Dossier Berlusconi Anni - La Repubblica
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Estrato dal libro<br />
“Dosier ani setanta<br />
<strong>Berlusconi</strong>”
«LA SPECULAZIONE IMMOBILIARE<br />
PIÙ SFACCIATA D’ITALIA»<br />
In data 14 dicembre 1973 un gruppo di studenti universitari della facoltà<br />
di Medicina dell’Università degli studi di Milano, assistiti dall’avvocato<br />
Giuseppe Melzi, presenta alla Procura della <strong>Repubblica</strong> un<br />
esposto riguardante il «sedicente ospedale San Raffaele».<br />
Al termine dell’esposto (che non manca di menzionare «l’insediamento<br />
edilizio di “Milano 2”... la speculazione immobiliare più sfacciata<br />
d’Italia»), gli studenti denunciano: Giuseppe Schiavinato (rettore<br />
dell’Univesrità statale), l’on. Athos Valsecchi (ministro della Sanità),<br />
l’on. Oscar Luigi Scalfaro (ministro della Pubblica istruzione),<br />
e don Luigi Maria Verzé.<br />
* * *<br />
I sottoscritti <strong>La</strong>ura Agnoletto, Mario Attardo, Giovanni Bai,<br />
Orsola Baldacci, Giovanni Baule, Angelo Beltrami, Fulvio<br />
Beltramo Ceppi, Lidia Bisani, Renata Biraghi, <strong>La</strong>ura Bodini,<br />
Raimondo Boeri, Anna Bonaventura, Angelo Buratti, Maurizio<br />
Calì, Emanuela Campari, Vincenzo Celano, Andrea Cellamare,<br />
Susanna Chiesa, Claudio Ciaramella, Virgilio Cruccu,<br />
Maurizio Dalla Pria, Marina D’Alto, Annalisa Deidda,<br />
Paolo Di Silvestro, Ilario Di Ruscio, Roberto Elli, <strong>La</strong>ura Ferro,<br />
Silvana Franceschetti, Maurizio Frittoli, Augusto Galli,<br />
Claudio Garbelli, Valerio Grandi, Francesca Grazzini, Elena<br />
Gregori, Franco Guzzi, Fabio Guzzini, Vittorio Iorno, Giu-<br />
84<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
seppe <strong>La</strong>verda, Fausto Lucca, Valeria Magni, Anna Mantegazza,<br />
Manlio Massi, Nicoletta Massetto, Sandro Mastrangeli,<br />
Raffaele Marolda, Gianluca Moncalvi, Giancarlo Monzani,<br />
Edoardo Moor, Cinthia Morello, Massimo Musicco, Enrico<br />
Occhipinti, Piergiorgio Perego, Roberto Peretta, Valeria<br />
Piepoli, Marco Ponzano, Franco Procaccio, Clementina Rabuffetti,<br />
Danilo Radrizzani, Francesco Rossi, Sergio Sabbadini,<br />
Claudia Scarduelli, Giampiero Spinelli, Cesare Urso,<br />
Claudio Velati, Marco Venanzi, Elisabetta Violanti, Barbara<br />
Vitali, Patrizia Vitolo, Olga Zancolò, studenti della Facoltà di<br />
Medicina dell’università degli studi di Milano, assistiti dal<br />
dott. proc. Giuseppe Melzi [...], espongono.<br />
Il 14 giugno 1973 il prof. Giuseppe Schiavinato, nella sua qualità<br />
di rettore dell’Università degli studi di Milano, sottoscrisse<br />
con la Fondazione “Centro San Romanello del Monte Tabor”,<br />
proprietaria del sedicente Ospedale San Raffaele situato<br />
alla periferia di Milano, nel comune di Segrate, una Convenzione<br />
in base alla quale si mettevano a disposizione dell’Università<br />
210 posti letto.<br />
<strong>La</strong> Convenzione, che è andata in vigore «a titolo sperimentale<br />
e nel reciproco interesse» il 1° luglio scorso, e che ha la<br />
durata di due anni tacitamente rinnovabili, si propone «l’attuazione<br />
di un programma di collaborazione scientifica con<br />
particolare riguardo allo studio e alla ricerca dei vari aspetti<br />
dell’età evolutiva».<br />
<strong>La</strong> Fondazione in questione, trattasi di “Fondazione di Religione”,<br />
è stata “canonicamente eretta” dal vescovo di Verona<br />
