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Il Monastero di Massa Lubrense.pub - Vesuvioweb

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IL MONASTERODIS. TERESA D’AVILAAMASSALUBRENSEDi Osvaldo De Mase2010www.vesuvioweb.com


Introduzione<strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> S. Teresa D’Avila a <strong>Massa</strong>lubrenseCarissimi Amici del <strong>Vesuvioweb</strong>.com, nello scriveresul monastero <strong>di</strong> S. Teresa D’Avila a <strong>Massa</strong>lubrense,contemporaneo del <strong>Monastero</strong> del SS. Salvatore<strong>di</strong> Capri, nato per volere <strong>di</strong> Monsignor FrancescoM. Neri Vescovo <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> ed amministratoredella Diocesi <strong>di</strong> Capri, sottolineo quantoriferisce il canonico P. Salvatore Farace in “Uneletto giglio caprese” nel 1935, a seguito <strong>di</strong> ricercheeffettuate alla Curia <strong>di</strong> Napoli e quanto rilevaun recente lavoro <strong>pub</strong>blicato da Federica Ribera,architetto, che ci parla del complesso Monumentalee dei recenti lavori <strong>di</strong> restauro post-terremoto del1980. L’autrice ha ben documentato con bellissimeimmagini, che ci fanno vedere tutto il <strong>Monastero</strong>nella sua magnificenza e bellezza, che ha sfidato isecoli, arrivando a noi intatto abitato dalle stesseconsorelle della Madre Suor Serafina <strong>di</strong> Dio,Carmelitanafondatrice. <strong>Il</strong> lavoro <strong>di</strong> Federica Ribera,nipote della Madre Immacolata Ribera, che vivecon la sua sorella Cristina Ribera lì da tanti anni èprezioso. <strong>Il</strong> libro dal titolo “Santa Teresa a <strong>Massa</strong><strong>Lubrense</strong>, un monastero <strong>di</strong> clausura tra storia e restauro”per Arte Tipografica e<strong>di</strong>trice, finito <strong>di</strong> stamparenel gennaio 2003 a Napoli, Via S. Biagio deilibrai, non si può trovare facilmente, per cui hocontattato l’autrice per sapere se si poteva inserireuna sua versione sul web. Lei intanto invierà a noila versione in formato elettronico del libro sul convento<strong>di</strong> S. Teresa. Nel frattempo invierà un volumein suo possesso al Padre Postulatore Generale deiCarmelitani, P. Giovanni Grosso, nella speranzache si muova qualcosa per la riapertura della Causa<strong>di</strong> Beatificazione <strong>di</strong> Suor Serafina, tuttora ferma.2


<strong>Il</strong> <strong>Monastero</strong> delle Teresiane fondato dalla Venerabile Suor Serafina <strong>di</strong> Dio<strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>. Foto A. Langella 20103


Tra le notizie provenienti da Capri , sono lieto <strong>di</strong>comunicare che l’artista Clau<strong>di</strong>a Koll, ha recitatocon grande successo come protagonista “La Fuggitiva”un omaggio a Maria SS. Ha interpretato ildramma in un luogo e palcoscenico d’eccezione,nella Chiesa del SS. Salvatore. La stessa artista siè <strong>di</strong>mostrata affascinata dalla figura <strong>di</strong> Suor Serafina,lei che da tempo si de<strong>di</strong>ca con passione e solidarietàalle sorti dell’umanità più <strong>di</strong>sagiata attraversonumerose associazioni <strong>di</strong> volontariato eall’apostolato; ha portato in scena quest’opera invari teatri italiani e in questo particolare palcoscenicodella Chiesa e <strong>Monastero</strong> del SS. Salvatore.L’attrice si è <strong>di</strong>mostrata sorpresa nel sapere cheproprio in quel luogo riposano ben 10 suore carmelitanevenerabili ad incominciare dalla prima figliadel <strong>Monastero</strong> del SS. Salvatore della congregazionefondata da Suor Serafina: Suor Anna Alfano, illuminatadalla Verità, morta in odore <strong>di</strong> Santità esepolta <strong>di</strong>etro l’altare Maggiore della Chiesa. Unalapide ricorda questa suora, <strong>di</strong> nome Strina, mortaa 39 anni, sostegno della fondatrice Suor Serafinae anche sua nipote da parte materna.<strong>Il</strong> bel pavimento maiolicato, più antico <strong>di</strong> quellodel Para<strong>di</strong>so Terrestre <strong>di</strong> Anacapri, per i motivi o-rientali con pavoni, uccelli, fiori e cesti <strong>di</strong> frutta mostraun gusto influenzato da contatti con i Cinesi,poiché Suor Serafina ha visto nascere la congregazionedei Pii Operai fondati dal Servo <strong>di</strong> Dio, P.Matteo Ripa, nato a Eboli il 29 marzo 1682 e mortoa Napoli il 29 marzo 1746. Costui, avendo avutocome padre spirituale il Padre Antonio Torres, lostesso confessore <strong>di</strong> suor Serafina <strong>di</strong> Dio, da questiapprese il gusto cinese che riportò nella Chiesa delSS. Salvatore. <strong>Il</strong> P.Matteo Ripa è stato un grandeArtista ed incisore come si legge nella storia dellasua vita. Fu chiamato dal Papa a Roma a formare ilprimo nucleo <strong>di</strong> Propaganda Fide per la Formazionedei Missionari in partenza per la Cina.4


