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La funzione della cera nelle catene alimentari dell'oceano - Kataweb

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In questa fotografia di un copepodite allo stadio V di Calanus pluntehrus, specie predominante<br />

nello stretto di Georgia <strong>della</strong> Columbia Britannica, è chiaramente visibile<br />

un grande sacco trasparente ripieno di <strong>cera</strong> liquida che ha <strong>funzione</strong> di riserva di cibo.<br />

CERA GRASSO<br />

o<br />

O<br />

• CARBONIO<br />

O OSSIGENO<br />

IDROGENO<br />

Le cere e i grassi sono esteri, sostanze prodotte per combinazione di alcooli e acidi. <strong>La</strong><br />

<strong>cera</strong> è formata da un alcool a catena lunga e da un singolo acido grasso. I numeri tra<br />

parentesi sono abbreviazioni per indicare il tipo di catena carboniosa: per esempio la<br />

notazione 20:5 si riferisce a una catena costituita da 20 atomi di carbonio con cinque<br />

doppi legami tra gli atomi di carbonio. Quando si forma una molecola di <strong>cera</strong>, viene<br />

liberata una molecola d'acqua (rettangolo a sinistra). I grassi vengono anche chiamati<br />

trigliceridi, perché sono costituiti da tre acidi grassi legati ai tre atomi d'ossigeno <strong>della</strong><br />

glicerina: nella formazione di ogni trigliceride vengono liberate tre molecole d'acqua.<br />

a rimanere liquida a basse temperature.<br />

I grassi sintetizzati dal fitoplancton<br />

in acque fredde sono altamente insaturi,<br />

o polinsaturi, proprio come le<br />

cere sintetizzate dai copepodi che «pascolano<br />

» <strong>nelle</strong> stesse acque: essi possono<br />

così rimanere allo stato liquido<br />

anche quando la temperatura dell'acqua<br />

è vicina al punto di congelamento.<br />

In genere, gli organismi adattati alle<br />

basse temperature accumulano una<br />

quantità maggiore di lipidi polinsaturi<br />

rispetto agli organismi che vivono in<br />

ambienti meno freddi: l'insaturazione<br />

è quindi un adattamento biologico che<br />

permette a un organismo animale o<br />

vegetale di funzionare bene in un ambiente<br />

freddo.<br />

I grassi e le cere dei copepodi sono<br />

assai simili <strong>nelle</strong> loro proprietà fisiche:<br />

possiedono praticamente la medesima<br />

densità, quasi il medesimo valore calorico<br />

per unità di volume e una compressibilità<br />

simile. Differiscono tuttavia per<br />

il coefficiente di espansione termica:<br />

in confronto con una gocciolina di grasso,<br />

una gocciolina di <strong>cera</strong> dei copepodi,<br />

quando viene riscaldata, si espande<br />

maggiormente e permette un migliore<br />

galleggiamento. Questo cambiamento<br />

di peso specifico permette ai copepodi<br />

una rapida migrazione giornaliera verticale<br />

dall'acqua fredda di profondità<br />

verso le acque più tiepide di superficie.<br />

Molti organismi richiedono per il<br />

loro metabolismo acidi grassi che non<br />

possono sintetizzare da sé: tali sostanze,<br />

che devono essere ricavate dagli alimenti,<br />

vengono denominate acidi grassi<br />

essenziali. Per l'uomo gli acidi grassi<br />

essenziali sono l'acido linoleico (18:2)<br />

e l'acido linolenico (18:3). Anche per<br />

i copepodi questi due acidi grassi sono<br />

essenziali per la sintesi dell'acido docosaesaenoico<br />

(22:6), componente fondamentale<br />

dei fosfolipidi che si trovano<br />

<strong>nelle</strong> loro membrane cellulari e in<br />

quelle dei pesci e di tutti gli altri animali<br />

marini. I copepodi erbivori sintetizzano<br />

l'acido docosaesaenoico addizionando<br />

frammenti formati da due<br />

atomi di carbonio, agli acidi grassi insaturi<br />

ricavati dal fitoplancton. Sono<br />

questi acidi grassi altamente insaturi,<br />

che si ossidano rapidamente quando<br />

vengono esposti all'aria, a emanare il<br />

caratteristico odore di pesce rancido.<br />

Gli acidi grassi polinsaturi sono conservati<br />

con estrema cura dall'animale:<br />

per esempio, quando il copepodo Gaussia<br />

princeps viene tenuto a digiuno, le<br />

sue riserve di grasso si consumano in<br />

circa due settimane, ma il contenuto<br />

di <strong>cera</strong> subisce una minima diminuzione,<br />

perché le preziose <strong>catene</strong> polinsature<br />

sono contenute nei fosfolipidi delle<br />

membrane cellulari, dalle quali non<br />

possono essere rimosse.<br />

100<br />

300<br />

400<br />

COPEPODITI<br />

STADI I-IV<br />

o o o :«'*1<br />

o c s, 0 00<br />

UOVA<br />

COPEPODITE COPEPODO<br />

STADIO V ADULTO<br />

DIC. GEN. FEB. MAR. APR. MAG.<br />

In questo diagramma è schematizzato il ciclo vitale del copepodo<br />

Calanus plunzeltrus, secondo gli studi compiuti da John<br />

Fulton e Robin Le Brasseur del Ministero <strong>della</strong> Pesca del Canada.<br />