e giuridicamente riconosciuta il 15 aprile 1971, ed è lo sviluppo<br />
di una “Associazione Centro di assistenza ospedaliera<br />
San Romanello” che già nel 1962 si proponeva di istituire un<br />
ospedale, nonché di costituirsi in «Centro di assistenza e di<br />
studio, di previdenza e di assistenza sociale», la cui finalità,<br />
espressa nell’art. 2 dello statuto sociale, doveva consistere nel<br />
«ricondurre il concetto e l’esercizio della medicina e dell’assistenza<br />
allo spirito e alle prassi del comando evangelico<br />
“guarite gli infermi”, Matteo X, 8,4, ispirando e favorendo<br />
tutte le iniziative ecclesiastiche e laiche per un moderno rilancio<br />
del concetto cristiano di assistenza e di ospitalità a favore principalmente<br />
degli anziani e degli infermi» (sic!).<br />
85
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
È noto comunque, ed è pubblicizzato, che dal 1962, e ancor<br />
prima dal 1951, cioè da quando l’animatore di questa incredibile,<br />
fantomatica iniziativa, certo sedicente sac. prof.<br />
Luigi Maria Verzé, che nel 1964 ebbe dall’Ordinario diocesano<br />
la proibizione di esercitare il “sacro ministero” nel territorio<br />
milanese, ricevette dall’allora cardinale Schuster l’incarico<br />
di «costruire un ospedale cristiano», questa aggregazione<br />
canonico-giuridica (avversata anche dagli ambienti confessionali<br />
e democristiani meno retrivi) si è posta alla affannosa<br />
ricerca di proprietà e finanziamenti attraverso cui realizzare<br />
la propria autoinvestitura “missionaria”.<br />
Quali interessi reciproci possono sorgere fra codesta organizzazione<br />
para o pseudo religiosa e la Università statale degli<br />
studi di Milano?<br />
Quale il programma di collaborazione tra due Enti così<br />
istituzionalmente diversi e incompatibili?<br />
Quali motivazioni scientifico-didattiche possono avere indotto<br />
il rettore a privilegiare un ospedale, se così si può definire,<br />
dipendente da tale organizzazione privata, confessionale<br />
e, comunque, neonata, rispetto agli altri ospedali con esperienza<br />
sanitaria e assistenziale consumata e, per di più, laici<br />
e pubblici?<br />
In considerazione delle gravissime necessità didattiche della<br />
Facoltà di medicina e chirurgia che dallo stesso rettore sono<br />
state indicate all’inizio del corrente anno accademico in<br />
15 mila posti letto, di cui ne sono disponibili attualmente solo<br />
3 mila, e delle strutture precarie e radicalmente insufficienti<br />
dell’università, quali titoli di elezione e di merito – indubbiamente<br />
particolari – hanno accreditato l’insorgere di<br />
un rapporto con la Fondazione proprietaria del San Raffaele?<br />
Dovrebbe trattarsi di una struttura ospedaliera modello,<br />
non solo dal punto di vista funzionale-organizzativo, ma soprattutto<br />
per i risultati scientifico-sanitari conseguiti: la Fondazione<br />
infatti è definita «Istituto di ricovero e cura a carattere<br />
scientifico» e tale risulta essere stata riconosciuta il 25 luglio<br />
1972 da un Decreto dei ministeri della Sanità e della Pubblica<br />
istruzione, “occupati” allora da potentissimi esponenti<br />
democristiani del governo Andreotti: Valsecchi e Scalfaro.<br />
Ma dietro questo alto riconoscimento formale (il massimo<br />
86<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
Dalla denuncia degli studenti universitari di Medicina del dicembre 1973 a carico<br />
del San Raffaele, i riferimenti alla Edilnord e a “Milano 2”.<br />
