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Cronaca Gialloblu Numero 4 - Atletica Castelleone

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Le corse di “lunga lena”<br />

di Marino Filippi<br />

Vi proponiamo alcune interessanti considerazioni sull'allenamento dei mezzofondisti a cura di Marino Filippi, grande<br />

amico dell'<strong>Atletica</strong> <strong>Castelleone</strong> ed ex-atleta di buon livello; oggi è tecnico per la Cremona Sportiva <strong>Atletica</strong> Arvedi<br />

Vorrei approfittare dell’ospitalità<br />

dell’<strong>Atletica</strong> <strong>Castelleone</strong> per disquisire<br />

a ruota libera di un tema non molto<br />

trattato dai testi classici, che riguardano<br />

l’allenamento del fondista, e che<br />

invece io ritengo molto importante se<br />

non fondamentale. Si tratta della velocità<br />

nelle corse di “lunga lena”.<br />

Quante volte sui “campi” abbiamo sentito<br />

l’assioma «sei troppo lento dedicati<br />

al fondo».<br />

Se è vero che un giovane atleta è troppo<br />

lento per poter fare lo sprinter non è<br />

giusto invitarlo alla corsa di resistenza<br />

solo per ripiego, senza tener conto nei<br />

suoi futuri allenamenti che la velocità è<br />

comunque una componente importante<br />

delle corse di fondo.<br />

Possiamo spiegare questa apparente<br />

contraddizione? La prima giustificazione<br />

che viene in mente è in funzione<br />

della volata finale che è senz’altro legittima,<br />

ma prima di disputare lo sprint<br />

finale bisogna arrivarci. Dobbiamo<br />

quindi preoccuparci di essere comunque<br />

veloci per tutta la gara, allora io<br />

ritengo che sia impensabile correre un<br />

5000 al piede di 3’ al Km se si ha 60”<br />

di record sui 400 metri, perché chi corre<br />

i 400 vicino al minuto avrà presumibilmente<br />

un tempo vicino ai 3’ sul singolo<br />

mille. Quindi se voglio sognare<br />

certi tempi, soprattutto in età giovanile<br />

devo preoccuparmi di stare abbondantemente<br />

sotto i 15” sui 100 metri e sotto<br />

i 30” sui duecento ma non una sola<br />

volta, 5 – 10 – 15 volte in allenamento.<br />

Se non siete convinti di questa teoria,<br />

vi do qualche numero: Alberto Cova da<br />

juniores correva in meno di un primo e<br />

51 gli ottocento metri, Francesco Panetta<br />

che in volata non era un fulmine e<br />

tendeva a staccare gli avversari sul<br />

passo correva i 1500 in 3’ 39 secondi,<br />

Pambianchi uno dei primi maratoneti<br />

sfornati dalla scuola di Ferrara allenati<br />

dal prof. Gianpaolo<br />

Lenzi aveva<br />

3’ 42” sui<br />

1500 eppure si<br />

dedicava alla<br />

maratona, alla<br />

faccia<br />

dell’atleta lento.<br />

La ciliegina<br />

sulla torta la<br />

mette Miroslaw<br />

Yfter, che alle<br />

olimpiadi dì<br />

Mosca nel 1980<br />

ha chiuso<br />

Jan Scaglia: il nostro<br />

interprete delle corse<br />

di “lunga lena”<br />

l’ultimo giro<br />

dei 10.000 in<br />

54”. Ho sempre<br />

pensato che po-<br />

tevo batterlo solo partendo con lui al<br />

suono della campana e non un metro<br />

prima.<br />

Ma torniamo sulla terra e vediamo cosa<br />

possiamo fare nel nostro piccolo. La<br />

velocità è il risultato di tre componenti<br />

fondamentali che per semplicità chiameremo<br />

Forza, Scioltezza e Rapidità.<br />

Il problema è che all’apparenza queste<br />

tre componenti sono in antitesi tra loro,<br />

come potremmo esprimere la forza in<br />

modo rapido e nel contempo restare<br />

sciolti nella corsa? Proveremo con la<br />

dovuta semplicità a sciogliere questo<br />

quesito.<br />

Per “Forza” intendiamo la trasformazione<br />

dell’energia che i nostri muscoli<br />

devono esprimere sul terreno per portarci<br />

avanti, nella corsa attraverso un<br />

bel gesto tecnico non dispendioso dal<br />

punto di vista energetico, e che sia ripetibile<br />

nel tempo il più a lungo possibile.<br />

Come possiamo allenare la forza nel<br />

modo più utile possibile per un fondista?<br />

Senza dubbio con Skip, Balzi,<br />

Corsa in Salita, sempre senza sovraccarichi<br />