Inviato dal Papa come legato a conferire il cappelloCar<strong>di</strong>nalizio a Monsignor Carlo Maillard deTournon, morto poi martire in Cina, fu da questi introdottonella Corte dell’imperatore Cinese Kangxi,e subito dopo la morte dell’amico Car<strong>di</strong>nale, affrontòla controversa vicenda dei Riti Cinesi che tantopreoccupavano la Chiesa. P. Matteo Ripa riuscì adessere accettato a corte per il suo talento <strong>di</strong> artista,come incisore e pittore, inoltre, i suoi paesaggi piacevanoparticolarmente all’ imperatore e anche inItalia, al suo ritorno dalla Cina. Egli acquistò unaproprietà nella Collina della Sanità a Capo<strong>di</strong>montedove fondò il Collegio dei Cinesi e dove troverannoospitalità tanti sacerdoti Cinesi dando origineall’Istituto Orientale <strong>di</strong> Napoli, nato in quel luogo,nella sua casa, dove oggi si trova l’ospedale ElenaD’Aosta, con una Chiesa detta della sacra famigliadei Cinesi, inaugurata nel 1732 grazie all’attività <strong>di</strong>questo sacerdote salernitano, Matteo Ripa, Servo<strong>di</strong> Dio, sepolto davanti all’Altare Maggiore della BellaChiesa che si affaccia imponente come tutto ilComplesso dell’ attuale Ospedale Elena D’Aostasulla Collina della Sanità guardando il porto <strong>di</strong> Napolidall’alto. Di recente è stata stanziata una cifraper il recupero e restauro della Chiesa della SacraFamiglia dei Cinesi, un importante lavoro <strong>di</strong> restauroche riguarderà l’apparato decorativo e le operemobili, tanto della Chiesa che delle pertinenze e-sterne; siamo lieti <strong>di</strong> sapere che finalmente si parlaa Napoli della Figura del Servo <strong>di</strong> Dio, P. Matteo Ripae del restauro della sua tomba. <strong>Il</strong> Fondatore delIstituto Orientale <strong>di</strong> Napoli, unico in Europa, fa parlarea Napoli <strong>di</strong> quei rapporti con la Cina, iniziaticon tanto entusiasmo e <strong>di</strong>mostratosi efficaci nei secoli.Poiché oggi la Chiesa <strong>di</strong> Pietro fa tanta fatica aristabilire i contatti con la Cina si potrebbe istituireun Forum Internazionale nella chiesa dei Cinesi,dove tuttora è presente il Corpo <strong>di</strong> P. Matteo Ripa.Speriamo che la regione Campania, insieme all’AslNA 1 Centro, che hanno annunciato la fine dei lavoriper il mese <strong>di</strong> ottobre, avendo aperto, dopo 25anni la porta sulla <strong>di</strong>scesa dei cinesi, che collega<strong>di</strong>rettamente la struttura sanitaria al quartiere5


La maschera funebre che ritrae il volto della Venerabile. Abbiamo ritrovato alcuni quadri, incisioni e <strong>di</strong>segniche ritraggono questo importante personaggio della storia vesuviana. Le caratteristiche somatiche insenso lato e i dettagli degli occhi del naso e della bocca ci fanno chiaramente comprendere che tali ritrattirispondono a criteri <strong>di</strong> assoluta atten<strong>di</strong>bilità ritrattistica. Come vedremo oltre il ritrovamento della mascherae se vogliamo la sua riscoperta, apre nuove interessanti aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, relative a questa figura <strong>di</strong> religiosa,tanto importante nella storia locale e altrettanto poco conosciuta.6


<strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte e alla preziosa Chiesa della SacraFamiglia dei Cinesi, la facciano finalmente vedereal Mondo.Essa custo<strong>di</strong>sce oltre che il Corpo <strong>di</strong> P. MatteoRipa tante opere pittoriche; infatti vi era unascuola <strong>di</strong> Pittura e incisione su rame, che venivaeseguita con una tecnica che lo stesso Ripa avevaportato dalla Cina, come pure possiamo vedere untorchio per incisione su lastre <strong>di</strong> rame nel <strong>Monastero</strong><strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> come pure delle preziose lastre<strong>di</strong> rame che raffigurano la Nostra illustre Concitta<strong>di</strong>naSuor Serafina Dio a <strong>di</strong>mostrazione dellerelazioni del collegio fondato da Ripa con i monasteri<strong>di</strong> Madre Serafina. Non a caso vi invio una incisionesu Rame del 1722 realizzata dopo la mortedella Venerabile che porta la firma <strong>di</strong> Andrea Maillardfratello del Car<strong>di</strong>nale Carlo Maillard de Tournon.Mi è sembrato utile ricordare l’operato <strong>di</strong> questedue figure per poter ricucire quei bellissimi rapporticon la millenaria cultura cinese, rapporti chepotrebbero riprendersi stu<strong>di</strong>ando la loro vita. Vorreipertanto far vedere questa bellissima incisione <strong>di</strong>Suor Serafina <strong>di</strong> Dio realizzata dal valente pittore eincisore Andrea Maillard nel 1722, conservata nel<strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> <strong>Massa</strong>lubrense..Sorge questo vasto e<strong>di</strong>ficio in un’ incantevoleposizione, nel tronco <strong>di</strong> rotabile <strong>di</strong> fronte all’ ex-Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>, presso la casa chefu dei Signori Minieri, con il prospetto a Sud-Ovest.Prima viene un ampio giar<strong>di</strong>no con un agrumeto inparte tagliato, quando si fece la rotabile che si <strong>di</strong>rigea S. Agata, in<strong>di</strong> la bella chiesa <strong>di</strong> S. Teresad’Avila, che leva il suo prospetto artistico imponente,rivestito da mattoni, con finestre ad arco tondo,con cornicioni sporgenti, segmentali ed arcuati daincantare l’occhio: <strong>di</strong>chiarata Monumento Nazionale.<strong>Il</strong> pian terreno del monastero fino a poco tempofa è stato a<strong>di</strong>bito ad asilo, le stanze larghe e alte,piene <strong>di</strong> sole; l’atrio col giar<strong>di</strong>no a forma <strong>di</strong> quadrilatero.La nostra nobile fondatrice Suor Serafina <strong>di</strong>Dio miracolosamente fece sgorgare un’acqua limpida,che tuttora viene attinta dalla sue suore e dalpopolo quando l’acqua viene a mancare.7


