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Introduzione

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giuoco. (L’invocazione di Maometto è l’ultima parola del morente). E allora, a uno, a<br />

due, a tre per volta, questi soldati s’avanzano a morte sicura, e i loro cadaveri si<br />

ammassano, s’ammonticchiano ingombrando la scena 48.<br />

Durante la battaglia la musica suona molto affrettatamente e non tace se non a<br />

combattimento finito quando un lieve batter di piedi dell’oprante dietro le quinte<br />

impone il silenzio al suonatore, e il dialogo riprende (kyu).<br />

Lo scontro tra cristianos y moros, sublimato poi con l’intervento della religione,<br />

è una delle grandi ferite del popolo siciliano, uno strappo che la storia non era in<br />

grado di ricucire, e con cui solo tardi il popolo riuscì, e debolmente, a convivere; una<br />

di quelle ferite che solo attraverso la drammatizzazione (orale e/o teatrale) potevano<br />

essere superate.<br />

Sono le storie dei Reali di Francia e del Ciclo Carolingio, le avventure dei Cavalieri<br />

della Tavola Rotonda, di Erminio dalla Stella d’Oro e di Uzeda il Catanese che<br />

rivivono seralmente sui palcoscenici così come sono arrivate a noi, artefatte,<br />

rimaneggiate, adattate, qualche volta addirittura capovolte e rifatte attraverso le<br />

vicissitudini ora liete ora tempestose dei popoli presso cui si fermavano i trovieri che<br />

in Italia le importarono dalla Spagna e dalla Francia. In Sicilia queste gesta trovarono<br />

un terreno fertilissimo […], il popolo s’entusiasmò al racconto delle mirabilia, si<br />

appassionò alle avventure guerresche e alle passioni amorose dei Paladini e la Storia<br />

dei Reali di Francia si trasformò in Opira dei pupi. Non contento di ascoltare in piazza<br />

dalla viva voce dei cantastorie [e dei contastorie] i meravigliosi racconti, il popolo<br />

volle vederne sulla scena la rappresentazione movimentata. Così nacquero i pupi,<br />

realtà e fantasia, in una terra echeggiante ancora del dominio degli Arabi, dei Saraceni,<br />

degli Spagnuoli 49.<br />

Vivissima era la partecipazione del pubblico alla sua Opra. La passione per gli<br />

eroi cristiani raggiungeva il parossismo: contro il traditore che appariva sulla scena la<br />

platea si rivoltava tirando la qualsiasi 50: bucce d’arance, torsi di carciofi, lattughe o<br />

cavoli, o addirittura coppole o scarpe, i primi oggetti a portata di mano. A nulla<br />

valevano le proteste del puparo preoccupato dell’incolumità dei suoi pupi. Fanatismo<br />

sfrenato di un pubblico incatenato e travolto dall’azione:<br />

Per questa forma di teatro primitivo [...] l’entusiasmo delle folle raggiunge,<br />

avvenimento non facilmente riconoscibile nemmeno a una première di Pirandello o<br />

Rosso di San Secondo, un parossismo tale che facilmente degenera in passione di<br />

parte e provoca fra gli stessi spettatori dei contrasti d’opinione così violenti da trovare<br />

una rapida soluzione solo in una partita d’armi. Avviene così che i duelli tra Orlando e<br />

Tancredi, Fioravante e Rizzeri, trovino una naturale appendice nelle “tirate” uso<br />

Cavalleria Rusticana tra i fautori dell’uno e gli entusiasmi dell’altro pupo. Scena<br />

ultima: alcuni feriti all’ospedale 51 .<br />

48 G. Pitrè, op. ult. cit., p. 149.<br />

49 Ignazio Giarra, Pupi e pupari in Sicilia, in “Comoedia”, n. 9, 1928, p. 26.<br />

50 Termine dialettale siciliano in uso ancor oggi.<br />

51 Ignazio Giarra, op. cit., p. 26.<br />

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