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Sulle onde dell'universo in espansione - Osservatorio Astronomico ...

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parsec, ogni parsec è pari a circa 3,26 anni luce) alla quale questa oscillazione primariamente<br />

avviene, che diventa a tutti gli effetti un “regolo standard” per misurare l’universo.<br />

Nello stesso modo <strong>in</strong> cui queste oscillazioni sono presenti nella radiazione di fondo cosmico<br />

(formatasi circa 300.000 anni dopo il Big-Bang), possono essere misurate ad epoche più vic<strong>in</strong>e a<br />

noi (quando l’universo aveva un’età di 8 miliardi di anni), attraverso la distribuzione della materia su<br />

grande scala.<br />

Queste “oscillazioni” nella materia sono prodotte dalla stessa fisica del fondo cosmico, ma<br />

appaiono <strong>in</strong> ere cosmiche molto diverse e vanno stimate <strong>in</strong> modo alquanto sofisticato. Le piccole<br />

differenze di densità che appaiono sotto forma di differenza di temperatura nel fondo cosmico,<br />

possono essere osservate nell’universo più vic<strong>in</strong>o a noi come piccole variazioni nella distribuzione<br />

delle galassie a una distanza fisica ben precisa, rispetto ad una distribuzione uniforme.<br />

L’oscillazione def<strong>in</strong>isce una “scala caratteristica” periodica che si manifesta come una probabilità<br />

leggermente maggiore di trovare due galassie distanziate tra loro di 500 milioni di anni luce<br />

piuttosto che 400 o 600.<br />

La misura di questa scala caratteristica nella distribuzione delle galassie, residuo della oscillazione<br />

del plasma, offre un’altra misura standard ad un’epoca molto diversa rispetto a quella del fondo<br />

cosmico permettendo così, confrontando tali due misure, di mappare l’evoluzione dell’universo tra<br />

le due epoche: quella della formazione della CMB e quella <strong>in</strong> cui l’universo aveva già età di qualche<br />

miliardo di anni. Tra queste due epoche l’universo si è verosimilmente espanso grazie all’effetto<br />

dell’energia oscura e molteplici strutture cosmiche si sono già formate. La sfida successiva sarà<br />

quella di utilizzare dei traccianti dell’oscillazione ad epoche ancora diverse come il mezzo<br />

<strong>in</strong>tergalattico, attivita’ <strong>in</strong> cui l’<strong>Osservatorio</strong> di Trieste è co<strong>in</strong>volto nell’ambito della collaborazione<br />

BOSS.<br />

I risultati ottenuti hanno una duplice valenza: da un lato, la significatività statistica di tale misura è<br />

molto maggiore rispetto agli studi analoghi di sei anni fa con i dati provenienti dalla survey 2dF<br />

survey e dalla stessa SDSS; dall’altro, si estende l’epoca cosmica di osservazioni rispetto ai dati<br />

precedenti, <strong>in</strong> un regime <strong>in</strong> cui la dark energy (energia oscura) e la dark matter (materia oscura)<br />

evolvono rispetto ai valori attuali.<br />

Pertanto questi dati offrono la possibilità di rafforzare ulteriormente il modello cosmologico<br />

standard, essendo <strong>in</strong> accordo con misure <strong>in</strong>dipendenti ottenute per esempio dalle supernovae<br />

(proprio la ricerca che ha ottenuto il premio Nobel per la fisica 2011) e di misurarne <strong>in</strong> modo<br />

ancora più preciso le sue proprietà, testando la gravità ad epoche e scale fisiche che f<strong>in</strong>o ad ora<br />

erano poco conosciute.<br />

* Ricercatore presso l’INAF-<strong>Osservatorio</strong> <strong>Astronomico</strong> di Trieste

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