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Untitled - Ospedale San Carlo

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di attesa si sono sensibilmente ridotti. Ad<br />

esempio, ci vogliono quattro giorni per una<br />

visita oncologica nel mio reparto».<br />

Essendo una patologia estremamente<br />

delicata, in che modo avviene il sostegno<br />

psicologico al paziente? Pensiamo ai<br />

terribili momenti pre e post-operatori.<br />

«Naturalmente il nostro è un percorso<br />

lungo, lunghissimo. Nei casi più disperati<br />

accompagniamo il paziente fino alla fine.<br />

In altri casi ci limitiamo a trattamenti<br />

precauzionali della malattia. Ovviamente<br />

sentiamo la necessità di un supporto<br />

psicologico, ma molto è demandato<br />

all’iniziativa personale e alla capacità<br />

empatica dell’operatore. Esiste un servizio<br />

di psicologia clinica, però è esteso a tutte le<br />

attività, non solo quelle oncologiche. Certo<br />

è che il personale impiegato in oncologia<br />

è estremamente motivato, formato e ben<br />

disposto al rapporto umano».<br />

Ci sono dei rapporti di collaborazione,<br />

nei reparti, con le varie associazioni di<br />

volontariato?<br />

«Sì. La collaborazione è massima. Penso<br />

all’Ant che svolge un compito essenziale<br />

nella gestione del paziente durante le fasi<br />

critiche e terminali; agli Amici dell’hospice,<br />

ai quali le porte dei nostri reparti sono<br />

aperte continuamente, e all’Amasi. Si tratta<br />

di associazioni che frequentano spesso i<br />

malati, stabilendo con loro un rapporto<br />

diretto».<br />

Da medici, quali sono le difficoltà che<br />

incontrate quotidianamente?<br />

«La difficoltà più grande la incontriamo nel<br />

comunicare la notizia al paziente. Questo è<br />

uno dei problemi maggiori per un medico,<br />

non ci si abitua mai. Senza contare che i<br />

ritmi serrati, alle volte, ci impediscono di<br />

discorrere per lungo tempo con i pazienti e<br />

le famiglie. Ovviamente, il profilo culturale<br />

dell’ammalato è molto importante. In<br />

alcuni casi agevola il compito, in altri lo<br />

rende particolarmente difficoltoso. La<br />

comunicazione, in ogni caso, non è mai<br />

falsata, cerchiamo sempre un rapporto<br />

sincero con il paziente».<br />

Al fine di delineare il quadro<br />

epidemiologico della malattia, quali<br />

sono, indicativamente, i numeri annuali<br />

di ricoveri?<br />

«Noi ricoveriamo oltre 1000 persone<br />

all’anno con 15 posti letto, per cui c’è un<br />

turnover elevatissimo. Facciamo 7000<br />

accessi in Day hospital e circa 3000 visite<br />

ambulatoriali annuali. Si tratta di grandi<br />

numeri».<br />

Concludendo, un accenno ai reparti che<br />

lei dirige e alle peculiarità di ciascuno.<br />

«Vorrei premettere che il dipartimento<br />

Funzionale Oncologico non è strutturale,<br />

poiché non gestisce budget. È trasversale<br />

e serve ad implementare la filosofia della<br />

collaborazione, della multidisciplinarietà;<br />

ad individuare percorsi diagnostici precisi<br />

per il paziente. Il dipartimento è utile<br />

anche ai fini della promozione scientifica.<br />

Ovviamente, ognuno dei reparti inclusi in<br />

questo dipartimento serve al trattamento<br />

della patologia tumorale.<br />

Credo che in questo modo debba<br />

proseguire la mission dell’azienda, e lo<br />

stesso Direttore generale ha dato segnali<br />

importanti in merito».<br />

(segue da pagina 48)<br />

Oncologia Medica, direttore<br />

Domenico Bilancia.<br />

Pneumologia, direttore Mariano Celano.<br />

Servizio Immunotrasfusionale, direttore<br />

Clelia Musto.<br />

Urologia, direttore Angela Vita.<br />

www.ospedalesancarlo.it<br />

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