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PEGASUS - Gruppo Astrofili Forlivesi

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APPROFONDIMENTI<br />

Il nevone del febbraio 2012<br />

ovvero<br />

la tempesta perfetta<br />

di Giuseppe Biffi<br />

Nonostante ciò, ho potuto stimare la sua mag. apparente, in crescita fino a mag.<br />

+15.1 (Sabato 28 Gen.).<br />

Poi l’imponente nevicata siberiana ha imposto la sua presenza, per una lunga pausa<br />

di ben 10 giorni, fino a Merc. 8 Febbraio.<br />

E come le previsioni mi facevano pensare, ho potuto seguirla fino al suo massimo<br />

luminoso, a mag. +14.8: un oggetto davvero cospicuo, che, guarda caso, si è<br />

rivelato, all’indagine spettroscopica col riflettore di 1.8 m. di Cima Ekar ad Asiago,<br />

del tipo Ia, cioè prodotto dall’esplosione termonucleare di una minuscola nana<br />

bianca, vincola in un intenso abbraccio gravitazionale alla sua compagna, in un<br />

sistema binario stretto. E soltanto la luce derivante da una esplosione stellare<br />

“nuda” può raggiungere i più alti valori di luminosità assoluta, e mostrarsi ben<br />

evidente anche dopo aver percorso la distanza astronomica di oltre 150 milioni di<br />

anni luce.<br />

Dalla metà di Febbraio è iniziato il suo lento ed inesorabile indebolimento, che la<br />

porterà, entro pochi mesi, a scomparire per sempre dalla vista di un telescopio<br />

amatoriale di medie dimensioni come il mio C 14.<br />

A questo evento il C.B.A.T. di Boston ha assegnato la sigla: SN 2012 V, essendo<br />

stato il 22-mo dagli inizi dell’anno in corso.<br />

10<br />

La neve in Romagna non è certamente un avvenimento raro, anche in tempi di<br />

Global Warming, anzi negli ultimi due inverni quello del 2009-2010 con circa<br />

70cm. e quello del 2010-2011 con 40cm. di neve hanno dato soddisfazione agli<br />

amanti della”dama bianca”. Quello che ci ha riservato il 2012 è un avvenimento di<br />

tale rilevanza che sicuramente verrà raccontato negli anni a venire, con l’orgoglio<br />

di poter dire: io c’ero.<br />

Dopo una prima parte di inverno piuttosto anonima, con precipitazioni scarse e<br />

temperature abbastanza miti, verso la fine di gennaio si sono venute a creare le<br />

condizioni sinottiche giuste per portare il freddo e le precipitazioni nelle nostre<br />

zone. L’alta pressione delle Azzorre protesa dall’oceano Atlantico verso il polo<br />

nord, si è inclinata ad est congiungendosi con l’alta pressione siberiana, formando<br />

il cosiddetto ponte di Weikoff. Con movimento retrogrado da est ad ovest, masse<br />

di aria sempre più gelida si sono messe in movimento dalle pianure siberiane,<br />

pilotate lungo il margine meridionale del ponte di Weikoff, attraverso i paesi<br />

dell’est e i Balcani si sono gettate dalla porta del Rodano e della Bora nel<br />

Mediterraneo.<br />

Il contrasto tra l’aria fredda e il mare ancora relativamente caldo hanno dato<br />

origine nel Tirreno a centri di bassa pressione, che nel loro movimento verso est<br />

hanno coinvolto a più riprese le regioni centro meridionali italiane.<br />

Queste configurazioni bariche non sono rarissime, ma in questa occasione tutte le<br />

circostanze sono state favorevoli a creare l’evento storico.<br />

La insolita durata del ponte di Weikoff, quasi due settimane, ha permesso la<br />

discesa di almeno tre impulsi di aria fredda.<br />

Le temperature sufficientemente fredde hanno consentito precipitazioni<br />

esclusivamente nevose.<br />

I minimi di pressione con annesse perturbazioni hanno seguito in latitudine delle<br />

traiettorie perfette per consentire delle precipitazioni abbondanti e prolungate<br />

soprattutto sulla Romagna e il nord delle Marche.<br />

Insomma la Tempesta Perfetta, che ha consentito a gran parte della Romagna di<br />

polverizzare i record storici di neve caduta. I 70cm. di Rimini, i 75cm. di<br />

15

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