Tipi e forme testuali nel curricolo di scrittura - Adrianocolombo.it

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Nella lista delle forme testuali da coltivare non troverete quelle di tipo creativo. Non ho mai immaginato che una lista del genere prescriva tutto e solo quel che si può fare. Ma se la scrittura creativa è un mezzo, come dicevo, una lista di obiettivi ha a che fare coi fini; al limite, vorrebbe coincidere col repertorio delle prove d’esame proponibili alla fine di un ciclo. Ora è bene che alle elementari si compongano filastrocche, o che alle superiori si scrivano novelle; ma proporreste queste cose come prove d’esame Scuola elementare SCRITTURA: UN’IPOTESI DI PROGRESSIONE livello soglia • resoconto di esperienze vissute, personali o collettive; • avvisi, promemoria, ricette e altri testi funzionali • ....livello di eccellenza • riassunto di testi narrativi in misure prefissate. Scuola meda livello soglia • narrazioni di esperienza • descrizioni • progetti • schede di studio livello di eccellenza • semplici testi normativi • riassunto di testi espositivi Biennio livello soglia • resoconto di esperimenti scientifici, attività di ricerca... • descrizione tecnica; • risposte sintetiche a domande su argomenti di studio • redazione in forma scritta di testi orali registrati livello di eccellenza • relazione di sintesi e confronto da due testi espositivi o argomentativi; • testi argomentativi Triennio livello soglia • relazione di sintesi da fonti documentarie plurime • domanda di lavoro, curricolo personale moduli di indirizzo • relazione tecnica, o altre forme testuali specifiche del settore di indirizzo Naturalmente, se una lista del genere dovesse davvero diventare norma, se dovesse essere il punto di riferimento di un sistema di valutazione nazionale, dovrebbe essere accompagnata da specificazioni sui livelli richiesti per ogni forma testuale: ad esempio quale lunghezza, quale grado Pag 8 - Adriano Colombo © http://www.adrianocolombo.it
di correttezza (se è possibile specificarlo), quale controllo di diverse varietà linguistiche (anche se questo è in parte implicito nella definizione dei generi testuali). Nel mio appunto del 1999 c’era anche qualche primo rozzo tentativo in questo senso, ma non mi ci soffermo adesso. Un’obiezione che a volte mi è rivolta da colleghe della scuola elementare è: al nostro livello si può fare, noi facciamo, molto di più di quello che qui è indicato. Ammetto che le specificazioni incluse nella lista sono poche e generiche: questo riflette la mia scarsa competenza su questa scuola, ma anche il fatto che largo spazio vi può avere la scrittura creativa, che non rientra nei “miei o.s.a.”. Detto questo, se alla scuola elementare si possono scrivere riassunti, testi argomentativi, regolamenti, lettere ai giornali, non voglio contrastare il grande principio di Bruner che “è possibile insegnare qualsiasi cosa a qualsiasi età”. D’accordo dunque, a patto che gli obiettivi minimi comuni siano perseguiti prioritariamente e che si eviti il pericolo che ho indicato per il riassunto, di far assumere e poi cristallizzare strategie di livello cognitivo troppo elementare per compiti complessi. 3.1. Per quando discutibili siano le singole scelte, resta forse utile riflettere sui criteri su cui si potrebbe impostare una progressione delle attività di scrittura, delle richieste da rivolgere a ogni ciclo scolastico. Rileggendo a posteriori il mio appunto, mi pare di poterne individuare tre, relativi rispettivamente agli ambiti sui quali scrivere (o “domini tematici”), ai tipi testuali, ai processi cognitivi implicati. Per quanto riguarda gli ambiti, mi pare che la progressione vada da quello dell’esperienza personale a quello della realtà più oggettiva (il mondo intorno a noi, gli argomenti di studio), per sboccare poi nel dominio delle realtà sociali e professionali. Per i tipi testuali vedrei, in chiave pragmatica, una progressione dai testi centrati sulla “prima persona” spesso a dominanza espressiva (scrivere di sé, o a partire da sé), a quelli “in terza persona” (centrati sul riferire dati e concetti), a quelli “in seconda persona” (centrati sul persuadere: testi a dominanza argomentativa). Quanto ai processi cognitivi, riferirei la progressione essenzialmente alle fonti a cui si attingono le idee, i contenuti da elaborare in forma scritta: dapprima la fonte principale è l’esperienza personale così come si recupera dalla memoria, poi si aggiungono fonti esterne (appunti, documenti, anche visivi e sonori), in un primo tempo usate una per volta; al livello più alto si usano fonti plurime per estrarne dati, confrontarle, valutarle ecc. 4. Qualche osservazione sul testo argomentativo Di testo argomentativo in questi anni si è parlato molto, a volte anche a sproposito. Per esempio lo si è identificato col tema; ora è vero che certi temi si prestano a essere svolti in chiave argomentativa, ma dare semplicemente un titolo che faccia riferimento a una questione, o una consegna “esprimi la tua opinione su...” non è sufficiente a impostare seriamente un’argomentazione. A volte poi si è chiamato “argomentativo” qualunque testo avesse a che fare prevalentemente con concetti più che con dati di fatto. Penso invece che non bisognerebbe mai perdere di vista la specificità dell’argomentazione, che è lo scopo di persuadere un destinatario (singolo o plurale) di un’opinione che è, o potrebbe essere, controversa. Un insegnante o un libro di testo che spiega la struttura del sistema solare non argomenta, anche se maneggia concetti, anche se cita le prove che si hanno della descrizione che se ne dà; non argomenta, perché nessuno oggi mette seriamente in discussione le idee astronomiche in proposito: queste cose sono oggetto di insegnamento, non di persuasione. Naturalmente la faccenda era diversa per Galileo: non è oggetto di argomentazione ciò che è accettato per “vero” dal senso comune e dalla comunità scientifica, fino al momento in cui qualcuno non lo mette in discussione. In chiave di didattica della scrittura, questo significa che una relazione su argomenti di studio o di ricerca non è di solito un testo argomentativo, appartiene piuttosto alla categoria del testo espositivo (il testo che riferisce, spiega, insegna, non mira a persuadere). Per avere un vero testo argomentativo bisogna partire da una controversia, una questione che è oggetto di discussione, e Pag 9 - Adriano Colombo © http://www.adrianocolombo.it
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