87
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
attestato che possa essere concesso a una organizzazione ospedaliera,<br />
cui conseguono benefici di ogni genere, soprattutto<br />
sul piano economico), e sotto i mistificanti programmi di collaborazione<br />
scientifica con l’Università, la squallida realtà del<br />
San Raffaele e della Convenzione stipulata dal rettore, con i<br />
sottostanti rapporti clientelari che l’hanno determinata e con<br />
essi gli obiettivi politico-generali, estranei e incompatibili con<br />
qualsiasi rapporto pubblico e in particolare con i veri interessi<br />
delle masse studentesche, non possono essere nascosti, e risultano<br />
clamorosamente dai documenti riguardanti l’“affare”<br />
e dalle modalità con cui sono stati stipulati.<br />
[...]<br />
<strong>La</strong> successione degli avvenimenti che hanno preceduto e causato<br />
la firma della Convenzione, così come è stato possibile<br />
ricostruirli, e i documenti che è stato possibile reperire, confermano<br />
la trama politica e focalizzano le responsabilità degli<br />
ambienti e dei personaggi che abbiamo indicato e contro<br />
i quali è rivolto il presente atto di denuncia.<br />
<strong>La</strong> storia del San Raffaele e del proprio introdottissimo e<br />
brillante ideatore, sac. prof. Luigi Maria Verzé (animatore dei<br />
modernissimi parties che si tengono nella Villa Ricotti di Varese)<br />
si riannoda con quella di una grossa iniziativa immobiliare<br />
a carattere speculativo, nota come “Milano 2” e patrocinata<br />
dalla società Edilnord dietro cui vi sono gli interessi di<br />
un’altrettanto nota banca italiana, la Monte dei Paschi di Siena,<br />
serbatoio e feudo del potente gruppo democristiano capeggiato<br />
da Andreotti, e di finanziatori svizzeri, innominati<br />
o quasi, Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren<br />
Ag-Lugano (leggi Banca Rasini), la cui ingegnosa<br />
progenie rispondente al nome <strong>Berlusconi</strong> capeggia, appunto,<br />
l’Edilnord sas.<br />
Potere politico, potere economico, potere accademico: è il rigido<br />
triangolo che regge l’attuale assetto sociale.<br />
<strong>La</strong> costruzione del San Raffaele iniziò nel 1966 su un’area abbandonata<br />
vicino all’aeroporto di Linate, proprio dove i tecnici<br />
del Pim (Piano intercomunale milanese) avevano bloccato<br />
il progettato insediamento del nuovo Policlinico proprio a<br />
causa della insopprimibile rumorosità.<br />
88<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
L’intera area, gravata da servitù aeronautica fin dal 1962 e<br />
comprendente la fascia di territorio di lunghezza complessiva<br />
di km 20 sviluppantesi sull’asse della pista dell’aeroporto<br />
(vedi Ordinanza generale comandante della 1ª Regione aerea<br />
del 12-4-62...) era di proprietà del conte Leonardo Bonzi.<br />
Il Comune di Segrate aveva concesso una lottizzazione minima<br />
su tale area stipulando una Convenzione con il proprietario<br />
nel 1963: il valore del terreno era comunque contenuto,<br />
in relazione alla limitata edificabilità. Successivamente<br />
l’Edilnord acquistò dal Bonzi l’intera area di mq 712 mila al<br />
prezzo di L. 4.250 il mq.<br />
Dopo l’edificazione dell’immobile del San Raffaele, iniziò,<br />
a spron battuto, l’edificazione di “Milano 2”, città satellite<br />
modello: «<strong>La</strong> prima città al mondo con tre circuiti stradali...<br />