ma solo con il peso del nostro<br />

corpo tenendo nel centro<br />

dell’attenzione il corretto gesto tecnico<br />

soprattutto nei confronti<br />

dell’articolazione della caviglia.<br />

Si consideri sempre che l’ipertrofia<br />

muscolare da palestra è deleteria per un<br />

fondista, che deve irrobustirsi senza<br />

aumentare di peso, si devono quindi<br />

privilegiare solo i muscoli specializzati<br />

per la corsa, sono assolutamente da evitare,<br />

sopratutto in età giovanile, i pesi<br />

e i bilancieri<br />

La rapidità e la scioltezza di corsa vanno<br />

a braccetto tra loro, per una corsa<br />

veloce è indispensabile il gesto rapido<br />

l’appoggio del piede al terreno brevissimo.<br />

Se in un atleta contratto, stremato<br />

dalla fatica una singola spinta al terreno<br />

dura un ventesimo dì secondo in<br />

più del dovuto, questo comporta un ritardo<br />

di 27 secondi su un mille rispetto<br />

al ritmo sostenibile da fresco, con la<br />

spinta considerata in precedenza, solo<br />

cinque centesimi di secondo più breve.<br />

La scioltezza di corsa invece è<br />

un’espressione di tranquillità interiore,<br />

la concentrazione sul gesto tecnico della<br />

corsa, il controllo sui respiri che devono<br />

essere profondi e regolari, una<br />

muscolatura avvezza alla ginnastica<br />

che si lascia guidate in armonia alle<br />

spinte brevi ed efficaci sul terreno, una<br />

tecnica di corsa che non muove a caso<br />

un solo muscolo, ma tutto è in funzione<br />

del ritmo e dell’andatura. Queste due<br />

qualità si allenano, in palestra con lo<br />

stretcing, imparando a fare esercizi a<br />

Marino Filippi – L’atleta<br />

Società: Cremona Sp. Arvedi<br />

Allenatore: Cio Italia<br />

Primati personali:<br />

400: 50.7 (23/04/83 – Brescia)<br />

600: 1.21.9 (13/10/85 – Cremona)<br />

800: 1.51.2 (16/07/86 – Casalmag.)<br />

1.000: 2.27.0 (12/10/85 – Cremona)<br />

corpo libero sempre con il controllo<br />

della respirazione, ed anche con esercizi<br />

di rapidità appropriati sempre mirati<br />

ad eseguire parti del gesto tecnico della<br />

corsa molto rapidamente senza mai indurirsi.<br />

Scioltezza e rapidità si allenano anche<br />

al campo, quando alla fine di sedute di<br />

fondo si fanno allunghi in progressione<br />

dove nella parte iniziale si cerca la decontrazione<br />

muscolare, la facilità di<br />

corsa e poi trovato lo stato ottimale si<br />

incrementa la rapidità dell’appoggio<br />

facendolo via via piu intenso senza mai<br />

arrivare a limiti massimi che portano<br />

ad indurire i muscoli, ma in armonia<br />

completa tra il controllo del gesto tecnico,<br />

della respirazione e del ritmo di<br />

corsa.<br />

Lo sprinter ha un modo più “brutale”<br />

di interpretare la velocità, con accelerazioni<br />

violente iniziali e la ricerca del<br />

massimo in vista di un traguardo molto<br />

vicino, il fondista deve essere in grado<br />

di impostare quella velocità di “crociera”<br />

che lo porterà molto molto lontano<br />

per cui deve avere un ritmo più lento<br />

del suo massimale velocistico ma al<br />

contempo trovate la massima velocità<br />

sostenibile fino in fondo alla gara. Le<br />

strade da poter percorrere, per migliorare<br />

le prestazioni nelle gare di fondo<br />

sono due: o si aumenta il massimale di<br />

velocità o sì riesce a reggere per più<br />

tempo una velocità sempre più vicina<br />

al massimale. In genere l’allenamento<br />

del fondista cura<br />

molto il secondo<br />

aspetto mentre<br />

sono fermamente<br />

convinto<br />

che i migliori<br />

risultati si ottengonomigliorandoconsiderevolmente<br />

la<br />

propria velocità<br />

di base ed in un<br />

secondo momento<br />

andando alla<br />

ricerca della resistenza<br />

alla velocità<br />

soprattutto<br />

nei giovani che<br />

si avvicinano alle<br />

corse di fondo.<br />

Stefano Baldini, detentore<br />

del record italiano<br />

di maratona (Londra –<br />

2h07’29”)

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