03.01.2015 Views

Frammenti di una psicoterapia psicoanalitica in un ... - Doppio Sogno

Frammenti di una psicoterapia psicoanalitica in un ... - Doppio Sogno

Frammenti di una psicoterapia psicoanalitica in un ... - Doppio Sogno

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

fuggire dalla stanza preoccupata) come <strong>un</strong> fenomeno transferale. Si poteva ipotizzare<br />

che l <strong>in</strong>izio della <strong>psicoterapia</strong> abbia rievocato nella paziente l <strong>in</strong>izio delle cure<br />

oncologiche, riattivando <strong>un</strong> suo antico senso <strong>di</strong> colpa per essersi assentata dal suo<br />

lavoro <strong>di</strong> casal<strong>in</strong>ga e bloccata def<strong>in</strong>itivamente. In questo senso si poteva allora anche<br />

ipotizzare che il mio vissuto <strong>di</strong> aver rotto irrime<strong>di</strong>abilmente il computer corrispondesse<br />

ad <strong><strong>un</strong>a</strong> fantasia <strong>in</strong>conscia della paziente <strong>di</strong> essere ormai <strong>un</strong> caso senza speranza e che era<br />

colpa sua se si era ammalata e rischiava <strong>di</strong> morire = deprimersi, chiudere con la vita,<br />

spegnere o bloccare il suo sistema vitale. Durante il gruppo <strong>di</strong> supervisione riuscii così a<br />

riflettere sul fatto che la paziente mi aveva raccontato, <strong>in</strong> quella prima seduta, <strong>di</strong> aver<br />

smesso <strong>di</strong> mangiare e dormire <strong>in</strong> quel primo periodo <strong>di</strong> depressione, e d<strong>un</strong>que,<br />

letteralmente, si stava lasciando morire e/o stava rischiando <strong>di</strong> andare <strong>in</strong> blocco<br />

permanente.<br />

Parlaii allora, nel gruppo, dell'importanza che aveva avuto per me, <strong>in</strong> seduta, il ricordo<br />

degli <strong>in</strong>segnamenti del prof. Scarfone ed accolsi volentieri l <strong>in</strong>vito del supervisore a<br />

cercare <strong>di</strong> recuperare, dai miei app<strong>un</strong>ti, il momento preciso della lezione sull <strong>in</strong>conscio<br />

a cui mi riferivo. Lo riporterò ora, parola per parola, <strong>in</strong> modo quasi <strong>in</strong>tegrale.<br />

Una lezione sull <strong>in</strong>conscio<br />

Dom<strong>in</strong>ique Scarfone: Quando ascoltiamo i nostri pazienti dobbiamo sforzarci <strong>di</strong><br />

mettere <strong>di</strong> canto [il prof. Scarfone parla <strong>un</strong> italiano ormai mo<strong>di</strong>ficato dall uso <strong>di</strong> parlare<br />

francese e <strong>in</strong>glese, da moltissimi anni, a Montreal, nel Quebec; <strong>di</strong> canto, che ovviamente<br />

significa qui da parte da <strong>un</strong> canto e cioè accantonare, porta <strong>in</strong>vece con sé <strong><strong>un</strong>a</strong><br />

bellissima associazione con il canto, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> con <strong>un</strong> l<strong>in</strong>guaggio lirico poetico e d<strong>un</strong>que<br />

associativo. L apparente imprecisione l<strong>in</strong>guistica <strong>di</strong> questo lapsus felice condensa <strong>un</strong><br />

duplice <strong>di</strong>scorso: quello banale della necessità, per il terapista, <strong>di</strong> mettere da parte il suo<br />

proprio io per lasciare spazio al paziente, e quello più raff<strong>in</strong>ato <strong>di</strong> uscire dal<br />

ragionamento prosaico, razionale, per entrare nel registro psicoanalitico] il nostro Io, il<br />

che è <strong>di</strong>fficilissimo. È così che bisogna applicare [nel senso <strong>di</strong> utilizzare] l'idea <strong>di</strong><br />

associazione libera del paziente ma <strong>di</strong> attenzione liberamente fluttuante da parte del<br />

terapeuta. Certo l'Io non si toglie dal campo totalmente, saremmo psicotici altrimenti,<br />

ma si mette <strong>di</strong> lato per <strong>un</strong> po , e ci permettiamo <strong>di</strong> far venir a noi pensieri assur<strong>di</strong> e<br />

strani, che accettiamo provvisoriamente, che lasciamo lì <strong>in</strong> aria, e ad <strong>un</strong> certo p<strong>un</strong>to si<br />

rende possibile la presa, l <strong>in</strong>contro <strong>di</strong> <strong>un</strong>o <strong>di</strong> questi pensieri strani con ciò che <strong>di</strong>ce il<br />

paziente e tutto <strong>in</strong> <strong>un</strong> colpo c è qualcosa che f<strong>un</strong>ziona e che ci chiarisce <strong><strong>un</strong>a</strong> situazione<br />

che prima sembrava <strong>di</strong> <strong><strong>un</strong>a</strong> banalità totale o <strong>in</strong>comprensibile. D<strong>un</strong>que bisogna aprire la<br />

via ai processi che non sono dell'Io e così si può conoscere qualcosa dell'<strong>in</strong>conscio e<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong> ciò che vive dentro <strong>di</strong> noi e del paziente e che cerca <strong>di</strong> uscire fuori e trovare<br />

<strong><strong>un</strong>a</strong> via <strong>di</strong> compimento. Se vogliamo entrare nella logica della nevrosi bisogna pensare<br />

come può essere costituito questo mondo che sfugge allo sguardo della coscienza.<br />

Mar<strong>in</strong>ella L<strong>in</strong>ardos: Posso chiedere <strong><strong>un</strong>a</strong> cosa Quando i pazienti vengono da noi e ci<br />

<strong>di</strong>cono: ma sa dottoressa, mi sento tanto <strong>in</strong> colpa perché con mia figlia eccetera<br />

eccetera allora quel tipo <strong>di</strong> sentimento <strong>di</strong> colpa che il paziente riesce a verbalizzare<br />

come dobbiamo leggerlo<br />

Dom<strong>in</strong>ique Scarfone: Con l esempio che hai portato, Mar<strong>in</strong>ella, possiamo qui<br />

riprendere il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> poco fa <strong>di</strong> Freud, e cioè: questa signora viene a <strong>di</strong>rti mi sento<br />

<strong>in</strong> colpa per questo e quel motivo e questo sentimento può com<strong>un</strong>que essere<br />

considerato <strong>in</strong>conscio se si scopre che, ad esempio, la ragione per la quale lei si sente<br />

<strong>in</strong> colpa non è poi veramente quella.<br />

Nel senso che si, forse <strong><strong>un</strong>a</strong> madre può sentirsi <strong>in</strong> colpa per tale cosa che non ha fatto per<br />

il figlio, ma si può rivelare questo essere soltanto l apice <strong>di</strong> <strong>un</strong> iceberg poiché questo<br />

Rivista <strong>in</strong>ternazionale <strong>di</strong> <strong>psicoterapia</strong> e istituzioni numero 6 copyright©2008

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!