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Qui - Circolo Cultura e Stampa Bellunese

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Comune di Belluno<br />

ANNO VI<br />

10 INSERTO SPECIALE<br />

3<br />

settembre 2010<br />

L’ANTEPRIMA DELLA STAGIONE<br />

HA GRIDATO VIVA L’ITALIA<br />

Risorgimento e Resistenza:<br />

perché dobbiamo essere orgogliosi<br />

della nostra nazione.<br />

spettacolo multimediale<br />

tratto dal libro di<br />

Aldo CAzzullo<br />

FUORI<br />

ABBONAMENTO<br />

CIRCOLO CULTURA E<br />

30 ottobre 2011: come anteprima<br />

della 34° Stagione di Prosa il <strong>Circolo</strong>,<br />

con il contributo del CIPA (Consorzio<br />

Industriali Protezione Ambiente<br />

)eventi profondi di Michele<br />

Ghionna e Marianna Dal Collo, e<br />

di un penetrante Paolo Valerio, che,<br />

celati dietro ad un telo trasparente,<br />

STAMPA BELLUNESE<br />

TEATRO COMUNALE DI BELLUNO<br />

lettura e commento<br />

a cura dell’autore<br />

al pianoforte<br />

Sabrina Reale<br />

letture di<br />

Marianna dal Collo,<br />

Michele Ghionna e Paolo Valerio<br />

immagini di repertorio<br />

e montaggio video a cura di<br />

Roberto Guglielmi<br />

Con il contributo del:<br />

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 • ore 20.45<br />

BIGLIETTI: Prezzi Platea / Galleria - 8,00 euro • Loggione - 5,00 euro<br />

PRENOTAZIONI: <strong>Circolo</strong> <strong>Cultura</strong> e <strong>Stampa</strong> <strong>Bellunese</strong> - Piazza Mazzini, 18 - 32100 Belluno • Tel. e Fax 0437 948911 • info@ccsb.it<br />

PREVENDITA BIGLIETTI E RITIRO PRENOTAZIONI: il giorno dello spettacolo al botteghino del Teatro Comunale (Tel. 0437 940349) dalle 18.00 alle 20.30<br />

INFORMAZIONI: <strong>Circolo</strong> <strong>Cultura</strong> e <strong>Stampa</strong> <strong>Bellunese</strong> - Piazza Mazzini, 18 - 32100 Belluno • Tel. e Fax 0437 948911 • info@ccsb.it • www.circoloculturaestampabellunese.it<br />