Alla fine dell'inverno la femmina adulta comincia a deporre<br />

le uova sul fondo: queste si sollevano lentamente e si<br />

schiudono in circa due giorni e mezzo. <strong>La</strong> larva appena dischiusa,<br />

chiamata nauplius, si sviluppa grazie alla <strong>cera</strong> accumulata<br />

Il grasso è l'unico tipo di combustibile<br />

che quasi tutti gli animali terrestri<br />

possono immagazzinare e utilizzare a<br />

lunga scadenza. Anche i copepodi accumulano<br />

grasso, ma in parecchie specie<br />

la principale riserva è costituita da<br />

<strong>cera</strong>, che rappresenta, talvolta, persino<br />

il 70 per cento del peso secco: in questo<br />

modo le sostanze di riserva del crostaceo<br />

possono essere tenute separate<br />

dai processi metabolici giornalieri. Il<br />

controllo di queste sostanze si basa sull'attività<br />

relativa di due enzimi: una lipasi<br />

specifica verso i trigliceridi e una<br />

lipasi specifica verso le cere. <strong>La</strong> lipasi<br />

dei trigliceridi, che catalizza il metabolismo<br />

dei grassi, normalmente mantiene<br />

la propria attività nell'animale in<br />

modo continuativo: per esempio, nei<br />

copepodi appena pescati si può facilmente<br />

dimostrare che questo enzima<br />

è attivo, mentre è virtualmente nulla<br />

l'attività <strong>della</strong> lipasi specifica verso la<br />

<strong>cera</strong>. È chiaro che quando esistono altre<br />

fonti di cibo, l'enzima che catalizza<br />

il metabolismo <strong>della</strong> <strong>cera</strong> è inattivo,<br />

e viene attivato solo dopo un prolungato<br />

digiuno: poiché questo meccanismo<br />

di controllo impedisce il consumo prematuro<br />

<strong>della</strong> riserva di <strong>cera</strong>, i copepo-<br />

di riescono ad accumularla in quantità<br />

notevole per servirsene esclusivamente<br />

quando tutte le loro riserve di<br />

grasso sono esaurite.<br />

L'utilizzazione delle cere dipende<br />

strettamente dalla natura dell'ambiente<br />

in cui vivono i copepodi. In una ricerca<br />

compiuta con Jed Hirota e Arthur<br />

M. Barnett, abbiamo catturato<br />

85 specie di copepodi a varie profondità<br />

<strong>nelle</strong> regioni subtropicali e temperate<br />

del Pacifico e le abbiamo confrontate<br />

con esemplari raccolti sotto<br />

un'isola di ghiaccio del Mar Glaciale<br />

Artico. In genere nei copepodi si trovano<br />

maggiori quantitativi di <strong>cera</strong> a<br />

mano a mano che la temperatura dell'acqua<br />

diminuisce oppure a mano a<br />

mano che la profondità aumenta. I copepodi<br />

<strong>nelle</strong> acque artiche e antartiche,<br />

dove il fitoplancton si riproduce solo<br />

per due o tre mesi all'anno, durante il<br />

periodo estivo, immagazzinano la maggiore<br />

quantità di <strong>cera</strong>. Nelle acque tropicali,<br />

dove la concentrazione di fitoplancton<br />

è più bassa, ma è relativamente<br />

costante, i copepodi delle acque superficiali<br />

accumulano nel corpo ben<br />

poca <strong>cera</strong>. Tutti i copepodi e vari animali<br />

marini che vivono alla profondità<br />

COPEPODITE STADIO V<br />

GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV.<br />

DIC.<br />

nell'uovo: attraversa sei stadi di muta e poi si trasforma in<br />

copepodite. Questo si ciba del fitoplancton che trova <strong>nelle</strong><br />

acque di superficie e subisce cinque mute successive. Nel periodo<br />

in cui raggiunge il quinto stadio possiede notevoli riserve<br />

di <strong>cera</strong>: migra allora verso le acque profonde dove durante l'inverno<br />

diviene adulto. Esso non possiede parti boccali e perciò<br />

vive a spese <strong>della</strong> <strong>cera</strong> immagazzinata durante gli stadi larvali.<br />

di più di 1000 metri 'contengono una<br />

quantità considerevole di <strong>cera</strong>.<br />

elle acque subtropicali al largo di<br />

N<br />

San Diego abbiamo trovato che<br />

nella maggior parte delle specie di<br />

copepodi la quantità totale di lipidi<br />

è pari solo al 18 per cento del<br />

peso secco e che di solito la <strong>cera</strong><br />

ne costituisce unicamente una piccola<br />

percentuale. Nei copepodi catturati<br />

a profondità maggiori di 600 metri<br />

il peso totale dei lipidi giunge al 40<br />

per cento del peso secco e molto più di<br />

metà di questo quantitativo è costituito<br />

da <strong>cera</strong>.<br />

Abbiamo scoperto inoltre che esiste<br />

una zona di transizione, dove circa la<br />

metà dei copepodi pescati contiene riserve<br />

di <strong>cera</strong>, mentre l'altra metà contiene<br />

riserve di grasso: la spiegazione<br />

di questo fenomeno risiede <strong>nelle</strong> migrazioni<br />

verticali delle specie di copepodi<br />

di superficie, che producono una<br />

mescolanza di tipi di animali.<br />

John Fulton e Robia LeBrasseur, ricercatori<br />

del Ministero <strong>della</strong> Pesca canadese,<br />

hanno studiato la vita dei copepodi<br />

nello stretto di Georgia, lungo<br />

le coste occidentali del Canada. Una<br />

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