<strong>Il</strong> monastero con il chiostro, che, per nulla <strong>di</strong>fferiscenel <strong>di</strong>segno degli altri chiostri, ma si mostra bellissimoper i recenti Restauri; del pari le stanze superioried i corridoi sono belli e così spaziosi, da in<strong>di</strong>caregli alti ideali della nobile fondatrice. Nel 1867certo questa casa dovette subire lo sfregio della legge<strong>di</strong> spoliazione e pare che oggi il municipio <strong>di</strong><strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> vi abbia il predominio. Come ve<strong>di</strong>amoi tentativi <strong>di</strong> profanazione sono ancora presentie ciò dovrebbe far riflettere circa la sorte subitada altri conventi o case <strong>di</strong> religiosi, <strong>di</strong> cui non rimanetraccia storica. Questo superbo fabbricato, quasicontemporaneo del monastero <strong>di</strong> Capri, sorse pervolontà <strong>di</strong> Monsignor Francesco M. Neri, Vescovo <strong>di</strong><strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> ed amministratore della Diocesi <strong>di</strong>Capri, che in una casa a <strong>Massa</strong>lubrense già avevaistituito un piccolo educandato <strong>di</strong> sette ad otto vergini,<strong>di</strong>rette da una superiora giovane ed inesperta.Quin<strong>di</strong> nacque la necessità <strong>di</strong> una riforma, affidataall’eroina Caprese da quel prelato. <strong>Il</strong> 4 novembre1673; lo stesso Mons. Neri ed il parroco D. CostanzoGuerra, vennero nell’isola a rilevare la Venerabile,che tosto mise or<strong>di</strong>ne nella piccola comunità. Siadattò una casa non lungi dal sito dell’attuale monastero,attigua alla cattedrale, qui la Venerabile condussecon sé come priora Suor benedetta degli Angeli(Olimpia Martorelli) e suor Colomba del Salvatorecome vicaria (Clau<strong>di</strong>a Gambaro) e per sua compagnarecò con sé Suor Purità degli Angeli (TeodoraGambaro) ed ivi accomodò prima l’oratorio, poi dettòle norme della vita comune e creò lo spirito dellavita monastica con i suoi esempi. Non essendo peròla casa adatta ad abitazione, Suor Serafina <strong>di</strong> Dione cercò un'altra e la ebbe, insieme al vasto fondo,da una devota, che vestiva l’abito domenicano, anome Angela Maldacena, la quale quantunque <strong>di</strong>anni 59, prese l’abito delle Carmelitane e fu anchepriora, sotto il nome <strong>di</strong> Suor Anna del Bene. Questamonaca condusse una vita assai esemplare, per obbe<strong>di</strong>enzacieca alle regole del monastero, per unaumiltà sincera e profonda , per un esercizio della penitenzadurato fino alla morte, che santamente avvennenel <strong>di</strong>cembre del 1686, dopo 12 anni <strong>di</strong> vitareligiosa.8


Questa grande donna fu la prima e più insignebenefattrice del monastero e<strong>di</strong>ficato nel suo giar<strong>di</strong>no,quando, non potendo la casa contenere il numerocrescente delle suore, si dette mano allaChiesa ed al nuovo e<strong>di</strong>ficio, del quale nel 1687, furonoe<strong>di</strong>ficate le due ali. L’altro grande benefattorefu Aniello Cutino, napoletano, ricchissimo; il qualeper la venerazione alla fondatrice, versò somme <strong>di</strong>migliaia <strong>di</strong> ducati, anche per il <strong>Monastero</strong> del SS.Salvatore a Capri. Ritiratasi la priora e la vicaria al<strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> Capri, poiché le monache <strong>di</strong> S. Teresasapevano ormai guidarsi da sole, nel periodoche la S. Madre fu chiusa in cella, per rimuovere lospirito affievolito, richiesero quelle religiose unanuova superiora per un triennio e vi andò per prioraSuor Felice Ventura Fortunata, per vicaria, SuorVer<strong>di</strong>ana Diletta , quella stessa che riformò il monastero<strong>di</strong> Camigliano e fondò quello <strong>di</strong> Marigliano.Questo monastero, nel 1699, alla morte della MadreSerafina, composto da 24 monache coriste equattro sorelle, riprese il suo ritmo <strong>di</strong> vita angelicamentefervorosa. Attualmente dopo 311 anni, appena8 monache reggono con tanti sacrifici tutto ilgran<strong>di</strong>oso fabbricato che ha bisogno <strong>di</strong> restauri chela povertà delle monache non consente <strong>di</strong> realizzare.Per le leggi italiane le suore sono solo delle custo<strong>di</strong><strong>di</strong> un Monumento Nazionale, prima erano leproprietarie, non hanno le ren<strong>di</strong>te del passato, madevono assolvere a dei compiti, che dovrebberoessere <strong>di</strong> spettanza del municipio o del governo,compiti che darebbero <strong>di</strong>ritto alla loro permanenza..Questo monastero Carmelitano <strong>di</strong> clausura, secondouna profezia della fondatrice, arriverà alla finedei tempi.Tuttora sgorga quella acqua limpida chefece uscire dalla terra la Venerabile al momentodella sua fondazione. Possiede in<strong>di</strong>scutibili pregi <strong>di</strong>arte, come in<strong>di</strong>ca la relazione del Dottor Mons. D.Luigi Mollo, Teologo della Cattedrale <strong>di</strong> Sorrento, erettore del seminario. Egli ferma l’attenzione sullabella chiesetta, che mostra un pavimento maiolicato<strong>di</strong> forma rettangolare, con ornamenti a fogliamiver<strong>di</strong>, stile prevalenti dell’ epoca, con fasce gialle,tuttora ben conservato, risalente alla seconda metà9