foto di basso cannarsa<br />

fan vibrare la platea con il loro dire.<br />

Dal pubblico emerge proprio quel<br />

sentimento patriottico che, secondo<br />

Aldo Cazzulle racchiude il pensiero<br />

dell’Autore.<br />

Viva l'Italia<br />

Risorgimento e Resistenza: perché<br />

dobbiamo essere orgogliosi della<br />

nostra nazione<br />

Chissà cosa direbbe dell'Italia di<br />

oggi Garibaldi, che conquistò un<br />

regno ma con sé a Caprera non<br />

portò i quadri di Caravaggio e l'oro<br />

dei Borboni, bensì un sacco di fave<br />

e uno scatolone di merluzzo secco.<br />

Cosa direbbero i volontari della<br />

Grande Guerra, che scrivevano alle<br />

madri: "Forse tu non potrai capire<br />

come non essendo io costretto sia<br />

andato a morire sui campi di battaglia,<br />

ma credilo mi riesce le mille<br />

volte più dolce il morire in faccia al<br />

mio paese natale, per la mia Patria.<br />

Addio mia mamma amata, addio<br />

mia sorella cara, addio padre mio.<br />

Se muoio, muoio coi vostri nomi<br />

amatissimi sulle labbra, davanti<br />

al nostro Carso selvaggio". Cosa<br />

direbbe il generale Perotti, capo<br />

del Cln piemontese,condannato<br />

a morte dal tribunale di Salò, che<br />

ai suoi uomini ansiosi di discolparlo<br />

e addossarsi ogni responsabilità<br />

grida: " Signori ufficiali, in piedi: viva<br />

l'Italia!"?<br />

"Viva l'Italia!" oggi è un grido scherzoso.<br />

Ma per molti italiani del Risorgimento<br />

e della Resistenza furono<br />

le ultime parole. La Resistenza non<br />

è di moda. È considerata una "cosa<br />

di sinistra". Si dimentica il sangue<br />

dei sacerdoti come don Ferrante<br />

Bagiardi, che volle morire con i parrocchiani<br />

dicendo "vi accompagno<br />

io davanti al Signore", e dei militari<br />

come il colonnello Montezemolo,<br />

cui i nazifascisti cavarono i denti e<br />

le unghie, non i nomi dei compagni.<br />

Si dimentica che i partigiani non<br />

furono tutti sanguinari vendicatori<br />

ma anzi vennero braccati, torturati,<br />

impiccati ed esposti per terrorizzare<br />

i civili; e che i "vinti", i "ragazzi<br />

di Salò", per venti mesi ebbero il<br />

coltello dalla parte del manico, e lo<br />

usarono.<br />

Neppure il Risorgimento è di moda.<br />

Lo si considera una "cosa da liberali".<br />

Si dimentica che nel 1848 insorse<br />

l'Italia intera. Oggi è l'ora della<br />

Lega e dei neoborbonici. L'Italia la<br />

si vorrebbe divisa o ridotta a Belpaese:<br />

non una nazione, ma un posto<br />

in cui non si vive poi così male. Invece<br />

l'Italia è una cosa seria.<br />

È molto più antica di 150 anni; è<br />

nata nei versi di Dante e Petrarca,<br />

nella pittura di Piero della Francesca<br />

e di Tiziano. Ed è diventata<br />

una nazione grazie a eroi spesso<br />

dimenticati.<br />

Aldo Cazzullo ne racconta la storia.<br />

Respinge l'idea leghista e la retorica<br />

del Belpaese.<br />

Prefigura la nascita di un "partito<br />

della nazione". E avanza un'ipotesi:<br />

che in fondo gli italiani siano intimamente<br />

legati all'Italia più di quanto<br />

loro stessi pensino.<br />

L’INNO DI MAMELI<br />

Scritto nell'autunno del 1847<br />

dal ventenne studente e patriota<br />

Goffredo Mameli, musicato<br />

poco dopo a Torino da un altro<br />

genovese, Michele Novaro, il<br />

Canto degli Italiani nacque in quel<br />

clima di fervore patriottico che<br />

già preludeva alla guerra contro<br />

l'Austria. L'immediatezza dei<br />

versi e l'impeto della melodia ne<br />

fecero il più amato canto dell'unificazione,<br />

non solo durante la<br />

stagione risorgimentale, ma anche<br />

nei decenni successivi. Non a<br />

caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno<br />

delle Nazioni del 1862, affidò<br />

proprio al Canto degli Italiani (e<br />

non alla Marcia Reale) il compito<br />

di simboleggiare la nostra Patria,<br />

ponendolo accanto a noto God<br />

Save the Queen e alla Marsigliese.<br />

Fu quasi naturale, dunque, che il<br />

12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli<br />

divenisse l'inno nazionale della<br />

Repubblica Italiana.<br />

Fratelli d'Italia,<br />

L'Italia s'é desta,<br />

Dell'elmo di Scipio<br />

S'è cinta la testa.<br />

Dov'è la vittoria?<br />

Le porga la chioma,<br />

Che schiava di Roma<br />

Iddio la creó.<br />

Stringiamoci a coorte,<br />

siam pronti alla morte.<br />

Siam pronti alla morte,<br />

l'Italia chiamó.<br />

Noi fummo da secoli<br />

Calpesti, derisi,<br />

Perché non siam popolo,<br />

Perché siam divisi.<br />

Raccolgaci un'unica<br />

Bandiera, una speme<br />

Di fonderci insieme<br />

Già l'ora suonò.<br />

Stringiamoci a coorte,<br />

siam pronti alla morte.<br />

Siam pronti alla morte,<br />

l'Italia chiamó.<br />

Uniamoci, amiamoci;<br />

L'unione e l'amore<br />

Rivelano ai popoli<br />

Le vie del Signore.<br />

Giuriamo far libero<br />

Il suolo natio:<br />

Uniti per Dio,<br />

Chi vincer ci può?<br />

Stringiamoci a coorte,<br />

siam pronti alla morte.<br />

Siam pronti alla morte,<br />

l'Italia chiamó.<br />

Dall'Alpe a Sicilia,<br />

Dovunque è Legnano;<br />

Ogn'uom di Ferruccio<br />

Ha il core e la mano;<br />

I bimbi d'Italia<br />

Si chiaman Balilla;<br />

Il suon d'ogni squilla<br />

I Vespri suonò.<br />

Stringiamoci a coorte,<br />

siam pronti alla morte.<br />

Siam pronti alla morte,<br />

l'Italia chiamó.<br />

Son giunchi che piegano<br />

Le spade vendute;<br />

Già l'Aquila d'Austria<br />

Le penne ha perdute.<br />

Il sangue d'Italia<br />

E il sangue Polacco<br />

Bevé col Cosacco,<br />

Ma il cor le bruciò<br />

Stringiamoci a coorte,<br />

siam pronti alla morte.<br />

Siam pronti alla morte,<br />

l'Italia chiamó.<br />

I FUORI ABBONAMENTO

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