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CACCIA AL CINGHIALE
PLINIO IL VECCHIO INTORNO AL 50 D.C., NELLA SUA OPERA “NATURALIS HISTORIA”, PARLA DELLA
CACCIA AL CINGHIALE COME UNO DEI PIÙ ANTICHI RITUALI DI GRUPPO. PRATICATA IN ZONE DI
FOLTA MACCHIA CON TATTICHE LEGGERMENTE DIVERSE E CHE SONO ANDATE AFFINANDOSI, È
UNA CACCIA IN CUI LE PAROLE D’ORDINE SONO ATTESA E SICUREZZA. SI RIMANE FERMI NELLA
STESSA POSIZIONE ASPETTANDO LA PREDA. IL CACCIATORE DIVENTA TUTT’UNO CON LA
VEGETAZIONE CIRCOSTANTE. CONCENTRATO E OSSERVATORE SI PREPARA A PUNTARE AL
MUOVERSI DELLE FOGLIE. PER QUESTO MOTIVO LA CACCIA AL CINGHIALE NECESSITA DI
GRANDE ATTENZIONE. PER EVITARE INCIDENTI DURANTE LA SUA PRATICA, È STATO
INTRODOTTO L’UTILIZZO DI CAPI DI ABBIGLIAMENTO AD ALTA VISIBILITÀ CHE, NON
DISTURBANDO L’ANIMALE INCAPACE DI PERCEPIRE I COLORI, PROTEGGONO IL CACCIATORE
RENDENDOLO VISIBILE AI COMPAGNI ALL’INTERNO DELLE MACCHIE BOSCHIVE.