La facciata del monastero <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>Foto A. Langella 201010


del 700, anteriore a quello della ex-Cattedrale <strong>di</strong><strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> fatto da Mons. Bellotti, il cui stemmapregevolissimo si conserva intatto nella suacappella privata. La Chiesa con volta ad archi, constucchi e fregi barocchi molto sobri, è adorna <strong>di</strong> trealtari marmorei dei quali il maggiore è <strong>di</strong> buona fatturadel 700, a marmi policromi. Anche gli altri altaridue provenienti dalla chiesa abolita dei padri Martinianidella grancia <strong>di</strong> Nerano, regalati alla chiesadelle carmelitane dal Cav. Vespoli, imparentato aiDonnaperna, hanno il loro valore per le sculture suipaliotti.La tela più importante che figura all’Altare Maggiore,è S. Teresa D’Avila, protettrice e titolare delmonastero, opera <strong>di</strong> Andrea Malinconico, non valentecome il fratello Nicola, ma buon pittore dellascuola napoletana. Sugli altari laterali Paolo deMatteis, il pittore dolce e delicato, ha delineato S.Giuseppe e la madonna del Carmine; vi figuranoanche altri due quadri tutti <strong>di</strong> firma <strong>di</strong> questo artista,che rappresentano la Madonna che dà l’abito a S.Simone, soggetto trattato dal Solimena nella chiesa<strong>di</strong> S. Michele Arcangelo ad Anacapri, e GesùCristo che incorona la sua <strong>di</strong>letta sposa S.Teresa.Fra gli oggetti <strong>di</strong> valore vi sono altre tele per i corridoi,provenienti dal collegio dei Gesuiti, dei qualiuno presenta una cornice dorata del 500 <strong>di</strong> notevoleintaglio e pregio.Si conservano due ritratti della Venerabile, unonel coro, l’altro nel parlatoio, ove figura <strong>di</strong> fronteall’ostensorio, che fra i raggi reca la giaculatoria,che nelle cose avverse la serafica madre soleva ripetere:SIA LODATO DIO!Le Suore possedevano la memoria <strong>di</strong> tutti i pro<strong>di</strong>gidella vita esemplare <strong>di</strong> Suor Serafina, all’epocadel Canonico Salvatore Farace, come egli ben cidescrive parlando del monastero <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>nell’ anno 1935 e come riportato in un “Eletto GiglioCaprese”, parlando della prima Figlia del Suo<strong>Monastero</strong> a Capri, sepolta tuttora <strong>di</strong>etro l’altareMaggiore, Santa Carmelitana morta all’età <strong>di</strong> 39anni. I pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> Suor Serafina meravigliarono ancheil Santo Padre Innocenzo XI Odescalchi11


e il suo Segretario Padre Luca Mellini, lo stessoche fu presente al Verbale <strong>di</strong> Morte del santo Padre.Egli fu testimone del ritrovamento delle letteresotto il suo guanciale inviategli da Suor Serafina.Le Suore <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> come ci segnala ilCanonico Farace che era <strong>di</strong> Capri, possedevanodue lastre <strong>di</strong> rame per litografie e come vedo nellefoto attuali del libro “Santa Teresa a <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>,un <strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> Clausura tra storia e Restauro”questo è stato eseguito molto bene con bellissimeillustrazioni con l’aiuto della SovrintendenzaBeni artistici e storici <strong>di</strong> Napoli con foto del ArchivioFotografico. Sono contento <strong>di</strong> farvi sapere che lastessa Federica Ribera è nipote <strong>di</strong> due Suore Carmelitane<strong>di</strong> nome Immacolata e Cristina Ribera,che conducono una vita <strong>di</strong> grazia con l’aiuto dellaMadre SS. Del Monte Carmelo. <strong>Il</strong> libro molto bello è<strong>di</strong> Arte Tipografica S. Biagio dei Librai Napoli, introvabileal momento, sto aspettando qualche copiadel volume, poiché il mio è stato offerto all’attriceClau<strong>di</strong>a Koll durante lo spettacolo <strong>di</strong> beneficenza afavore dei bambini Africani nella Chiesa del SS.Salvatore a Capri. Sono molto deluso delle autoritàCivili e religiose <strong>di</strong> Capri perchè pare che non vedononiente del degrado del <strong>Monastero</strong> e del Chiostroe del bellissimo Affresco che in do<strong>di</strong>ci metriquadrati rappresenta la Venerabile. Questo rischia<strong>di</strong> scomparire per lavori, perché è poco tutelato etenuto in scarsa considerazione dalle Autorità chedovrebbero salvaguardare i beni Artistici e Architettonicicome anche il prezioso pavimento maiolicatocon motivi orientali. Rivolgo un appello per la tutela<strong>di</strong> questi beni durante i lavori <strong>di</strong> trasformazione perl’apertura dell’albergo che sarà chiamato: Arancieradelle Teresiane. Errore Storico in quanto, come giàspiegato altrove si tratta <strong>di</strong> Carmelitane e rischio <strong>di</strong>perdere definitivamente opere importanti dal punto<strong>di</strong> vista storico e artistico.Cari Amici del <strong>Vesuvioweb</strong>.com, scusate che perun dovere <strong>di</strong> giustizia verso la storia anche perchiarezza verso la figura <strong>di</strong> una grande Carmelitanasperiamo questa mia voce sia finalmente ascoltatae finisca la speculazione sui monasteri dellaVenerabile Madre Serafina <strong>di</strong> Dio.12


