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Dedicata a Giovanni Chiellino - BombaCarta

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EDITORIALE<br />

Nel mondo contemporaneo si tende sempre più a comunicare notizie e nozioni, ma<br />

soprattutto sentimenti, emozioni e stati d’animo, tramite forme diverse da quella<br />

verbale, che vanno dalla parola accompagnata dalla musica e interpretata dalla voce,<br />

alle immagini fotografiche, ai video, ai filmati, ai film veri e propri. Questa situazione,<br />

da un lato rappresenta una crescita delle potenzialità comunicative che deriva dallo<br />

sfruttamento di tutte le possibilità espressive finalizzate al dialogo e al rapporto con gli<br />

altri, ma nello stesso tempo può anche rappresentare un regredire verso il privilegiare le<br />

forme comunicative fonoiconiche, che puntano più alla sfera emotiva e quindi<br />

irrazionale, rispetto alla parola, che nella sua caratteristica di lògos classico, ha sempre<br />

rappresentato lo strumento per la costruzione di discorsi logico-argomentativi. Per certi<br />

aspetti si potrebbe anche ipotizzare il verificarsi di un percorso inverso a quello che ha<br />

portato dai graffiti primordiali all’uso scaltrito della parola per andare verso un<br />

affievolirsi delle potenzialità espressive verbali a vantaggio di tutto quanto è suono,<br />

movimento, colore e immagine. In questo contesto dinamico, favorito dalle sempre più<br />

variegate e sofisticate possibilità offerte dalla tecnologia, la poesia viene a trovarsi in<br />

una situazione del tutto particolare, in quanto è l’espressione umana che si avvale della<br />

parola nelle forme più raffinate ed elaborate, ma, in quanto vive anche della duplice<br />

potenzialità che le deriva dall’oralità e dalla scrittura, sta su un discrimine in cui la<br />

parola poetica può essere arricchita e valorizzata proprio da altri mezzi di espressione e<br />

comunicazione, in particolare dalla voce recitante adatta a evidenziare il piano delle<br />

sonorità del testo poetico. Per queste ragioni oggi la poesia si trova in una situazione<br />

molto particolare in cui si può giocare la sua stessa sussistenza e continuità storica, dato<br />

che è senz’altro il luogo privilegiato della parola, la cui funzione deve custodire e<br />

potenziare, ma nello stesso tempo può avvalersi di altri mezzi per arricchire la funzione<br />

espressiva e comunicativa della parola stessa. Questa è ancora una volta la<br />

dimostrazione dell’eterna vitalità della poesia, che in ogni momento della storia ha<br />

saputo essere perno della creatività umana e della realizzazione artistica, cogliendo ed<br />

utilizzando quanto di nuovo poteva costituire potenziamento e completamento della sua<br />

realtà. Per questo continuiamo con fiducia ad ascoltare la parola di nuovi poeti, sempre<br />

attenti alla parola, custodi e creatori del dire, come è anche per <strong>Giovanni</strong> <strong>Chiellino</strong>, il<br />

poeta che presentiamo in questo numero di LETTERA in VERSI.<br />

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Rosa Elisa Giangoia

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