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di Michela Galati - iura orientalia

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M. GALATI – L’Unione Europea e l’allargamento ai paesi dell’Europa centro-orientale.104Successivamente, il Trattato <strong>di</strong> Nizza, attualmente ancora in vigore,firmato il 26 febbraio 2001 dai quin<strong>di</strong>ci paesi membri ed entrato in funzioneil 1 febbraio 2003 16 , prevedeva alcune riforme istituzionali funzionali allariunificazione dell’Europa, in vista del suo allargamento.Infine, il 13 <strong>di</strong>cembre 2007, gli ormai 27 leader della UnioneEuropea, mettendo fine a <strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> negoziati sulla riforma istituzionale,hanno firmato il Trattato <strong>di</strong> Lisbona che mo<strong>di</strong>fica il Trattato della UnioneEuropea e quello che istituisce la Comunità europea, attualmente, in vigore,senza tuttavia sostituirli, dotando la Unione del quadro giuri<strong>di</strong>co e glistrumenti necessari per far fronte alle nuove sfide del futuro 17 .Questo brevissimo excursus vuole semplicemente evidenziare il fattoche la Comunità ha subito continue evoluzioni giuri<strong>di</strong>co-politiche,<strong>di</strong>fferenziandosi così da una classica Organizzazione Internazionale,<strong>di</strong>venendo, da quel lontano 1957, una Comunità <strong>di</strong> Stati legati tra loro da unlegame giuri<strong>di</strong>co, che, pur ponendosi sul piano del <strong>di</strong>ritto internazionale, almomento della sua istituzione, <strong>di</strong>venne, nel corso degli anni, qualcosa <strong>di</strong> piùforte e consolidato, e in cui il <strong>di</strong>ritto comunitario, grazie anche alla funzionefondamentale e preziosa della Corte <strong>di</strong> Giustizia, col compito <strong>di</strong> rendereuniforme il <strong>di</strong>ritto comunitario rispetto a quello delle legislazioni nazionali,permise <strong>di</strong> uniformare le politiche della Comunità.§2. Le competenze della CE e del COMECON: due sistemi a confrontodurante la “guerra fredda”Il Consiglio <strong>di</strong> mutua assistenza economica, comunementechiamato COMECON, era stato fondato nel 1949 per "sostenere lo sviluppoeconomico dei suoi Stati membri attraverso lo scambio delle risorse e ilcoor<strong>di</strong>namento delle attività" 18 . I suoi membri erano la Bulgaria, Cuba (dal1972), la Cecoslovacchia, la Mongolia (dal 1962), la Polonia, la RepubblicaDemocratica Tedesca, la Romania, l’Ungheria, l’URSS, il Vietnam (dal1978), mentre l'Albania aveva smesso <strong>di</strong> partecipare alle attività delConsiglio alla fine del 1961. Gli osservatori <strong>di</strong> alcuni organi del COMECONerano l’Afghanistan, l’Angola, l’Etiopia, il Laos, il Mozambico, il Nicaraguamentre la Jugoslavia, a partire dal 1965, poteva partecipare ad alcune bendefinite attività. 19. Scopo del COMECON era quello <strong>di</strong> unificare e coor<strong>di</strong>naregli sforzi degli Stati membri per migliorare l'integrazione economicasocialista, per un più rapido progresso tecnologico ed economico e inparticolare un maggiore livello <strong>di</strong> industrializzazione, con un miglioramentocostante delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita. Il commercio internazionale era una delle16 In GU C 80 del 10.03.2001.17 Il Trattato <strong>di</strong> Lisbona, siglato dai leader della Unione il 13 <strong>di</strong>cembre 2007, in attesa della ratifica daparte dei paesi membri, mette fine a <strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> negoziati sulla riforma istituzionale, soppiantando <strong>di</strong>fatto il progetto <strong>di</strong> Costituzione europea, fallito a causa della mancata ratifica <strong>di</strong> alcuni Stati membri. Diciò si parlerà in un prossimo articolo.18Cfr. tutto il primo capitolo della pubblicazione a cura dell’Istituto per gli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> PoliticaInternazionale, denominato “ISPI”, I rapporti commerciali fra CEE e COMECON, Milano, 1989; inoltreved.: SCHIAVONE G., Il COMECON dalla cooperazione all’integrazione, in La Comunità internazionale,1975, 15-48.19 Cfr. SCHIAVONE G., op. cit., 16.IURA ORIENTALIA IV (2008), 101-123www.<strong>iura</strong><strong>orientalia</strong>.net

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