Ritorniamo al <strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> doveappena 8 suore Carmelitane continuano con faticanel mantenimento del grande Monumento storico.Ritornando alle Lastre per Litografie sono moltoimportanti per capire la relazione <strong>di</strong> Suor Serafinacome figura storica con il Servo <strong>di</strong> Dio Matteo Ripa,Artista e Grande Incisore che portò dalla Cina latecnica delle incisioni su rame con l’utilizzo del torchiocalcografico come lo ve<strong>di</strong>amo nelle foto del libro<strong>di</strong> Federica Ribera. Queste ci parlano <strong>di</strong> un momentoparticolare dei rapporti <strong>di</strong> Napoli con i Cinesi.Grazie alla creazione del Collegio dei Cinesi adopera <strong>di</strong> Matteo Ripa, poi consulente del Papa perPropaganda Fide, abbiamo la Chiesa attiguaall’attuale Ospedale Elena D’Aosta, de<strong>di</strong>cata allaSacra Famiglia, che ci chiama tutti a ricordare anchequesta pagina <strong>di</strong> storia <strong>di</strong> quella Napoli del settecentoche vide questo grande uomo fondatore delIstituto Orientale <strong>di</strong> Napoli. Ritornando alle lastre <strong>di</strong>rame, esse sono importanti perché fatte nel collegiodei Cinesi a Capo<strong>di</strong>monte, una delle quali a firma<strong>di</strong> Andrea Maillard, che invio per la <strong>pub</strong>blicazionedella stessa in rete danno mostra della sua importanzain un tempo nel quale non avevamo le fotografiee il Servo <strong>di</strong> Dio, Padre Matteo, aveva sperimentatola tecnica delle incisioni su rame e la colorazionecon inchiostri venuti dalla Cina. Sono famosele 36 vedute delle ville dell’ Imperatore CineseKangxi che commissionò al Nostro Ripa, la cuifama arrivò alla Corte del Re Giorgio d’Inghilterra,che volle tenere le trentasei vedute dei Giar<strong>di</strong>ni Imperiali,che ispirarono agli inglesi i gusti orientalinelle loro Case e Giar<strong>di</strong>ni. Le lastre della Venerabilerappresentano in una la fondatrice che è in colloquiocon la SS. Trinità, nell’altra è incisa da sola,inoltre in un’altra lastra <strong>di</strong> rame è inciso il SalvatoreGesù le dà l’anello dello sposalizio alla santa, chiamandolasua sposa. Fa parte del corredo <strong>di</strong> questomonastero una veste della Madonna del Carmine,<strong>di</strong> broccato d’oro e seta veneziana, del 600,d’inestimabile valore, come pure un terno <strong>di</strong> broccatoin oro e seta, opera napoletana del 700, ed unaltro anche ricco egualmente ma <strong>di</strong> epoca più recente.13


Particolare del pavimento della chiesa. Area centrale. Elementi geometrici e floreali. Un globo che èsimbolo dell’Ostia, corpo <strong>di</strong> Dio sovrasta decori vegetali ed è sormontato da una rosa dei venti.Chiesa del <strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>Foto A. Langella 201014


