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RADIO VATICANA - Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

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fidandone il progetto a Bernardo Rossellino (1452). Morto Nicolò V nel 1455, i lavori furono sospesiper quasi mezzo secolo, salvo una breve ripresa sotto Paolo II. Giulio II decise la ricostruzione totaledella basilica, pensando anche di racchiudervi il suo mausoleo, e ne incaricò il Bramante, che cominciòcol demolire per oltre metà la parte settentrionale dell'antica chiesa, senza riguardo a tombe, a monumenti.a memorie illustri, attirandosi il nomignolo di "Mastro Ruinante".I lavori per la nuova basilica furono iniziati il 18 aprile 1506. Il progetto bramantesco, a croce greca, eraispirato all'idea di « innalzare il Pantheon sulla basilica di Costantino ». Ma Giulio Il e il Bramante morironoagli inizi dell'opera (1513 e 1514) e Raffaello, chiamato a dirigere i lavori in collabo razione conFra' Giocondo (m. 1515) e Giuliano Sangallo (m. 1516), ideò invece un maestoso progetto a croce latina;dopo di lui (m. 1520) tornò alla croce greca Baldassarre Peruzzi, di nuovo alla latina Antonio da Sangalloil Giovane e final mente (dal 1546) ancora alla greca Michelangelo,che, pur rifacendosi alla concezionedel Bramante, ne modificò il progetto rendendo l'edificio più semplice ma più grandioso e slanciato,anche se di dimensioni minori. e ideò una cupola completamente nuova, che doveva costituire l'elementodomi nante di tutto l'insieme. La basilica così trionfalmente coronata avrebbe dovuto troneggiare isolatain mezzo a una piazza, se non fosse stata adottata successivamente la pianta a croce latina.Michelangelo condusse molto innanzi l'opera che, morto lui (1564), fu segui tata dal Vignola e da PirroLigorio, poi, specialmente nella cupola, da Giacomo Della Porta (1572) e Domenico Fontana (1585).Ma Paolo V tornò all'idea della croce latina, per ragioni liturgiche e per coprire lo spazio già occupatodalla prima basilica; Carlo Maderno aggiunse perciò tre cappelle per lato, portando in avanti le navatefino alla facciata attuale, che terminò nel 1614, quantunque nel fregio si legga la data 1612. Il 18 nov.1626, 1300° anniversario della consacrazione, Urbano VIII consacrò il nuovo tempio. Il Bernini, successoal Maderno nel 1629, volle completare la facciata con l'aggiunta di due campa nili laterali, già progettatida Maderno, ma il primo da lui eretto a sinistro della facciata fu demolito per le lesioni apparse nei murisottostanti.DimensioniSan Pietro ha 22.067 m2 di superficie e 186 m di lunghezza (compreso lo spessore dei muri, raggiungei 194 m); la lunghezza totale, portico compreso, è di 211.50 m (per un raffronto con altre fra le maggiorichiese, diamo di ciascuna la lunghezza: San Paolo di Londra, 158 m; Duomo di Milano, 135 m; S. Mariadel Fiore di Firenze, 149 m; S. Petronio di Bologna, 132 m; S. Paolo fuori le Mura di Roma, 127 m; S.Sofia di Costan tinopoli, 110 m). Il portico è largo m 71. profondo 13.50, alto 20; la facciata è larga m114.69, alta m 45.44; la nave mediana è alta m 44 e larga m 26; il transetto è lungo m 137.50. Il diametrodella cupola è di 42 m. cioè m 1.40 meno della cupola del Pantheon, ma mentre questa è alta m 43.40.la cupola di S. Pietro raggiunge, fino alla sommità della croce, m 136.50, superando di parecchio la piùalta guglia (m 108) del Duomo di Milano. (In generale si danno di S. Pietro misure approssimative,anche perchè alcune sono tradu zione di palmi romani).FacciataL'amplissima fronte, eretta da Carlo Maderno dal 1607 al ' 14, è opera che, anche per le sue dimensioni,non disdice alla grandiosità dell'insieme, per quanto si sia lamentato che essa, trovandosi spostata inavanti rispetto alla cupola, abbia masche rato prospetticamente il tamburo di questa, sminuendone l'effettoascensionale (un'idea degli effetti concepiti da Michelangelo, si ha portandosi dietro la basilica). È precedutada una amplissima scalinata a 3 ripiani, realizzata dal Bernini, con ai lati le colossali statue di S.Pietro (di Giuseppe De Fabris) e di S. Paolo (di Adamo Tadolini), collocate avanti il 1840 in sostituzionedi quelle scolpite nel 1461-62 da Paolo Taccone e da Mino del Reame.5

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