una città per i bambini... una alternativa completa... con soluzioni<br />
urbanistiche originali».<br />
Sulla testa di “Milano 2” e del San Raffaele decollavano e devono<br />
decollare gli aerei in partenza da Linate: l’intera zona è,<br />
necessariamente, investita da un rumore assordante che avrebbe<br />
dovuto sconsigliare qualsiasi insediamento urbano, come<br />
appunto stabilivano i provvedimenti nautici.<br />
Le iniziative e i programmi edificatori di “Milano 2” e del<br />
San Raffaele superavano di gran lunga le volumetrie consentite<br />
anche dal piano regolatore del Comune di Segrate, approvato<br />
nel frattempo: la zona ha un indice di edificabilità di<br />
20 mila mc per ettaro.<br />
Ciononostante l’Edilnord otteneva la revisione dell’originaria<br />
Convenzione ereditata dal Bonzi sottoscrivendo il 29<br />
marzo 1972 una vantaggiosissima convenzione che legittimava<br />
ogni mira speculativa: si era significativamente appena iniziata<br />
la campagna elettorale per le politiche del maggio, e i<br />
gruppi politici dei vari partiti appetivano, più del solito, finanziamenti<br />
e sovvenzioni.<br />
Singolarmente, anche le fortuna del San Raffaele e del<br />
gruppo patrocinatore coincidono in successione cronologica<br />
con quelle di “Milano 2” e con tali scadenze elettorali, mentre<br />
è noto che l’intera zona, effettivamente carente di servizi<br />
sanitari, dovrebbe essere servita, secondo il Piano di programmazione<br />
ospedaliera elaborato dalla Regione e già da<br />
tempo approvato, da ben due ospedali: uno a Crescenzago<br />
89
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
Milano, 12 settembre 1973: la Curia arcivescovile conferma la “sospensione” di<br />
don Verzé.<br />
90<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
(Regina Elena) e uno all’Ortica, per complessivi 3.900 posti<br />
letto.<br />
Conseguentemente non solo il Comune di Milano aveva in<br />
precedenza osteggiato i progetti di don Verzé, negandogli licenze<br />
di costruzione nell’area metropolitana, ma ancor più<br />
decisi ostacoli hanno opposto gli uffici regionali competenti e<br />
lo stesso presidente della Regione, evidentemente a conoscenza<br />
dei retroscena politici e dei programmi espansionistici<br />
e speculativi dell’iniziativa, che tra l’altro vanificavano<br />
ogni tentativo di strutturare e razionalizzare gli interventi<br />
nello specifico settore.<br />
Tuttavia l’autorità governativa ebbe a effettuare preventivamente<br />
un finanziamento per l’edificazione del primo lotto<br />
del San Raffaele per ben 600 milioni promettendo un finanziamento<br />
totale di 2.100 milioni per il completamento dell’opera.<br />
Ma la Regione negò gli ulteriori finanziamenti (1.500 milioni)<br />
che il solito Verzé con la consueta onnipotente impudenza<br />
non si stancava di chiedere anticipando benemerenze,<br />
appoggi e anche concrete ricompense: «Costi quello che costi, per<br />
dare corpo genuino all’ispirazione cui credemmo e crediamo al di sopra<br />
di tutto», come scriveva nel depliant programmatico.<br />
Tra l’altro, per legge, trattandosi comunque di un ente privato,<br />
il San Raffaele non poteva e non può in alcun modo<br />
concorrere alla distribuzione di fondi stanziati dallo Stato<br />
per l’adeguamento delle strutture ospedaliere. L’opposizione<br />
della Regione era quindi radicale e insuperabile in quanto l’iniziativa<br />
violava per di più i piani ospedalieri regionali e gli<br />
strumenti urbanistici locali vigenti.<br />