Sono da notarsi un paliotto ed un velo omerale ricamatiin seta, della prima metà del 700 oltre al tesoro<strong>di</strong> argenterie. Ma tutto ciò non è che parte del preziosissimopatrimonio che le carmelitane <strong>di</strong> <strong>Massa</strong>possedevano e per necessità <strong>di</strong> vita per le vicendepolitiche, dovettero alienare .Rimane oggi come cimelioprezioso un reliquario borchiato d’argento,contenente una lettera autografa <strong>di</strong> S. TeresaD’Avila, <strong>di</strong>retta ad un canonico della cattedrale <strong>di</strong>Palencia, per ottenere un oratorio per un suo monastero,documento prezioso mai <strong>pub</strong>blicato, dono delVicerè <strong>di</strong> Napoli, Car<strong>di</strong>nale Pascual D’Aragona, inqualche visita dalla Spagna, tornando dal buon ritirotrascorso nel monastero <strong>di</strong> S. Teresa. Pare che lostesso Car<strong>di</strong>nale abbia portato con sé la famosa letteraautografa della santa avilese, dottore dellaChiesa. Un'altra ipotesi tiene conto della profondaamicizia con le Suore del Vicerè Marchese del Carpio(Gaspare de Haro ) o Proprio Pietro AntonioD’Aragona , Vicerè <strong>di</strong> Napoli, fratello dello stessoCar<strong>di</strong>nale chiamato in Spagna proprio a Toledo comeArcivescovo <strong>di</strong> questa città. Questa lettera nonfa altro che rinnovare l’importanza delle relazionidella nostra venerabile.L’esperienza del Divino si vede nella gioia <strong>di</strong>mostratadalla nostra Venerabile che danzò, come Davidedavanti all’arca dell’Alleanza, nella cerimonia <strong>di</strong> Fondazione<strong>di</strong> questo monastero, la stessa era felice <strong>di</strong>aver lasciato a noi questo gioiello d’arte che comeve<strong>di</strong>amo ha sfidato i secoli e tuttora è ancora abitatoda suore. A ricordarci oggi le azioni da compiere èSuor Gioia, giovane suora <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>, conun pensiero <strong>di</strong> S. Teresa D’Avila: “Quanto più profondamenteuno è immerso in Dio, altrettanto deveuscire fuori <strong>di</strong> sé, andare cioè verso il mondo, perportare in esso la Vita Divina”. Ritornando alla pro<strong>di</strong>giosavita e opera terrena della nostra Venerabiletenuta in un altissimo concetto da ricchi e potenti, unricordo molto particolare è riservato al Padre VincenzoAvenatri che aveva parlato col Car<strong>di</strong>nal PasqualD’Aragona, Vicerè <strong>di</strong> Napoli, dell’istituto <strong>di</strong>Suor Prudenza e aveva parlato con tanta persuasionedello spirito che animava quelle giovani nella de<strong>di</strong>zionea Dio.15


<strong>Il</strong> prelato si commosse per il racconto dell’estremapovertà da cui erano afflitte le suore tanto che ilCar<strong>di</strong>nale volle inviare ogni mese cinquanta scu<strong>di</strong>per la costruzione del <strong>Monastero</strong>. Finché stette aNapoli le soccorse anche con altre elemosine, siain denaro che in suppellettili <strong>di</strong> chiesa. Supponiamoche il grande prelato abbia donato anche la letteraautografa <strong>di</strong> S. Teresa D’Avila , si sa della donazione<strong>di</strong> due pianete <strong>di</strong> tela d’oro. Quando lasciò Napoliessendo stato nominato Arcivescovo <strong>di</strong> Toledo,raccomandò della serva <strong>di</strong> Dio e del suo monasteroal fratello Don Pietro D’Aragona, succedutogli nellacarica <strong>di</strong> Vicerè, pregandolo <strong>di</strong> continuarel’assegno mensile <strong>di</strong> cinquanta scu<strong>di</strong>. In partenzaper la Spagna, inviò una lettera per ringraziare lei ela comunità delle preghiere offerte a Dio e per assicurarladell’assistenza del fratello. <strong>Il</strong> finanziatorebenefico, dell’opera della Venerabile e ches’innamorò dell’opera e la spinse innanzi fu il prepostodei Filippini, Padre Vincenzo Avenatri, il quale,se ebbe ricca la borsa, più ricco ebbe <strong>di</strong> evangelicacarità il cuore. Questo grande uomo merita, perla sua dottrina e munificenza, un posto nella memoriadei buoni ed un meritato ricordo nella storia.Egli donò per la nuova fabbrica, tanto necessariaad ospitare le carmelitane, ducati mille in oro al penitenzieredel Duomo <strong>di</strong> Napoli D. Ottavio Pisa, ziodella venerabile, che sollecitato dal Car<strong>di</strong>nale PascualD’Aragona venne a Capri e riferì <strong>di</strong> quel principeche cominciò a fare quel assegno mensile <strong>di</strong>ducati cinquanta. Come ve<strong>di</strong>amo il P. Avenatri enon solo lui insieme ad altri due padri dell’oratorio<strong>di</strong> S. Filippo Neri, che meritano una menzione iquali per la stima verso la venerabile, vollero il primoa nome Carlo Lombardo, fare lo stucco a suespese, l’altro, P. Domenico Rinal<strong>di</strong>, la scalinata adoppia rampa con pietre <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>. I padriFilippini anche in seguito, furono generosi benefattoridella serafica madre. Alla sua morte ne scrisserola vita il P. Sguillante e Tommaso Pagani, essendonestato lo Sguillante <strong>di</strong>rettore spirituale percirca tre lustri. Per il processo <strong>di</strong> canonizzazionedonò costui per testamento, i suoi beni.16


