Capitolo 1Perché Arduino UNOfa per tePresentazione del nuovo“fai da te” tecnologico basatosui micro<strong>con</strong>trollori – una storiache parte da lontano.Saldatore, stagnoe componenti: roba vecchiaOltre 30 anni fa erano in molti adilettarsi <strong>con</strong> il saldatore, i circuitistampati e i componenti discreti percreare amplificatori, luci psichedeliche,microspie e molti altri dispositivielettronici.La cultura del “fai da te” elettronicoera diffusa e <strong>con</strong> una robusta basecommerciale. Negli anni ’80 arrivaronogli home computer e l’attenzionemigrò dall’elettronica alla programmazione,<strong>con</strong> tantissimi utentiche per passione scrivevano righe erighe di software per le applicazionipiù disparate. Ai tempi, fra l’altro, ilprogrammare era sia un hobby, siaun inizio di professione: i programmidisponibili erano ancora pochi e il“fai da te” in Basic era spesso l’unicomodo per rispondere a un’esigenzaspecifica.Erano gli anni ‘80quando programmarein Basic <strong>con</strong> solo16K di memoriaera normale.48K erano un lusso.ti più attivi e ben presto avere uncomputer non era più sinonimo di“programmo le mie applicazioni”, macerco e utilizzo dei software scrittida altri. I più bravi scrivevano il softwaree i pigri ne usufruivano. Il “faida te” diventava sempre più d’elite,mentre il “faccio anch’io” - <strong>con</strong> ilsoftware fatto da altri – era semprepiù la norma.Programmare su un personal computernon era più facile come suglihome computer: interfacce graficheraffinate, esigenze estetiche semProgrammarenon è più un hobbyParallelamente arrivarono i PersonalComputer nelle aziende e anchein quel caso si doveva spesso farsviluppare il software per le proprieapplicazioni.In ogni caso, il computer e l’homecomputer erano i nuovi catalizzatoridelle energie creative degli uten-Primi passi <strong>con</strong> Arduino 9
Perché Arduino UNO fa per teIl team di ArduinoIl gruppo stabile di sviluppatori del team di Arduino è compostoda Massimo Banzi, David Cuartielles, Tom Igoe, Gianluca Martino,David Mellis e Nicholas Zambetti.pre più spinte e anche sistemi di svilupposempre più corposi.Il PC cresce,ma il microprocessoretorna piccoloFuori dai radar degli hobbysti stava,però, avanzando una nuova areatecnologica: quella dei micro<strong>con</strong>trolloridestinati alla vita “solitaria”all’interno di qualche dispositivo;nascevano i cosiddetti “embedded”(dall’inglese “embed” che significa“integrare all’interno”).Con grande rapidità questi piccolicalcolatori autosufficienti hannoinvaso le nicchie più disparate, fornendodi un tocco d’intelligenza unaquantità enorme di dispositivi dellavita quotidiana: dallo stereo di casaalla centralina della tua automobile,dal forno a microonde al decoder DigitaleTerrestre, dalla lavatrice allelampade cambia colore a LED.Aziende come Microchip, Atmel,ARM ed ST diventano i nuovi attoridi questo millennio nel settoredell’elettronica, creando realtà industrialialternative e complementariai colossi dei microprocessori tradizionalicome AMD e INTEL.Oggi aziende come Microchip offronointere famiglie di micro<strong>con</strong>trolloridi ogni dimensione e potenza, <strong>con</strong>funzionalità specifiche (multimedia,sicurezza, comunicazione, ecc.) egeneriche (ingressi e uscite analogicie digitali) tali da soddisfare unagamma molto vasta di applicazioni.Pochi dollari in più e un dispositivopuò diventare “intelligente”.Torna il fai da te elettronico,ma intelligente e in kitQueste caratteristiche e potenzialitànon sono sfuggite agli hobbysti“duri e puri” del fai da te elettronicoe già nei primi anni 2000 si è diffusala cultura della programmazione diquesti dispositivi per creare progettipiù o meno sofisticati. In pratica,quello che una volta era un programmain Basic su un home computer,diventava un programma per un micro<strong>con</strong>trolloreal quale <strong>con</strong> stagno,fili e componenti si aggiungevano leparti necessarie al funzionamento.Sensori di luce, temperatura e movimento“intelligenti” per la domotica,giochi elettronici, centraline di <strong>con</strong>trolloe molto altro prendevano vitagrazie a schemi e programmi sviluppatida chi aveva già preso questonuovo toro tecnologico per le corna,piegandolo alla dimensione del faida te. Purtroppo, i chip richiedevanola programmazione su appositi dispositivihardware, da interfacciarea un computer su cui era installato ilsistema di sviluppo – spesso complicatoquanto quelli per scrivere softwaresu PC – riportando il tutto aduna elite. Il linguaggio di programmazionetorna ad essere prima il“linguaggio macchina” - o assembler -<strong>con</strong> le istruzioni del processore dascrivere se<strong>con</strong>do sintassi e strutture10 Primi passi <strong>con</strong> Arduino