Ma l’illuminato prete, e il potentato che lo sostiene, non potevano<br />
acquietarsi.<br />
Dapprima, infatti, per aggirare l’ostacolo il Verzé modificò<br />
la struttura giuridica della Associazione che aveva fino ad allora<br />
patrocinato le sue tresche, e diede vita a una Fondazione di<br />
religione, riconosciuta dallo Stato il 15 aprile 1971, con sede<br />
a Illasi (Verona), suo paese natale (terra fertile di baroni democristiani)<br />
e denominata “Fondazione Centro San Romanello<br />
del Monte Tabor”.<br />
<strong>La</strong> “mascherata” mirava a far inserire di forza il San Raf-<br />
91
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
faele nel Piano di programmazione regionale e a ottenere il<br />
“classamento”, cioè il riconoscimento ufficiale della sua esistenza<br />
e funzione pubblica, attraverso cui poter concorrere alla<br />
distribuzione dei fondi promessi.<br />
<strong>La</strong> Regione, ancora una volta e soprattutto per l’intervento<br />
dell’assessore alla Sanità, Vittorio Rivolta, si oppose respingendo<br />
le pressioni di ogni genere del Verzé e del potente consiglio<br />
di amministrazione di recente composizione, comprendente<br />
uomini politici, finanzieri e gente bene, con i relativi<br />
soci. Tra tutti si notano: dr. Gianfranco Crespi (ass. comun. e<br />
dirigente industriale); prof. Emilio Trabucchi (farmacologo e<br />
barone eminente, pronubo incontrastato dell’intera operazione);<br />
don Carmelo Piccoli (cappellano militare capo, nato a Illasi);<br />
rag. Vittorio Duina (miliardario industriale tubista);<br />
dott. Adele Cappelli Vegni (ex assess. provinc. all’assistenza<br />
fatiscente); prof. Vittorio Perotti (dirett. sanit. dell’ospedale<br />
di Niguarda); comm. Alfredo Casiraghi e Pierluigi Casiraghi<br />
(soci d’affari dell’on. Valsecchi); ecc.<br />
Il riconoscimento di “Istituto a carattere scientifico” sottrasse<br />
poi la Fondazione e il San Raffaele a ogni ingerenza locale<br />
e a ogni interferenza non preventivamente addomesticata.<br />
Infine il collegamento con l’Università riproporrà non solo<br />
la manovra di aggiramento dell’autorità regionale, ma il definitivo<br />
rilancio dell’iniziativa sia sul piano assistenziale che<br />
sul piano edilizio (costruzione degli altri due lotti) per raggiungere<br />
l’originario disegno speculativo.<br />
Quando al confine col San Raffaele iniziò la costruzione degli<br />
immobili di “Milano 2”, la combine tra le due imprese si<br />
manifestò pubblicamente in una comune, incalzante iniziativa<br />
mirante a ottenere lo spostamento delle rotte aeree, per la<br />
ulteriore “valorizzazione” della iniziativa immobiliare e del<br />
sedicente ospedale.<br />
Alla fine del 1971 e nel marzo del 1972 l’accoppiata “Milano<br />
2” e San Raffaele, con prese di posizione ufficiali dirette<br />
al ministro dei Trasporti e dell’Aviazione civile, richiese e ottenne<br />
il progressivo spostamento delle rotte di decollo in direzione<br />
dell’abitato di Segrate e del Villaggio Ambrosiano.<br />
I compiacenti uffici ministeriali emisero precise disposizioni<br />
di volo per i piloti (Notam 266/71 e 107/72) corredate dai<br />
92<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
necessari rilievi grafici esplicativi. Tali documenti offrono la<br />
prova della collusione tra i due gruppi e le due iniziative, o,<br />
meglio, dell’asservimento del San Raffaele ai prevalenti scopi<br />
speculativi di “Milano 2”.<br />