Una donna <strong>di</strong> tante virtù eroiche, fondatrice <strong>di</strong>sette monasteri carmelitani, madre <strong>di</strong> tante figliemorte in concetto <strong>di</strong> santità, è rimasta ai pie<strong>di</strong>dell’altare, e non si sa se mai un dì sarà ripreso ilsuo processo!<strong>Il</strong> monastero <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong> intitolato allaSanta Teresa d’Avila è contemporaneo del SS. Salvatore<strong>di</strong> Capri, ed era il punto <strong>di</strong> partenza dalla terraferma per fondare gli altri monasteri, partiva lanostra madre Serafina per aprire nuovi monasteri;portava seco le ostie, i lini dell’altare, una piccolacusto<strong>di</strong>a, le tovaglie, una pisside, ecc. Ella, la grandedonna, <strong>di</strong>ceva che le sue figlie dovevano <strong>di</strong>ventaretante custo<strong>di</strong>e vive <strong>di</strong> Gesù e in una notte lamadre da Suor Tensa o Prudenza decise <strong>di</strong> chiamarsiSerafina <strong>di</strong> Dio.<strong>Il</strong> ritrovamento della letteraautografa <strong>di</strong> Santa Teresa D’Avila oggi vuole <strong>di</strong>re atutti il miracolo <strong>di</strong> tenerla con noi, dopo più <strong>di</strong> tresecoli, e per mani <strong>di</strong> tre Vicerè arrivati dalla Spagna,oggi si trova in questo monastero in quel reliquiariod’argento. Documento mai <strong>pub</strong>blicato <strong>di</strong> S.Teresa d’Avila. Che lo spirito della grande capreseSuor Serafina <strong>di</strong> Dio risusciti nuove vocazioni, in unepoca che attende i cultori della vigna del Signore!Ma ella, la eroina caprese vive nei processi dellesue virtù, nelle cronache delle sue gesta, nei superbie<strong>di</strong>fici eretti dal suo zelo, nelle figlie superstitiche ne custo<strong>di</strong>scono le memorie, vive nell’amore <strong>di</strong>tanti fedeli, come noi che attendono fiduciosi l’oradella sua gloria.<strong>Il</strong> corpo <strong>di</strong> questa insigne venerabile che ebbe ilprivilegio delle sacre stigmate comparse a 43 anniad inizio della sua opera e costatate alla morte dalme<strong>di</strong>co Dr Vito Vinci, venuto da Napoli perl’autopsia, emanò dal petto effumazioni odorose inmorte. Queste ricordarono il profumo <strong>di</strong> gaggia, comunementechiamata mimosa, usata nella festadelle donne. <strong>Il</strong> suo viso si mantenne roseo e caldo,il suo sangue continuò ad essere liquido e le suemembra erano flessibili, il corpo rimase per <strong>di</strong>versigiorni in questo stato. Ciò fu costatato dal me<strong>di</strong>covenuto da Napoli, il Dottor Vito Vinci, che attestò lostato miracoloso e come dalle sue spoglie17


<strong>Monastero</strong> <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>. Particolare del pavimento in riggiole. Festoni e decori vegetali fanno dacornice a motivi geometrici, religiosi e anche ad insegne aral<strong>di</strong>che.Foto A. Langella 201018


si <strong>di</strong>ffondeva un aura rosata <strong>di</strong> “Un effluvio odore <strong>di</strong>gaggia” albero che comunque doveva essercinell’orto del monastero nel 1939. Lo ricorda il P.Salvatore Farace, Autore <strong>di</strong> un eletto Giglio Caprese,che parla della prima figlia del monastero delSS. Salvatore, morta in odore <strong>di</strong> santità e tuttorasepolta <strong>di</strong>etro l’altare maggiore.E’ Suor <strong>Il</strong>luminata della Verità al secolo Anna Alfano,cugina della venerabile, morta a 39 anni, il cuicorpo rimase incorrotto per <strong>di</strong>versi mesi e fu costatatodal Padre Luca Mellini segretario del Papa InnocenzoXI Odescalchi che si trovava a Capri, a-vendo iniziato anche un piccolo processo per SuorAnna Alfano. Intanto anche questa prima figlia etante altre amabili consorelle aspettano la sua glorificazione.I padri Nicolò Sguillante e Tommaso Paganidegli Oratoriani de<strong>di</strong>cano ampie pagine scrittea tutto ciò che <strong>di</strong> pro<strong>di</strong>gioso avvenne dopo la morte<strong>di</strong> lei e nel darle sepoltura. Si ricorda che, tra lespecie più note del genere acacia c’è la gaggia, oAcacia farnesiana, comunemente chiamata mimosa,introdotta dal Papa Farnese a Roma nel HortusBotanicus. La sua fraganza ci viene ricordata oggidopo tre secoli nella mia relazione sul ritrovamentodella maschera funeraria in cera <strong>di</strong> Suor Serafina <strong>di</strong>Dio al secolo Prudenza Pisa nata a Napoli nel cuoreantico nei pressi della chiesa <strong>di</strong> S. GiovanniMaggiore a Mezzocannone. In questa chiesa è statabattezzata in una domenica il 24 ottobre 1621 emorta martedì 17 marzo 1699 a Capri nel monasterodel SS.Salvatore.La maschera, <strong>di</strong> cui si sapeva tutto, e sarebbestato felice <strong>di</strong> saperlo Norman Douglas, che de<strong>di</strong>cògran parte della sua vita alla ricerca della stessanella Curia <strong>di</strong> Napoli; era un tanto <strong>di</strong>fficile per lui inquesti ambienti riservati solo agli eclesiastici, perlui che era ateo, che però ha <strong>pub</strong>blicato un interessantelibro che parla della nostra venerabile conserietà nella ricerca storica, un buon lavoro da leggere,si tratta <strong>di</strong> materiali per la descrizione del isola<strong>di</strong> Capri che lo ha reso famoso negli anni cinquantainsieme al suo amico Edwin Cerio.19


