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I racconti della Vadea<br />
Chicco inforcò in fretta la sua bicicletta e, passando<br />
velocemente sotta ‘ll’arcu de la Porta Nova, tirò dritto<br />
oltre la Casa di Cura D’Amico, la mitica clinica de<br />
don Carminucciu.<br />
La clinica si interessava allora solo della cura del corpo<br />
(qualche volta pure degli acciacchi di Palazzo Orsini con<br />
D’Amico, Sindaco), dove le uniche liste che venivano ospitate<br />
erano quelle di attesa dei pazienti, per la bravura dei<br />
medici che lì prestavano la loro opera.<br />
Arrivò poi, tutto d’un fiato, fino alla cuneddhra (tabernacolo,<br />
nicchia votiva), posta all’angolo di casa Bardoscia, a<br />
pochi passi dall’incrocio della putìa de lu Padateddhra.<br />
Lì, svoltò a destra per<br />
dirigersi verso la campagna<br />
e, quindi, tornare alla<br />
casa colonica.<br />
Sulla via del ritorno,<br />
quasi a metà percorso,<br />
anche questa volta, come<br />
sempre, nonostante il notevole<br />
e pericoloso ritardo,<br />
fece una breve deviazione<br />
su una strada laterale.<br />
Appena svoltato l’angolo,<br />
passò accanto all’abitazione<br />
di Lei nella speranza<br />
di incontrarla.<br />
Quando era fortunato,<br />
gli era sufficiente un gesto<br />
della mano appena mossa in segno di saluto, un breve<br />
cenno d’intesa velocemente ricambiato con un sorriso e…<br />
via col cuore in gola per non farsi scoprire dalla madre.<br />
Quante volte vi era passato invano, quante volte aveva<br />
sperato di incontrarla per strada, magari all’uscita da casa<br />
o al suo rientro, o s’era illuso di vederla affacciata al balcone<br />
durante le tiepide e fresche serate di primavera!<br />
E spesso era rimasto deluso; ma non desisteva. Gli era<br />
sufficiente incrociare, anche se di tanto in tanto, i suoi occhi<br />
trasparenti e gustare il suo sorriso che, come in un segnale<br />
convenuto, lo ripagava dell’ansia e dell’attesa.<br />
Era un segnale in codice, studiato e concordato durante<br />
i fugaci incontri nei corridoi della scuola.<br />
Bastava un niente, se niente può dirsi un semplice sorriso<br />
spontaneo, per scambiare e ricambiare i propri senti-<br />
SUL FILO DELLA MEMORIA<br />
I l r i e n t r o<br />
di Pippi Onesimo<br />
Verso la vendemmia<br />
menti. Come sono cambiati, oggi, i tempi!<br />
Quando andava male non cedeva allo sconforto; ogni<br />
qual volta gli era possibile, vi ritornava, perché Chicco era<br />
puntusu (caparbio) come un mulo, ma soprattutto perché<br />
era attratto dalla sua purezza, dal candore e dalla delicata<br />
trasparenza del suo affetto.<br />
Questa volta, però, non fu fortunato; sembrava una giornata<br />
decisamente storta.<br />
Tornò indietro per rientrare a casa e tentò di attraversare<br />
il passaggio a livello, posto a protezione della strada ferrata<br />
che intersecava la via per Lecce.<br />
Aveva una dannata fretta, mentre il tempo sembrava volare<br />
via veloce come il<br />
vento, riempiendogli il<br />
cuore di angosce e di<br />
oscuri presagi.<br />
I minuti di attesa dietro<br />
le sbarre non passavano<br />
mai; sembravano lunghi<br />
come le ore, come una<br />
eternità.<br />
Chicco non possedeva<br />
un orologio da polso per<br />
controllare lo scorrere<br />
del tempo : era un lusso<br />
che non poteva permettersi,<br />
come d'altronde<br />
molti suoi coetanei.<br />
Le ore si misuravano<br />
con la posizione del sole, come fossero incastonate in una<br />
immaginaria meridiana.<br />
“La paura provoca spesso queste sensazioni”, pensò Chicco,<br />
mentre aspettava, scivolato giù dalla sella e seduto sulla<br />
canna della bicicletta per poggiare i piedi per terra.<br />
Stringeva nervosamente le mani sulle manopole del manubrio,<br />
ripiegato per il peso della borsa della spesa.<br />
Aveva il piede sinistro, ristretto in un semplice sandalo<br />
“alla francescana” costruito con cartone pressato e foderato<br />
di gomma, poggiato sull’asfalto bollente e l’altro fermo sul<br />
pedale, in posizione ideale di scatto per una veloce e immediata<br />
ripartenza.<br />
Le sbarre intanto rimanevano accuratamente abbassate<br />
e ben ancorate nelle forcelle, che sporgevano sulle punte<br />
dei paletti di sostegno: la sfortuna quel giorno lo persegui-<br />
maggio/giugno 2012 Il filo di Aracne 29