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eEduard Reichenbaum era figlio di un rappresentante di libri di<br />

editori tedeschi e polacchi. In casa parlavano tedesco e yiddish.<br />

A raccontarci della famiglia è Jitzhak, il fratello maggiore di<br />

Eduard, sopravvissuto e trasferitosi a Haifa. La mamma Sabina<br />

veniva da una famiglia di commercianti. “Con l’occupazione<br />

della Polonia cominciò la nostra tragedia, fummo portati prima<br />

nel campo di lavoro a Blizyn e poi, il 1° agosto 1944, nel campo<br />

di sterminio di Auschwitz. Sulla rampa di Auschwitz-Birkenau<br />

fummo separati: io e mio padre fummo mandati al campo degli<br />

uomini, mio fratello Eduard rimase con la mamma nel campo<br />

delle donne fino a metà novembre 1944.” Il 23 novembre<br />

1944 Sabina Reichenbaum partì da Auschwitz con un trasporto<br />

di donne destinate a lavorare in Germania a Lippstadt, in<br />

una fabbrica di munizioni. Sabina Reichenbaum era il numero<br />

81. Il numero 80 di questa lista era Mania Herzsberg, mamma<br />

di Riwka. Sabina sopravvisse al Lager e andò in Israele, suo<br />

marito morì: fu fucilato durante la “marcia della morte” che<br />

doveva portarlo da Auschwitz in Germania; il piccolo<br />

Eduard Reichenbaum finì nella baracca dei bambini,<br />

poi… poi fra i 20 bambini di Bullenhuser<br />

Damm!<br />

Eduard Reichenbaum a<br />

Cracovia con il papà<br />

e il fratello Jitzhak.<br />

I 20 bambini Eduard di Reichenbaum BullenhuserDamm<br />

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