<strong>Il</strong> Ritrovamento della maschera <strong>di</strong> Cera è un e-vento eccezionale annunciato nel lavoro già <strong>pub</strong>blicatosul nostro sito vesuvioweb.com . Ringrazio perlo spazio offerto. Pensando al nostro sito, che parla<strong>di</strong> tutto ciò che avviene ai pie<strong>di</strong> del Vesuvio, vi confessoche è veramente <strong>di</strong>fficile delineare questa figura<strong>di</strong> donna molto particolare con doti <strong>di</strong> scrittricemistica epistolografa <strong>di</strong> tanti car<strong>di</strong>nali e ben duesommi pontefici tra cui segnalo la figura del SantoPadre Innocenzo XI Odescalchi, nato a Como, cheaveva conosciuto a Napoli la nostra venerabileSuor Serafina.Finisco questo mio lavoro con una veloce in<strong>di</strong>cazionedel raro volumetto <strong>di</strong> Eugenio Aprea daltitolo “Cenni Sinottici e biografici <strong>di</strong> madre serafina<strong>di</strong> Dio” tipografia Lorenzo Barca, Napoli anno 1950,che illustra uno dei tanti miracoli della nostra concitta<strong>di</strong>naalla pag.19. Nel 1682 il Vesuvio ebbe unafortissima eruzione, tanto che la terra <strong>di</strong> Capri nesentì le scosse. Ad una sua devota, la contessa <strong>di</strong>Celano, Madre Serafina assicurò che nulla sarebbesuccesso al suo paese, che si trova poco <strong>di</strong>stantedal Vesuvio. Poco dopo ella si portò alla finestraprospiciente il Vesuvio, e invocò la grazia del signoreperché facesse cessare il flagello. In <strong>di</strong>rezionedello stesso Vesuvio, fece più volte il segno dellacroce e da lì a poco le fiamme, che coprivano giàun suolo <strong>di</strong> grande raggio, raggiungendo quasi ilbel cielo, s’ammutolirono come d’incanto, tutti esterefatti,lodarono il Signore.<strong>Il</strong> futuro Vescovo <strong>di</strong> Lettere, Don Domenico Galisio,confessore della Venerabile e testimone al processo<strong>di</strong> beatificazione, morto a Torre del Greco esepolto nella Chiesa del monastero dell’ImmacolataConcezione per urgenti ragioni doveva far ritorno aNapoli da Capri. <strong>Il</strong> mare era tempestoso e già <strong>di</strong>sperava<strong>di</strong> poter raggiungere la città. Ricorse a MadreSerafina e le riferì le sue pene per questo mancatoviaggio. Madre Serafina, col fare placido, loguardò e <strong>di</strong>sse : “ Partite pure allegramente, perché,prima <strong>di</strong> giungere al lido, il cielo sarà serenoed il mare tranquillo”.20


La maschera <strong>di</strong> cera che riproduce il volto <strong>di</strong> Suor Serafina <strong>di</strong> Dio poche ore dopo il decesso. <strong>Il</strong> reperto <strong>di</strong>grande valore storico è oggi custo<strong>di</strong>to presso una importante biblioteca nel centro storico <strong>di</strong> Napoli. La scopertadel reperto si deve ad Osvaldo de Mase.21


La maschera è inserita in un ovale ligneo. Sul torace fu scolpito un ovale che conteneva probabilmente reliquiedella Venerabile. Allo stato attuale non è stato possibile reperire queste reliquie e anche l’opercolo cheverosimilmente chiudeva e sigillava il reliquiario.22


Per molti anni il Regno <strong>di</strong> Napoli era infestato daladroni e ban<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> tutte le specie. <strong>Il</strong> Vicerè <strong>di</strong> Napoligia si era dato per vinto, quando si risolse <strong>di</strong> chiedereaiuto al buon Dio tramite la Santa <strong>di</strong> Capri, comeallora veniva chiamata. <strong>Il</strong> Viceré, il Marchesedel Carpio, si reco pure personalmente a Capri peresortarla a intercedere presso il Signore per lui. A-scoltato che ebbe come i ban<strong>di</strong>ti si fossero annidaticon attrezzi <strong>di</strong> guerra negli antri delle montagne,facendo strage <strong>di</strong> tutto, la Madre ebbe compassionee pregò intensamente. Madre Serafina dopo e-sclamò: “ E questo è finito”. Voleva <strong>di</strong>re che da quelmomento le cose sarebbero cambiate. In poco più<strong>di</strong> un mese, il Regno fu sgombro da tutti i pericoli.L’eco <strong>di</strong> questo straor<strong>di</strong>nario episo<strong>di</strong>o giunse fino aRoma , ove il Papa Innocenzo XI Odescalchi si <strong>di</strong>battevaostinatamente, ma con esito vano, contromalviventi e ban<strong>di</strong>ti, che infestavano la campagna<strong>di</strong> Roma, e la stessa Chiesa. A mezzo <strong>di</strong> un suo legatoa Napoli, il Papa fece pregare Madre Serafina<strong>di</strong> volere, per amore alla Chiesa Cristiana , pregareil buon Dio, affinché fosse risparmiato tanto spargimento<strong>di</strong> sangue, e che la calma ritornasse sovranasulla sua terra. Non passò tempo che il Papa fecesapere alla Madre <strong>di</strong> Capri come il Signore a-vesse esau<strong>di</strong>te le sue preghiere.Madre Serafina aveva molta stima per il PapaInnocenzo XI e sovente pregava per la sua salute.Ma un giorno la si sentì esclamare verso Suor Purità:“ Pochi sono i giorni <strong>di</strong> sua santità”. Un mesedopo il Papa spirava. Molti sono i pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> SuorSerafina <strong>di</strong> Dio, questi sono <strong>di</strong> grande attualità perun vivere migliore alle falde del Vesuvio.Osvaldo De Mase23


Chiesa del monastero <strong>di</strong> <strong>Massa</strong> <strong>Lubrense</strong>. L’altare maggioreFoto <strong>di</strong> A. Langella 201024


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