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Via Crucis - Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

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Croce e crocifissioneLa croce, questo spaventevole supplizio, si vuole in trodotto dalla leggendaria Semiramide, in tempi remotissimi.Da Babilonia si diffuse nel resto dell'Asia, in Egitto e a Cartagi ne, passando quindi in Greciae a Roma. Era questo un supplizio molto usato; ce ne danno testimonianza Erodoto e Tucidide. Quin toCurzio ci informa nella sua Storia che Alessandro Magno, nell'espugnazione di Tiro, fece crocifiggeremille prigionieri. Anche il mite imperatore Tito, nell'assedio di Gerusalemme, non poté impedire ai suoisoldati di crocifiggere tutti gli ebrei che scampavano alla distruzione ed alle fiamme della città. Mi -gliaia e migliaia di croci si innalzarono alle mura smantellate di Gerusalemme. Così si compivano leterribili profezie del Si gnore, ed erano passati appena quarant'anni dalla sua morte! Tra le pene capitaliinizialmente non era noverata la crocifissione ma è certo che in tempi posteriori essa fu usata. RaccontaGiuseppe Flavio che il re Alessandro, degli Asmonei, fece crocifiggere 800 sudditi ribelli, ed ai piedi<strong>delle</strong> loro croci ordinò che venissero trucidate le loro mogli ed i loro figli.Vi era però una differenza fra la crocifissione pagana e la crocifissione ebraica. Gli ebrei in omaggioalle loro leggi che prescrivevano che "l'appensus in patibulo" non si lasciasse ivi pendente ma venisselo stesso giorno sepolto prima del ca lar del sole, uccidevano il crocifisso col "crurifragiunm", fra -cassandogli, con pesanti mazze, le gambe e se era necessario anche il petto, indi seppellivano il giustiziato.I romani e i greci lasciavano invece che il povero malcapitato languisse sul la croce e lasciavanoquindi il cadavere del condannato sospe so sulla croce, a terrore dei passanti, finche, putrefatto, ca dessea pezzi, o venisse divorato dagli uccelli di rapina. ''Ad corvos!" solevano dire i latini per augurare aduno la crocifissione e gli schiavi <strong>delle</strong> commedie di Plauto, più di una volta dicono con ironia: "Il miosepolcro saranno gli uccelli" sconsolata allusione al terribile supplizio. Atroci sofferenze e grande infamiaportava ai condannati que sto supplizio che era riservato ai ladri ed agli schiavi.Talvolta i condannati, così ci infornano i testi anti chi, venivano crocefissi ad un albero o a due travi aforma di X, tuttavia la forma ordinaria e comune della Croce era quella di un'asta verticale, che sullasommità ne portava un'altra trasver sale. Siccome poi l'asta trasversale, in alcuni casi era sovrap postaalla verticale, veniva chiamata croce commissa, in altri invece, era inserita nella verticale, un pro al disotto della sommità (croce infissa). Per questa piccola diversità si ebbe così la croce di tipo latino e ditipo greco.Si è molto discusso e si discute tuttora se la Croce del Salvatore fosse commissa o piuttosto immissa olatina. An che i Padri della Chiesa sono di pareri opposti su tale questio ne, sicchè non si può dirimerlacon sicurezza.Papa Innocenzo III, nel Concilio Lateranense IV, espres se l'opinione che la Croce di Gesù Cristo fossedapprima nella forma commissa, ma che divenne poi della forma tradizionale la tina, quando fu sovrappostala piccola asta che portava la dici tura della condanna. Questa opinione ha avuto una sensazionaleconferma in una scoperta archeologica, avvenuta nel 1856 sul Palatino a Roma. Scavando a sud delcolle, nella caserma dei pretoriani, si trovò tra gli interessanti disegni‐graffiti fatti da quei soldati, unoche raffigurava un uomo con la testa d'asino posto in croce. La croce era del tipo "commissa" come14

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