Nel grafico, infatti, tutta l’area ricoperta dalla lottizzazione<br />
dell’Edilnord, comprendente anche l’area del San Raffaele,<br />
era segnalata come zona di rispetto ospedaliero (Hospital): 712<br />
mila mc su 30 mila mc.<br />
Le reazioni degli abitanti di Segrate, costituitisi in un Comitato<br />
antirumore, non tardarono a manifestarsi, ma ebbero<br />
effetto solo a distanza di tempo, il successivo settembre (Notam<br />
282/72). Dopo un mese venne emanata un’altra disposizione<br />
(Notam 314/72) con un’ulteriore leggera modificazione,<br />
questa volta – si disse – per motivi di sicurezza.<br />
Le rotte comunque non sono state ripristinate e gli artifici<br />
nautici esperiti dal ministero competente, sotto la pressione<br />
dei vari interessi contrastanti, non possono risolvere il problema<br />
che a tutt’oggi incombe drammaticamente su una popolazione<br />
di 200 mila abitanti.<br />
Sia pure attenuato, qualche rumore disturbava ancora la lievitazione<br />
dei prezzi di “Milano 2” passati da 200 mila a 400<br />
mila lire al mq circa e l’insediamento della popolazione-bene<br />
che dovrà raggiungere le 15 mila unità.<br />
Imperterrito e instancabile, nell’aprile del 1973 don Verzé<br />
richiederà, questa volta autonomamente, ma con il consenso<br />
dell’Università, al ministero competente «una ulteriore revisione<br />
delle rotte che rispetti le primarie esigenze di questo<br />
presidio assistenziale e didattico».<br />
<strong>La</strong> richiesta e ancor più la significativa motivazione sono il<br />
coronamento della intera operazione. A tale data il San Raffaele<br />
non era, e non poteva essere, un presidio didattico.<br />
<strong>La</strong> proposta di Convenzione con l’Università avanzata nel<br />
marzo precedente nei modi che sono stati rilevati, venne respinta<br />
proprio in tale periodo dal Consiglio di facoltà di medicina<br />
a seguito del parere negativo della Commissione di indagine.<br />
Tuttavia il Verzé – sicuro del fatto suo – sottoscriveva tale<br />
falsa dichiarazione ufficiale. Evidentemente tutto era già deciso<br />
e stabilito “in alto loco” con la diretta compromissione di<br />
93
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
Schiavinato che “si obbligherà” qualche mese dopo a sottoscrivere<br />
la scandalosa Convenzione, contro tutto e contro tutti,<br />
ma con gli “alti” appoggi politici e finanziari.<br />
“Milano 2” è indubbiamente interessata al connubio tra il<br />
San Raffaele e l’Università: questa iniziativa per l’“ulteriore<br />
spostamento” delle rotte è la prosecuzione delle precedenti e<br />
ribadisce, ancora una volta, il triangolo di potere. Schiavinato<br />
assume in questo modo anche l’alto patrocinio dell’Edilnord<br />
e diviene il padrino della speculazione ospedaliera e immobiliare<br />
più sfacciata d’Italia.<br />
Si perfezionava l’illegale manovra iniziata l’anno precedente<br />
con il riconoscimento della Fondazione come “Istituto di ricovero<br />
e cura a carattere scientifico”.<br />
Con tale atto si sottraevano i programmi del Verzé a qualsiasi<br />
competente controllo locale agganciando lo sviluppo<br />
dell’iniziativa alle centrali di potere romane; con la Convenzione<br />
si dava consistenza a tale inaudito riconoscimento che<br />
aveva provocato l’indignata reazione dell’opinione pubblica e<br />
dei responsabili regionali tentando ogni opposizione.<br />
<strong>La</strong> qualifica scientifico-assistenziale usurpata ai due ministeri,<br />
