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I neocatecumenali e l'enciclica "Ecclesia de Eucharistia" - InternEtica

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La Chiesa ha ricevuto l'Eucaristia da Cristo<br />

suo Signore non come un dono, pur prezioso<br />

fra tanti altri, ma come il dono per eccellenza,<br />

perché dono di se stesso, <strong>de</strong>lla sua persona<br />

nella sua santa umanità, nonché <strong>de</strong>lla sua<br />

opera di salvezza. Questa non rimane confinata<br />

nel passato, giacché «tutto ciò che Cristo è,<br />

tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli<br />

uomini, partecipa <strong>de</strong>ll'eternità divina e perciò<br />

abbraccia tutti i tempi» (CCC, 1085).<br />

Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia,<br />

memoriale <strong>de</strong>lla morte e risurrezione <strong>de</strong>l suo<br />

Signore, questo evento centrale di salvezza è<br />

reso realmente presente e «si effettua l'opera<br />

<strong>de</strong>lla nostra re<strong>de</strong>nzione». (LG, 3) Questo<br />

sacrificio è talmente <strong>de</strong>cisivo per la salvezza<br />

<strong>de</strong>l genere umano che Gesù Cristo l'ha<br />

compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo<br />

averci lasciato il mezzo per parteciparvi come<br />

se vi fossimo stati presenti. Ogni fe<strong>de</strong>le può<br />

così pren<strong>de</strong>rvi parte e attingerne i frutti<br />

inesauribilmente. Questa è la fe<strong>de</strong>, di cui le<br />

generazioni cristiane hanno vissuto lungo i<br />

secoli. Questa fe<strong>de</strong> il Magistero <strong>de</strong>lla Chiesa<br />

ha continuamente ribadito con gioiosa<br />

gratitudine per l'inestimabile dono. (Paolo VI,<br />

Solenne professione di fe<strong>de</strong>, 30 giugno 1968,<br />

24: AAS 60, 442; Giovanni Paolo II, Lett. ap.<br />

Dominicae Cenae, 24 febbraio 1980, 12: AAS<br />

72 (1980), 142).<br />

Desi<strong>de</strong>ro ancora una volta richiamare questa<br />

verità, ponendomi con voi, miei carissimi<br />

fratelli e sorelle, in adorazione davanti a<br />

questo Mistero: Mistero gran<strong>de</strong>, Mistero di<br />

misericordia. Che cosa Gesù poteva fare di più<br />

per noi? Davvero, nell'Eucaristia, ci mostra un<br />

amore che va fino «all'estremo» (Gv 13,1), un<br />

amore che non conosce misura” (EE,11).<br />

“Istituendo il sacramento eucaristico Gesù<br />

“non si limitò a dire «Questo è il mio corpo»,<br />

«questo è il mio sangue», ma aggiunse «dato<br />

per voi...versato per voi» (Lc 22,19-20). Non<br />

affermò soltanto che ciò che dava loro da mangiare<br />

e da bere era il suo corpo e il suo sangue,<br />

ma ne espresse altresì il valore sacrificale,<br />

ren<strong>de</strong>ndo presente in modo sacramentale il<br />

suo sacrificio, che si sarebbe compiuto sulla<br />

Croce alcune ore dopo per la salvezza di tutti.<br />

«La Messa è ad un tempo e inseparabilmente<br />

il memoriale <strong>de</strong>l sacrificio nel quale si perpetua<br />

il sacrificio <strong>de</strong>lla Croce e il sacro banchetto<br />

<strong>de</strong>lla comunione al corpo e al sangue <strong>de</strong>l<br />

Signore » (CCC 1382).<br />

La Chiesa vive continuamente <strong>de</strong>l sacrificio<br />

re<strong>de</strong>ntore, e ad esso acce<strong>de</strong> non soltanto per<br />

mezzo di un ricordo pieno di fe<strong>de</strong>, ma anche in<br />

un contatto attuale, poiché questo sacrificio<br />

ritorna presente, perpetuandosi sacramentalmente,<br />

in ogni comunità che lo offre per mano<br />

<strong>de</strong>l ministro consacrato. In questo modo<br />

l'Eucaristia applica agli uomini d'oggi la<br />

riconciliazione ottenuta una volta per tutte da<br />

Cristo per l'umanità di ogni tempo. In effetti, «il<br />

sacrificio di Cristo e il sacrificio <strong>de</strong>ll'Eucaristia<br />

sono un unico sacrificio». (CCC 1367) Lo<br />

diceva efficacemente già san Giovanni<br />

Crisostomo: «Noi offriamo sempre il me<strong>de</strong>simo<br />

Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma<br />

sempre lo stesso. Per questa ragione il<br />

sacrificio è sempre uno solo. [...] Anche ora noi<br />

offriamo quella vittima, che allora fu offerta e<br />

che mai si consumerà». (Omelie sulla Lettera<br />

agli Ebrei, 17, 3: PG 63, 131.)<br />

La Messa ren<strong>de</strong> presente il sacrificio <strong>de</strong>lla<br />

Croce, non vi si aggiunge e non lo moltiplica<br />

(D 1743). Quello che si ripete è la celebrazione<br />

memoriale, l'«ostensione memoriale»<br />

(memorialis <strong>de</strong>monstratio) (Mediator Dei (20<br />

novembre 1947: AAS 39 (1947), 548) di esso,<br />

per cui l'unico e <strong>de</strong>finitivo sacrificio re<strong>de</strong>ntore<br />

di Cristo si ren<strong>de</strong> sempre attuale nel tempo. La<br />

natura sacrificale <strong>de</strong>l Mistero eucaristico non<br />

può essere, pertanto, intesa come qualcosa a<br />

sé stante, indipen<strong>de</strong>ntemente dalla Croce o<br />

con un riferimento solo indiretto al sacrificio <strong>de</strong>l<br />

Calvario” (EE, 12).<br />

“In forza <strong>de</strong>l suo intimo rapporto con il<br />

sacrificio <strong>de</strong>l Golgota, l'Eucaristia è sacrificio in<br />

senso proprio, e non solo in senso generico,<br />

come se si trattasse <strong>de</strong>l semplice offrirsi di<br />

Cristo quale cibo spirituale ai fe<strong>de</strong>li. Il dono<br />

infatti <strong>de</strong>l suo amore e <strong>de</strong>lla sua obbedienza<br />

fino all'estremo <strong>de</strong>lla vita (Gv 10,17-18) è in<br />

primo luogo un dono al Padre suo. Certamente<br />

è dono in favore nostro, anzi di tutta l'umanità<br />

(Mt 26,28; Mc 14,24; Lc 22,20; Gv 10,15), ma<br />

dono innanzitutto al Padre: « sacrificio che il<br />

Padre accettò, ricambiando questa totale<br />

donazione di suo Figlio, che si fece<br />

“obbediente fino alla morte” (Fil 2,8), con la<br />

sua paterna donazione, cioè col dono <strong>de</strong>lla<br />

nuova vita immortale nella risurrezione»<br />

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