffici elettorali delle Prefetture, che hanno trasmesso i relativi file, ovvero dai funzionari dell’Osservatorio Elettorale<br />

del <strong>Consiglio</strong> Regionale che hanno estrapolato e lavorato quanto di interesse attingendo alle pagine web del Ministero dell’Interno.<br />

Le tabelle recano risultati e notizie riepilogati su base nazionale, circoscrizionale ( Piemonte1, Piemonte 2, Senato) nonchè a livello granulare di comune con indicazione delle sezioni scrutinate, dei<br />

votanti ( individuati per genere), dei voti di lista, delle schede bianche, nulle e contestate.<br />

Qualora alcune tabelle non riportino integralmente l’insieme delle informazioni sopra citate tale carenza è dovuta unicamente alla fonte di riferimento.<br />

I dati relativi alle <strong>elezioni</strong> amministrative, con riferimento ai comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, illustrano i voti di lista ed il nominativo del sindaco eletto, mentre quelli con<br />

popolazione superiore sono integrati dalla fase del ballottaggio e dai voti di lista necessari per l’attribuzione dei seggi consiliari.<br />

Le tabelle relative alle <strong>elezioni</strong> <strong>provinciali</strong> riportano i risultati ripartiti per collegio, per comune, i voti ai candidati presidenti al primo turno e a quello successivo di ballottaggio.<br />

L’osservazione dei dati raccolti evidenzia che le <strong>elezioni</strong> del <strong>13</strong>-<strong>14</strong> <strong>aprile</strong> hanno provocato un radicale cambiamento del quadro politico-istituzionale al punto che qualche commentatore non ha<br />

esitato a parlare di terza repubblica<br />

Il sistema politico-istituzionale appare quindi articolato su due partiti a vocazione maggioritaria che insieme rappresentano il 84,58% dei voti validamente espressi, con una consistente riduzione<br />

della frammentazione partitica della XV legislatura: alla Camera, per esempio, sono stati costituiti solo sei gruppi ( compreso quello misto) rispetto ai <strong>13</strong> di quella precedente .<br />

Nel merito, dalla lettura dei dati, appaiono alcune indicazioni qui di seguito sinteticamente evidenziate:<br />

- la conferma della tradizionale consistente partecipazione del corpo elettorale alla consultazione;<br />

- una netta affermazione della coalizione di centro-destra;<br />

- la tenuta elettorale del Partito Democratico di recente nascita;<br />

- la scomparsa dalla scena parlamentare dei gruppi della c.d. sinistra radicale;<br />

- il risultato dell’Unione di centro che ha relativamente tenuto le posizioni pur scontando la corsa solitaria rispetto alla precedente legislatura;<br />

Le considerazioni e le analisi circa la vittoria elettorale della coalizione politica PdL - Lega Nord – MpA ed i risultati degli altri partiti appartengono alla sfera del commento politico, quindi non<br />

pertinente con i fini di questa pubblicazione; invero l’osservazione dei dati numerici suggerisce alcune considerazioni di ordine meramente descrittivo.<br />

I due partiti maggiori sono di recente costituzione e frutto della fusione di radicati soggetti politici; l’offerta politica, identificabile nei candidati alla presidenza, era ampia e variegata ma<br />

dall’analisi dei dati risulta chiaro come in queste <strong>elezioni</strong> vi sia stata l’affermazione del voto c.d. “utile”, o strategico come chiariscono i migliori politologi.<br />

Gli elettori hanno premiato essenzialmente le proposte dei due partiti a vocazione maggioritaria con significati risultati dei rispettivi partner di coalizione: una indubbia affermazione della Lega<br />

Nord e dell’Italia dei Valori che hanno sostanzialmente raddoppiato i consensi rispetto alle <strong>elezioni</strong> del 2006.<br />

La semplificazione del quadro politico ha portato altresì alla fuoriuscita dalla scena parlamentare di forze politiche di antica tradizione ed appartenenti ad alcune storiche famiglie politiche della<br />

sinistra italiana ed europea: Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica, riuniti nel cartello della Sinistra Arcobaleno e il Partito Socialista che<br />

non avendo superato le soglie di sbarramento del 4% o dell’8% non hanno avuto accesso alla Camera dei Deputati ovvero al Senato.

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