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GOETHE E IL “RE DEL MONDO”. PER UNA LETTURA ESOTERICA DEL MÄRCHEN 249<br />
Mann mit der Lampe, ehe die Sonne untergeht? […] kurz darauf sah man den<br />
Mann mit der Lampe über den See hergleiten, gleich als wenn er auf<br />
Schlittschuhen ginge» (MR, pp. 1102-3) («“Chi fa arrivare l’uomo <strong>del</strong>la lampada<br />
prima che tramonti <strong>il</strong> sole?”. […] poco dopo si vide l’uomo <strong>del</strong>la lampada che<br />
arrivava scivolando sul lago, come se andasse sui pattini», FA, pp. 45-7). Non può<br />
non far sorridere <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> vecchio accorra al rito funebre, letteralmente camminando<br />
sull’acqua. Inoltre, <strong>il</strong> vecchio è sempre accompagnato dalla sua lampada<br />
che emana una luce dall’effetto estremamente benefico e anche Gesù, nell’esegesi<br />
e nella simbologia cristiana, è spesso associato alla metafora <strong>del</strong>la luce che rischiara<br />
le tenebre – <strong>il</strong> lumen Christi appunto. In molti trattati alchemici medievali e<br />
rinascimentali la figura di Cristo viene poi associata, seppur “ereticamente”, alla<br />
pietra f<strong>il</strong>osofale, attraverso la quale avviene la trasmutazione alchemica 15 e nel<br />
Märchen la lampada <strong>del</strong> vecchio sembra aver la stessa qualità trasfigurante: «Alle<br />
Gänge, durch die der Alte hindurch wan<strong>del</strong>te, füllten sich hinter ihm sogleich mit<br />
Gold, denn seine Lampe hatte die wunderbare Eigenschaft, alle Steine in Gold,<br />
alles Holz in S<strong>il</strong>ber, tote Tiere in E<strong>del</strong>steine zu verwan<strong>del</strong>n» (MR, p. 1089) («Tutti i<br />
cunicoli per i quali <strong>il</strong> vecchio passava si riempivano subito d’oro dietro di lui; la<br />
sua lampada, infatti, aveva la miracolosa proprietà di trasformare in oro tutte le<br />
pietre, in argento tutto <strong>il</strong> legno, in pietre preziose gli animali morti», FA, pp. 23-4).<br />
Possiamo ora capire perché <strong>il</strong> principe, nel suo cammino iniziatico, dopo la morte<br />
alchemica e la rinascita, nell’ascesa <strong>del</strong>la scala sapienziale sia affiancato dal vecchio<br />
e venga costantemente <strong>il</strong>luminato dalla sua lampada 16 .<br />
4. Alquanto significativamente la B<strong>il</strong>dung <strong>del</strong> principe giunge definitivamente a<br />
compimento con le nozze con la bella L<strong>il</strong>ie, simbolo <strong>del</strong>la ormai raggiunta saggezza.<br />
Anche nella simbologia alchemica <strong>il</strong> culmine <strong>del</strong> processo di trasmutazione<br />
è rappresentato da un simbolico matrimonio, le cosiddette “nozze chimiche“, da<br />
cui nasce la pietra f<strong>il</strong>osofale. È ut<strong>il</strong>e riassumere gli stadi finali <strong>del</strong> processo, che<br />
sembrano tornare nella simbologia <strong>del</strong> Märchen. Nel terzo stadio <strong>del</strong>la trasmutazione,<br />
gli opposti che erano stati divisi nel processo <strong>del</strong>la solutio per essere sublimati<br />
singolarmente vengono nuovamente uniti: è lo stadio <strong>del</strong> coagula. Sono le<br />
“nozze chimiche” di cui parla – un esempio tra gli altri – Johan Valentin<br />
Andreae, appunto nel suo Die Chymische Hochzeit, “manifesto” <strong>del</strong> rosacrocianesimo<br />
seicentesco e settecentesco. Nel quarto stadio la sostanza da trasmutare<br />
assume <strong>il</strong> colore bianco, l’albedo, mentre nel quinto stadio raggiunge la rubedo (la<br />
materia da trasmutare si fa rossa), che annuncia che l’opera è giunta a compimento.<br />
Dal “matrimonio” tra <strong>il</strong> principio attivo, masch<strong>il</strong>e, e <strong>il</strong> passivo, femmin<strong>il</strong>e,<br />
nasce la pietra f<strong>il</strong>osofale. Nelle nozze <strong>del</strong> Märchen questi passaggi sembrano essere<br />
fe<strong>del</strong>mente rispettati:<br />
Liebe L<strong>il</strong>ie! rief er, als er ihr die s<strong>il</strong>bernen Treppen hinauf entgegene<strong>il</strong>te; denn sie<br />
hatte von der Zinne des Altars seiner Reise zugesehen: Liebe L<strong>il</strong>ie! was kann der<br />
Mann, ausgestattet mit allem, sich Köstlicheres wünschen als die Unschuld und<br />
die st<strong>il</strong>le Neigung, die mir dein Busen entgegenbringt? O! mein Freund, fuhr er<br />
fort, indem er sich zu dem Alten wendete und die drei he<strong>il</strong>igen B<strong>il</strong>dsäulen ansah,<br />
herrlich und sicher ist das Reich unserer Väter, aber du hast die vierte Kraft ver-