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LA COMMITTENZA DEI RITRATTI FUNERARI NELL'EGITTO ...

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tipicamente greci – ad Antinoe dedicati ad<br />

Adriano Zeus (Adriano Olimpio, Adriano<br />

Capitolino, etc.) ed a sua moglie Sabina – e vi<br />

erano assemblee di cittadini, magistrature, e<br />

istituzioni quali i ginnasi, tutte esclusivamente<br />

destinate ai greci.<br />

È da sottolineare come la totalità dei ritratti<br />

funerari provenga da città greche con lo<br />

statuto di µετροπολεισ del tipo ora descritto<br />

(in Egitto non esistevano πολεισ, e anche la<br />

stessa Alessandria non ne aveva la qualifica).<br />

E dallo stesso ambiente provenivano anche gli<br />

artisti: Thompson, nel già citato studio pubblicato<br />

nel 1976, dimostrò come la totalità<br />

dei pittori fosse greca, ciò che è confermato<br />

anche dalla documentazione papirologica,<br />

quale la documentazione relativa alla decorazione<br />

pittorica della casa di un certo Diotymos<br />

a Philadelphia (Kom el Kharaba el Khebir)<br />

risalente al II sec. dopo Cristo.<br />

Si tratta di un papiro con la richiesta di pa-<br />

gamento fatta da dieci pittori alessandrini, tutti greci 15 . E<br />

da scartare totalmente l’idea espressa da Klaus Parlasca circa<br />

l’adozione del ritratto di mummia da parte dei greci come<br />

dovuta non solo e non tanto alla suggestiva forza delle<br />

dottrine locali, quanto a matrimoni misti tra egizi e grecomacedoni<br />

16 .<br />

Se anche si ammette che ciò possa esser stato possibile<br />

per l’adozione della mummificazione agli inizi dell’età<br />

lagide, è impossibile per l’età romana, dato che le liste ginnasiali<br />

iniziano dagli anni 4/5 a.C.; la separazione tra greci<br />

ed egizi era netta, e difficilmente avrebbero potuto aver<br />

luogo matrimoni misti, visto che, come ricordato sopra,<br />

certi privilegi e diritti erano riservati solamente a coloro<br />

che, oltre ad aver frequentato i ginnasi, venissero da famiglie<br />

che potessero risalire ad una frequentazione ginnasiale<br />

di quattro generazioni sia in linea paterna che materna.<br />

La provenienza dei ritratti è esclusivamente da aree di<br />

prevalente popolazione greca: prescindendo dal caso pe-<br />

culiare di Antinoe, il Fayyum era un’area<br />

di colonizzazione macedone, con aree<br />

paludose bonificate dai Tolomei ed affidate<br />

a veterani raggruppati in comunità<br />

(πολιτευµατα) di compaesani e compagni,<br />

create con lo scopo manifesto di<br />

conservare la nazionalità greca dei propri<br />

membri e di assicurare l’educazione<br />

ellenistica delle nuove generazioni, come<br />

già notò Mikhail Rostovzev, essendo<br />

le persone più ricche d’Egitto consce della<br />

loro superiorità sugli Egiziani, i Greci riuscirono<br />

a conservare la loro nazionalità e<br />

civiltà. Nei maggiori villaggi e nei capoluoghi<br />

provinciali crearono i loro quartieri<br />

con i consueti edifici greci, circondati dal<br />

villaggio egiziano: isolotti greci in un mare<br />

egiziano 17 . La realtà è il contrario di<br />

RITRATTO DI AMMONIUS, ANTINOE.<br />

PARIGI, LOUVRE<br />

MUMMIA CON RITRATTO, FAYYUM<br />

quanto ritiene Parlasca, poiché è<br />

proprio la religione egizia a costituire<br />

la vera attrattiva per i coloni:<br />

ma ancora una volta va detto<br />

come si tratti di una versione<br />

ellenizzata della religione egizia,<br />

talmente diversa che si può tranquillamente<br />

affermare che in comune<br />

avessero poco più del nome<br />

degli dei e taluni aspetti esteriori.<br />

Come per il resto del bacino<br />

del Mediterraneo il culto isiaco<br />

alessandrino era assai più vicino<br />

ai misteri eleusini od a quelli di<br />

Samotracia che non al culto praticato<br />

nei grandi templi egizi coevi,<br />

quali Edfu, Dendera, Esna,<br />

Kom Ombo e Phylae, in pieno<br />

sviluppo proprio in quest’epoca.<br />

Ciò si riscontra anche nell’arte<br />

funeraria, come nel già citato<br />

esempio dei sudari dipinti con scene egittizzanti ma scarsamente<br />

compresi dagli artisti; le contemporanee mummy<br />

chest in cartonnage dipinto, o, nei casi più ricchi, dorato, sono<br />

invece di produzione egizia, pur risentendo di influenze<br />

romane.<br />

Si tratta di lavori di qualità mediocre o scadente, e che,<br />

anche laddove presentino più accentuati aspetti mutuati<br />

dal mondo romano, possono venir ricondotti al vecchio<br />

modello faraonico del sarcofago muliebre in cui la defunta<br />

viene rappresentata con il braccio destro ripiegato sul seno,<br />

vestita con un abito di lino pieghettato, ed in cui, allo<br />

stesso tempo, non è estranea l’ispirazione ai busti funerari<br />

18 . In molti casi il defunto stringe la consueta ghirlanda<br />

di giustificazione, con numerosi elementi egizi, come l’occhio<br />

udjat, ecc. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di prodotti<br />

fatti in grande quantità per un pubblico di limitate<br />

capacità economiche, anche se va detto come in età lagide<br />

e romana permanesse anche una classe egizia di livello<br />

medio ma anche alto, come i funzionari ed il clero supe-<br />

riore dei grandi complessi templari<br />

di tradizione faraonica eretti<br />

dai Tolomei e dagli imperatori<br />

romani in quanto faraoni.<br />

Tali classi medie egiziane, formate<br />

da artigiani e commercianti,<br />

almeno in parte sostituirono il<br />

corrispondente ceto medio d’estrazione<br />

ellenica, dalla metà del<br />

III sec. d.C. nel Medio Egitto, e<br />

dal IV sec., anche nel Fayyum: in<br />

quest’epoca è rilevabile, infatti,<br />

una certa decadenza e spopolamento<br />

delle città greche dell’oasi,<br />

con l’abbandono e la conseguente<br />

desertificazione delle aree<br />

bonificate dai coloni greco-macedoni<br />

in età tolemaica e nei primi<br />

237<br />

ANNALI 2008

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