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Cap. 4 – Il sistema di approvvigionamento dell'acqua nell'antica Roma

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Stefano G. Loffi - Piccola Storia dell’Idraulica<br />

Assieme a tante altre realtà culturali ed organizzative della Grecia antìca, questo efficace<br />

<strong>sistema</strong> <strong>di</strong> <strong>approvvigionamento</strong> dell’acqua, così <strong>di</strong>versificato, si presentò alla nascente civiltà<br />

romana che alla conquista <strong>di</strong> nuove terre faceva imme<strong>di</strong>atamente seguìre la fase <strong>di</strong> colonizzazione,<br />

realizzando infrastrutture e città secondo la propria organizzazione sociale e politica.<br />

Servizio essenziale <strong>di</strong> tale organizzazione territoriale era la comunicazione: strade e rotte<br />

marine, queste ùltime rese sicure dalle flotte <strong>di</strong> àgili e veloci galee da guerra. Nella costante<br />

comunicazione tra i <strong>di</strong>versi territorî troviamo anche la ragione <strong>di</strong> una notevole omogeneità della<br />

cultura romana, che tendeva a realizzare, in ogni città ovunque essa fosse, modelli e strutture<br />

anàloghi, per non <strong>di</strong>re identici. Non solo l’organizzazione degli spazi urbani o degli e<strong>di</strong>fici pubblici,<br />

ma anche i servizi formavano lo stile <strong>di</strong> vita romano, in ogni parte dell’impero; tra i servizi più<br />

importanti non poteva non esserci<br />

l’<strong>approvvigionamento</strong> dell’acqua e lo<br />

smaltimento dei conseguenti liquami.<br />

Poiché le nuove città romane<br />

erano e<strong>di</strong>ficate in luoghi strategici dal<br />

punto <strong>di</strong> vista militare e <strong>di</strong> controllo delle<br />

vie o rotte <strong>di</strong> comunicazione e dei traffici<br />

commerciali, non sempre si poteva<br />

conciliare la posizione ideale con<br />

un’altrettanto adeguata dotazione <strong>di</strong> acqua<br />

dolce.<br />

I <strong>Roma</strong>ni, quin<strong>di</strong>, per ogni<br />

nuovo inse<strong>di</strong>amento, del quale dovevano<br />

poi ‘seguire’ la crescita a volte neppure<br />

inizialmente preve<strong>di</strong>bile, impararono a risolvere il problema attingendo le acque ove esse erano<br />

<strong>di</strong>sponibili, anche se a notevoli <strong>di</strong>stanze dalla città, non trovando ostacolo alla realizzazione <strong>di</strong><br />

acquedotti gran<strong>di</strong>osi lunghi molte decìne <strong>di</strong> chilòmetri. L’acquedotto <strong>di</strong> Corinto, costruito sotto<br />

l’imperatore Adriano, misura centotrentadue chilòmetri, nonostante la sorgente, presso Stìnfalo sui<br />

monti dell’Arca<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>stasse in linea retta ‘soltanto’ cinquantasei chilometri dalla città. <strong>Il</strong> suo<br />

percorso è dovuto alla propensione dei <strong>Roma</strong>ni, all’opposto dei greci, ad evitare, ove possibile, i<br />

percorsi in galleria preferendo gli scavi in superficie e gli acquedotti su arcate.<br />

Ovviamente le più magnificenti òpere <strong>di</strong> adduzione dell’acqua hanno trovato<br />

collocazione nella ‘città eterna’: <strong>Roma</strong>.<br />

Lo storico e geògrafo greco Strabone (Amasia, Ponto ca 64 a.C. <strong>–</strong> 20 d.C.), nell’ùnica<br />

òpera <strong>di</strong> lui rimasta “Geografia”, osservò:<br />

“La quantità <strong>di</strong> acqua che viene condotta nella città è talmente grande che attraverso la<br />

città e nei canali sotterranei scorrono veri e proprî fiumi e quasi ogni casa ha condutture e serbatoi<br />

proprî e possiede fontane che zampillano in abbondanza.”<br />

Quando Strabone scriveva questo testo, <strong>Roma</strong> era servita da sette acquedotti, salìti a<br />

nove alla fine del primo sécolo dopo Cristo, sino a giungere ad un<strong>di</strong>ci, con l’ultimo, terminàto nel<br />

226, quando la rete complessiva dei soli acquedotti principali misurava oltre cinquecento<br />

chilometri.<br />

La portata d’acqua poteva superare, nella stagione più favorevole, i cinquecentomila<br />

metri cubi al giorno, poco meno <strong>di</strong> sei metri cubi al secondo. Poiché la popolazione della capitale<br />

imperiale giunse a superare il milione <strong>di</strong> abitanti, il <strong>sistema</strong> acquedottistico garantìva una dotazione,<br />

per ogni abitante, pari a cinquecento litri al giorno, che è il consumo me<strong>di</strong>o pro capite delle più<br />

moderne civiltà <strong>di</strong> oggi, sebbene questo aspetto non sìa per nulla un sìntomo <strong>di</strong> modernità!<br />

<strong>Cap</strong>. 4 - <strong>Il</strong> <strong>sistema</strong> <strong>di</strong> <strong>approvvigionamento</strong> dell’acqua<br />

nell’antica <strong>Roma</strong><br />

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