meglio, concessa d’intesa e “pour cause”, contro cui tuttavia<br />
pende ricorso al governo sottoscritto dal presidente della<br />
Regione Lombardia, viene assicurata, sia pure a posteriori,<br />
con il collegamento con l’Università.<br />
<strong>La</strong> Convenzione serve quindi al San Raffaele per farlo considerare<br />
un ospedale e per fargli ottenere gli “alti” finanziamenti<br />
che gli sono finora stati negati dalla Regione.<br />
Serve per il “perfezionamento” delle strutture edilizie dello<br />
stesso ospedale di cui devono ancora essere edificati due<br />
lotti, rispettivamente di 5 e di 15 piani per una volumetria totale<br />
di 142 mila mc.<br />
A questo proposito, è noto infatti che lo scorso settembre<br />
l’autorità comunale di Segrate ha bloccato i lavori di costruzione<br />
dei due lotti ancora mancanti, iniziati senza licenza edilizia<br />
e in violazione ai vigenti piani urbanistici della zona,<br />
che, tra l’altro, devono essere ulteriormente ridimensionati.<br />
<strong>La</strong> Commissione edilizia di Segrate e il sindaco hanno infatti<br />
respinto la richiesta di licenza, bloccando la realizzazio-<br />
94<br />
MILIARDI “SVIZZERI”, PALAZZI E SCANDALI<br />
ne della volumetria speculativa: gli asseriti scopi assistenziali,<br />
e ora anche scientifico-didattici, non hanno trovato credito<br />
alcuno presso l’autorità comunale, nonostante le pressioni e<br />
gli inviti romani anche scritti non fossero mancati.<br />
Tra l’altro, è doveroso far notare che neppure il lotto già costruito<br />
ha ottenuto la licenza di abitabilità da parte dell’ufficiale<br />
sanitario di Segrate in quanto privo, fino a poco tempo<br />
fa, di camera mortuaria e di rete fognante. Già nel 1972, nell’ipotesi<br />
di Piano ospedaliero regionale, sul San Raffaele si<br />
scriveva: «Istituto recentemente e sorprendentemente classificato<br />
scientifico dal ministero della Sanità e della Pubblica<br />
istruzione... si tratta in realtà di una casa di cura priva persino<br />
di servizi di base». Schiavinato non conosce neppure tale<br />
documento?<br />
<strong>La</strong> Convenzione inoltre serve a “Milano 2” per ottenere, attraverso<br />
il favoreggiamento del San Raffaele, lo spostamento<br />
delle rotte e accreditare la progressione speculativa del prezzo<br />
degli immobili. Su questo punto è già in corso una indagine<br />
giudiziaria condotta dal Pretore di Monza, dott. Nicola<br />
Magrone, il quale ha già svolto numerosi atti istruttori acquisendo<br />
prove ed emettendo comunicazioni giudiziarie e mandati<br />
di comparizione a carico dei responsabili ritenuti, per il<br />
momento, il direttore e il vice direttore generale del ministero<br />
dei Trasporti e dell’Aviazione civile.<br />
Serve infine alle mire baronali di alcuni docenti democristiani<br />
e al programma cattolico-integrista mirante alla realizzazione<br />
di un “ospedale cristiano”, e, forse, nel tempo, di una seconda<br />
Facoltà di medicina cattolica.<br />
Ma all’Università statale, agli studenti, a cosa serve? Nulla,<br />
assolutamente nulla. Anzi, sottrae denaro e mezzi che avrebbero<br />
potuto essere impiegati in termini più congrui e adeguati<br />
alle gravi necessità dell’insegnamento e della ricerca<br />
scientifica [...].<br />
Pertanto, in riferimento all’illegittimo Decreto interministeriale<br />
di riconoscimento di “Istituto di ricovero e cura a carattere<br />
scientifico” dell’Ospedale San Raffaele, e alla conseguente<br />
