RUMORE - Annuario dei dati ambientali
RUMORE - Annuario dei dati ambientali
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L’inquinamento acustico, definito<br />
dalla Legge Quadro<br />
447/95 come “l’introduzione<br />
di rumore nell’ambiente abitativo<br />
o nell’ambiente esterno,<br />
tale da provocare fastidio o<br />
disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la<br />
salute umana, deterioramento degli ecosistemi, <strong>dei</strong><br />
beni materiali, <strong>dei</strong> monumenti, dell’ambiente abitativo<br />
o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le<br />
legittime fruizioni degli ambienti stessi”, costituisce un<br />
importante problema ambientale in grado di incidere<br />
anche pesantemente sulla qualità della vita della popolazione.<br />
Il traffico stradale rappresenta la principale e più diffusa<br />
sorgente di rumore, soprattutto nelle aree urbane, e<br />
di sicura rilevanza nella determinazione dell’esposizione<br />
al rumore della popolazione sono anche il traffico<br />
ferroviario e il traffico aereo.<br />
Altre possibili sorgenti di rumore sono le attività industriali,<br />
artigianali, agricole, commerciali (in particolare<br />
pubblici esercizi, circoli privati e discoteche), i cantieri e<br />
altre attività temporanee quali concerti, spettacoli, ecc.<br />
I <strong>dati</strong> attualmente disponibili, a livello nazionale, sull’esposizione<br />
al rumore della popolazione sono ancora<br />
scarsi e spesso poco confrontabili, a causa delle diverse<br />
tecniche di rilevamento e di analisi utilizzate.<br />
La recente Direttiva comunitaria 2002/49/CE introduce<br />
un approccio comune finalizzato alla prevenzione e alla<br />
riduzione degli effetti nocivi derivanti dall’esposizione<br />
al rumore ambientale, quali ad esempio l’annoyance (o<br />
fastidio) e il disturbo del sonno, attraverso l’attuazione<br />
progressiva di diverse azioni:<br />
- la determinazione dell’esposizione al rumore<br />
ambientale con una mappatura acustica realizzata<br />
sulla base di metodi comuni agli Stati membri;<br />
- l’informazione al pubblico relativamente al rumore e<br />
ai suoi effetti;<br />
- l’adozione da parte degli Stati membri di piani<br />
d’azione, in base ai risultati della mappatura del<br />
rumore, per perseguire obiettivi di riduzione dell’inquinamento<br />
acustico e di conservazione della qualità<br />
acustica dell’ambiente qualora questa sia<br />
buona.<br />
La direttiva è, inoltre, destinata a fornire una base per<br />
INTRODUZIONE<br />
lo sviluppo delle misure comunitarie di contenimento<br />
del rumore generato dalle principali sorgenti (in particolare<br />
mezzi di trasporto e relative infrastrutture,<br />
attrezzature utilizzate all’aperto, attrezzature industriali<br />
e macchinari mobili).<br />
Anche il nostro Paese, come tutti gli Stati membri,<br />
dovrà confrontarsi con il nuovo approccio introdotto<br />
dalla direttiva e procedere, quindi, al recepimento della<br />
stessa, come del resto previsto dalla “Legge comunitaria<br />
2003” - L 31/10/03 - che ha delegato il Governo<br />
ad adottare un decreto legislativo di riordino, coordinamento<br />
e integrazione delle disposizioni legislative in<br />
materia di tutela dall’inquinamento acustico per adeguare<br />
l’ordinamento interno alla Direttiva 2002/49/CE<br />
e dare, quindi, piena e coerente attuazione alla stessa.<br />
D’altro canto è importante sottolineare che la legislazione<br />
italiana, attualmente vigente in materia di acustica<br />
ambientale, presenta un quadro di riferimento molto<br />
articolato, con una molteplicità di descrittori utilizzati,<br />
limiti (differenziati per sorgente e per contesto urbano<br />
circostante), periodi temporali presi a riferimento, nonché<br />
metodiche di misura. Va altresì ricordata la rilevanza,<br />
ai fini della definizione del quadro normativo nazionale,<br />
dell’emanazione nel corso del 2004 del decreto<br />
che disciplina l’inquinamento acustico da traffico veicolare<br />
(DPR 142/04).<br />
La L 447/95 prevede precise azioni, in capo a soggetti<br />
diversi (Regioni, Province, Comuni, imprese, ecc.),<br />
volte a prevenire e/o ridurre l’inquinamento da rumore,<br />
quali la classificazione acustica <strong>dei</strong> territori comunali,<br />
la predisposizione di valutazioni di impatto acustico e<br />
di clima acustico, la predisposizione e la conseguente<br />
attuazione di piani di risanamento <strong>dei</strong> comuni, delle<br />
imprese e degli enti gestori di servizi pubblici di trasporto<br />
o delle relative infrastrutture, fino alla definizione<br />
delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni<br />
comunali per lo svolgimento di attività rumorose temporanee.<br />
Se è pur vero che la sinergia fra tutte le diverse azioni<br />
citate potrà certamente garantire un effettivo miglioramento<br />
dello stato acustico attuale e, contemporaneamente,<br />
un’efficace opera di prevenzione dell’inquinamento<br />
acustico, non si può non rilevare come tali strumenti<br />
di “risposta” siano stati, sino ad oggi, soltanto<br />
parzialmente attivati.<br />
1036 ANNUARIO DEI DATI AMBIENTALI