erogazione di un finanziamento di 600 milioni; in riferimento<br />
altresì alla anomala Convenzione tra la Fondazione<br />
San Romanello del Monte Tabor e l’Università degli studi<br />
95
DOSSIER BERLUSCONI. ANNI SETTANTA<br />
di Milano e ai conseguenti oneri a carico dell’Università; in<br />
riferimento infine agli indubbi collegamenti speculativi tra<br />
l’Ospedale San Raffaele e l’insediamento edilizio di “Milano<br />
2”, e al coinvolgimento degli uffici ministeriali prima, e dell’Università<br />
poi, aventi come scopo la “valorizzazione” dell’Ospedale<br />
e di “Milano 2”, attraverso anche lo spostamento<br />
delle rotte aeree e la violazione degli strumenti urbanistici<br />
del Comune di Segrate, i sottoscritti denunciano:<br />
• Schiavinato Giuseppe, rettore dell’Università degli studi di<br />
Milano;<br />
• Valsecchi Athos, ministro pro tempore della Sanità;<br />
• Scalfaro Oscar Luigi, ministro pro tempore della Pubblica<br />
istruzione,<br />
per i reati di cui agli artt. 314 (peculato), 323 (abuso di ufficio),<br />
324 (interesse privato in atti d’ufficio), 328 (omissione<br />
di atti d’ufficio), 479 (falsità ideologica), 640 n° 1 (truffa ai<br />
danni dello Stato), del Codice penale;<br />
• Verzé Luigi Maria, presidente della Fondazione Centro<br />
San Romanello del Monte Tabor, per concorso nel reato di<br />
cui all’art. 640 n° 1 (truffa ai danni dello Stato) del Codice penale;<br />
• Schiavinato Giuseppe, Valsecchi Athos, Scalfaro Oscar Luigi,<br />
Verzé Luigi Maria, per concorso con i funzionari già identificati<br />
nonché con Bozzi Aldo, ministro pro tempore dei Trasporti<br />
e dell’Aviazione civile, nel reato di cui all’art. 659 (disturbo<br />
delle occupazioni e del riposo delle persone) del codice<br />
penale.<br />
Si fa riserva di produrre documenti e prove e di indicare testimoni,<br />
nonché di costituirsi parte civile [...]. Si chiede la sospensione<br />
di ogni ulteriore finanziamento all’Ospedale San<br />
Raffaele riguardante anche l’esecuzione della Convenzione.<br />
96<br />
«DIROTTAMENTI COLPOSI»<br />
Il 30 marzo 1974 il Pretore di Monza condanna il direttore generale<br />
dell’Aviazione civile Paolo Moci per la modifica delle rotte degli aerei<br />
in partenza dall’aeroporto di Linate. Nella sentenza il magistrato rileva<br />
che «il ruolo oggettivo dei centri residenziali “Milano 2” (col San<br />
Raffaele) e “Milano San Felice” nell’intera vicenda dei mutamenti delle<br />
rotte emerge con sorprendente vistosità», e menziona «la perplessità suscitata<br />
in autorevoli organismi pubblici... dall’iniziativa “Milano 2”».<br />
* * *<br />
In nome del popolo italiano, il Pretore di Monza dott. Nicola<br />
Magrone ha pronunciato la seguente sentenza nel procedimento<br />
penale contro: 1) Moci Paolo [...]; 2) Garretto Gustavo<br />
[...]. Imputati: il primo: nella sua qualità di direttore generale<br />
dell’Aviazione civile; il secondo: nella sua qualità di capo servizio<br />
Navigazione della direzione generale dell’Aviazione civile,<br />
del reato p.p. dagli artt. 110-659 Cp per avere, in concorso<br />
tra loro, predisponendo le rotte degli aerei in partenza<br />
dall’aeroporto di Milano Linate e imponendo il rispetto delle<br />
stesse, disturbato a causa del rumore prodotto dagli aerei,<br />
le occupazioni e il riposo (in particolare dei malati) degli abitanti<br />
di Brugherio, Cologno Monzese e Vimodrone.<br />
Dal giugno 1969.<br />
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